Elon, l’abito e il potere. Che messaggi manda il look di Musk?

L’abito non fa il monaco, ma fa il politico e forse anche il consigliere. Due note sull’abbigliamento di Donald Trump e Elon Musk, tra potere e comunicazione

L’orrenda pantomima del giornalista che chiede a Volodymyr Zelensky, perché non si sia adeguatamente abbigliato per accedere alla corte di Donald Trump è nota a tutti. Il significato che il leader ucraino attribuisce alla sua “divisa da lavoro” è altrettanto conosciuto. Più interessante è ora capire cosa stia cercando di comunicare Elon Musk abbinando baseball cup e t-shirt nere con acronimi composti a grandi caratteri insieme alla onnipresente giacca anche lei nera. La giacca certo è il capo di rigore a Washington. Ma l’uomo più ricco del mondo, il “consigliere anziano” del presidente Usa perché si presenta al mondo in questo modo? Sta recitando il ruolo del giovane picchiatello alla corte dell’imperatore? Prova a mixare l’etichetta tradizionale della divisa da burocrate per mimetizzarsi da specialissimo “dipendente pubblico”?

Il look di Elon Musk

In giacca, camicia e cravatta d’ordinanza lo si è visto per il discorso di insediamento al Congresso: esattamente come accaduto per i tiratissimi Jeff Bezos (Amazon), Mark Zuckerberg (Facebook-Meta), Sundar Pichai (Google) e Tim Cook (Apple): tutti, compreso lui, vistosamente assenti al medesimo appuntamento del 2017. Il completo giacca-pantalone nello stesso tessuto non è mai stato sottovalutato da Donald Trump. Suo padre, un palazzinaro del Queens ne indossava uno ogni giorno, anche durante le visite ai cantieri. C’è un ottimo film The Apprentice che ricostruisce in maniera documentata l’ascesa dei Trump: è il primo mentore di Donald, l’azzimatissimo e chiaccheratissimo avvocato Roy Cohn a spiegargli che gli abiti sartoriali non sono neutri e un power suit è necessario avere successo. Siamo negli Anni ’70 e Cohn prima di introdurlo nella comunità degli affari lo porta “di peso” in una sartoria pagandogli di tasca propria il primo abito di “buona fattura”: una lezione che il futuro presidente non ha mai dimenticato. 

Il look di Trump

Da allora non ha mani smesso di indossare la sua “uniforme da lavoro” costituita da un completo di Brioni. Così fanno i suoi tre figli (anche quello adolescente) che legano le loro cravatte con lo stesso nodo spesso. Di più. Trump aveva una linea di abbigliamento venduta nei grandi magazzini Macy’s:  includeva abiti formali, cravatte, camicie e accessori maschili: immancabili i gemelli. La Trump Signature Collection prodotta da aziende come PVH Corporation, oggi proprietaria di brand come Tommy Hilfiger e Calvin Klein.  Macy’s interruppe la collaborazione nel 2015 a seguito delle dichiarazioni di Trump durante la sua campagna presidenziale, in particolare a riguardo dell’immigrazione. Da quel momento il brand iniziato a scomparire dal mercato e Trump, impegnato in ben altro non l’ha più rilanciato.

Il power dressing nella Silicon Valley

Resta il fatto che Elon Musk è frutto della cultura visiva della Silicon Valley, ambiente che a partire dagli Anni Novanta dello scorso secolo ha distrutto i connotati tradizionali power dressing. I giovani tycoon di quell’universo hanno iniziato a ostracizzare ogni forma di due pezzi sostituendolo con top poi divenuti iconici di questa nuova élite. La sconfitta definitiva di questo outfit nato alla fine del XIX Secolo è avvenuta quando la più grande banca d’affari del mondo JPMorgan Chase (316mila dipendenti) ha aggiornato il proprio dress code.  Lo ha fatto nel 2016, dichiarando che l’abbigliamento con giacca e cravatta non era più necessario permettendo ai dipendenti di vestirsi in modo più rilassato, per adattarsi a un ambiente di lavoro più moderno e per competere con le aziende tecnologiche paladine dei nuovi codici di abbigliamento. Washington negli Stati Uniti rimane in ogni caso la città in cui più di ogni altra si indossano abiti e cravatte. Il senatore repubblicano Roger Stone (già consigliere politico di Trump, condannato nel febbraio 2020 per crimini legati all’inchiesta sulle interferenze russe nelle elezioni presidenziali del 2016) a questo proposito nel 2018 ha addirittura dato alle stampe Stone’s Rules: How to Win at Politics, Business, and Style. La confusione dunque è grande: Musk con il Department of Government Efficiency sta applicando le tecnologie di cui è padre-padrone per distruggere, il burocrate in completo grigio ma lo fa con un messaggio non verbale potente (visto il personaggio e la frequenza della sua immagine sugli schermi di ogni parte del mondo) poco decifrabile. Musk non va mai sottovalutato, nel bene o nel male.

Aldo Premoli

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Aldo Premoli

Aldo Premoli

Milanese di nascita, dopo un lungo periodo trascorso in Sicilia ora risiede a Cernobbio. Lunghi periodi li trascorre a New York, dove lavorano i suoi figli. Tra il 1989 e il 2000 dirige “L’Uomo Vogue”. Nel 2001 fonda Apstudio e…

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