
I brand indipendenti alla Milano Fashion Week non si limitano a presentare collezioni, ma tracciano un racconto collettivo fatto di estetica, ricerca e identità. Nella frenesia della settimana della moda, tenutasi dal 25 febbraio al 3 marzo, queste realtà hanno saputo ritagliarsi uno spazio tra i grandi nomi, svelando collezioni autunno inverno 2025/26 che vanno oltre la semplice proposta stilistica. Nonostante le singole differenze, i designer indipendenti di questa edizione hanno affrontato tematiche che potremmo racchiudere in tre grandi filoni: il dialogo tra moda e arte, il viaggio inteso come esperienza fisica e mentale, e la memoria come radice creativa e strumento di evoluzione.

Brand indipendenti: l’arte come ispirazione
L’arte è stata il filo conduttore di molte collezioni, tra riferimenti pittorici e sperimentazioni concettuali. Florania, con la collezione As Above, So Below, ha trasportato il pubblico in un universo surreale, ispirandosi a icone del surrealismo come Leonora Carrington, Remedios Varo e Leonor Fini. Il brand, che nasce dalla sperimentazione e dall’upcyling, ha trasformato materiali di recupero in capi che sembrano usciti da un dipinto visionario, tra stampe dipinte a mano con acquerelli e inchiostro, e manipolazioni tessili. Giada, sotto la direzione creativa di Gabriele Colangelo, ha guardato al Rinascimento con una collezione che rilegge La Primavera di Botticelli. Il tema centrale è la metamorfosi, e per questo ha reinterpretato le forme e i colori con una spiccata sensibilità contemporanea, ispirandosi all’Iris posta ai piedi della ninfa nel dipinto. Lessico Familiare, nella collezione Abecedario, ha esplorato il potere delle parole come elemento strutturale della moda, costruendo un archivio bidimensionale e tridimensionale dove tessuti e lettere si fondono in una nuova grammatica visiva. Durazzi Milano, invece, con Acoustic Garden, ha reso omaggio alle avanguardie musicali del Krautrock, della Cosmic Music e dell’arte sonora, trasformando la presentazione in un’esperienza immersiva tra suono e metamorfosi visiva. Le due arti, moda e sonoro, si mescolano, dando vita a una collezione minimalista ma ricca di materiali che, come frequenze, si sovrappongono.

Brand indipendenti: il viaggio come narrazione
Il viaggio, fisico o metaforico, ha trovato espressione in collezioni che evocano il movimento e la trasformazione. Domenico Orefice, con A3 R3 Concorde, tra tonalità fredde che spaziano tra il nero, il grigio e il beige, e linee nette, si rifà al mondo dell’alpinismo. Capi in denim distressed e slavati, polo e t-shirt con lavorazioni destroyed rimandano a un’estetica “vissuta” che racconta la difficoltà di chi compie l’arrampicata, come stesso il nome di collezione anticipa. Mentre Giuseppe Di Morabito, nella collezione Alone with the Stars, ha intrecciato forza e vulnerabilità, durezza e fragilità, trasformando le sue esperienze personali in una narrazione teatrale che riflette un viaggio dal passato al futuro. La collezione si racconta attraverso un tailoring strutturato che abbraccia il mondo della corsetteria ottocentesca, le armature metalliche si sovrappongono a camicie maschili e si affiancano a drappeggi eterei. Lorenzo Seghezzi debutta invece con Epitelio, affrontando un tipo di viaggio più intimo ed esplorando la percezione del corpo e dell’identità con ispirazioni che toccano le sensazioni di dismorfia e disforia di genere. Il viaggio è implicito, attraverso tessuti deadstock e capi scenografici. La corsetteria assume un duplice ruolo, delle volte appare come elemento di costrizione e altre come strumento di esaltazione, lasciando trapelare il disagio e la ricercatezza del proprio io vissuto dalle persone transgender e queer.

Brand indipendenti: la memoria come radice creativa
Molti fashion designer hanno guardato al passato per riscrivere il presente, trasformando la memoria in materia viva. Marco Rambaldi, con Memoria Futura, ha dedicato la sua collezione alle madri, non solo biologiche, creando un dialogo tra vintage e innovazione, dove i capi escono dagli armadi per trovare nuova vita. Una celebrazione per chi c’è sempre, fatta di capi all’uncinetto attraverso l’unione di classici Granny’s square, mesh stampato con un effetto trompe-l’oeil, leit motiv di collezione, e lavorazioni a trecce. Infine, Gianluca Capannolo ha scelto di rendere omaggio all’eleganza senza tempo dell’attrice francese Anouk Aimée. La palette cromatica celebra l’estetica dell’attrice, dal turchese al melanzana fino ad arrivare a tonalità più calde, ispirato da un celebre film a cui l’attrice prese parte. La collezione gira attorno al trench dal taglio mascile, proposto anche in vinile. I tessuti come seta stampata, crepe e satin di lana si arricchiscono di piume in un mosaico di ricerca stilistica e eleganza senza tempo.
Erika del Prete
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