
La distinzione tra moda e design si è dissolta, dando vita a un linguaggio condiviso che attraversa materiali, forme e codici culturali. Entrambi i settori sono espressione di una visione estetica del quotidiano, e negli anni hanno imparato a contaminarsi a vicenda: la moda guarda al design per strutturare spazi, oggetti e narrazioni, mentre il design osserva la moda per trarne ispirazione in termini di immaginario, branding e desiderabilità. In questo contesto, la Milano Design Week si è affermata come uno dei principali luoghi di incontro tra i due mondi, diventando non solo una vetrina per il design d’arredo, ma anche un terreno fertile per la sperimentazione interdisciplinare. Oggi, sempre più brand del lusso – da Prada a Fendi – partecipano attivamente al Fuorisalone, trasformando showroom e boutique in installazioni immersive, dove il confine tra prodotto, arte e rappresentazione si fa sempre più sottile.

Tra passato e presente: la moda nel design, da visione estetica a strategia economica
Il dialogo tra moda e design non è una novità recente. Già negli Anni Trenta, Elsa Schiaparelli collaborava con Salvador Dalì e Jean-Michel Frank per la creazione di mobili, profumi e abiti surreali, aprendo la strada a una concezione della moda come arte applicata, non più relegata al solo guardaroba. Negli Anni ‘60 e ‘70, l’approccio interdisciplinare del Bauhaus e del design radicale italiano influenzava fortemente il mondo della moda: basti pensare alla tensione tra forma e funzione che univa le sperimentazioni di Ettore Sottsass con quelle di stilisti come Pierre Cardin o Paco Rabanne. A partire dagli Anni Ottanta, con il boom del Made in Italy, molte maison hanno cominciato a investire in Interior Design e arredamento, creando collezioni home che integrassero estetica, comunicazione e business. Oggi, la collaborazione tra moda e design è diventata una strategia fondamentale per i brand. La Milano Design Week 2024 ha visto la partecipazione di numerosi brand di moda, quali Loro Piana e Bottega Veneta.
I numeri della Milano Design Week 2025
Secondo i dati ufficiali diffusi da Fuorisalone.it e Adc Group, in meno di una settimana, l’edizione 2024 del Salone ha visto più di 360mila visitatori, anche grazie ai 1.125 eventi ufficiali per il Fuorisalone che coinvolgono tutta Milano. Il risultato fu nel 2024 un indotto economico di circa 260 milioni di euro. Dunque, questo legame non è più solo un gesto creativo, ma un’occasione per rafforzare la brand identity attirando nuovi pubblici, come turisti, collezionisti e professionisti del lifestyle. Infatti, per l’edizione 2025 della Milano Design Week, Confcommercio stima un indotto di 278 milioni di euro, in crescita del 16%.

La collaborazione tra moda e design negli anni
Sul piano creativo, sono diverse le collaborazioni che hanno e continuano a lasciare un segno profondo nella narrazione visiva condivisa tra moda e design. Uno degli esempi più emblematici è stato quello visto nella Milano Design Week 2016, quando Louis Vuitton, in collaborazione con il designer Marcel Wanders, ha presentato la Chaise Lounge all’interno della collezione Objets Nomades. Questo pezzo, esposto nella boutique del brand in via Montenapoleone, ha unito il patrimonio estetico di Louis Vuitton con l’innovazione del design, dando vita a un oggetto che trascende la sua funzione, diventando una vera e propria dichiarazione di stile. Più recentemente, nel 2023, Dolce&Gabbana durante la Design Week ha lanciato il progetto GenD (Generation Designers). Questa iniziativa ha coinvolto dieci giovani designer internazionali, che hanno lavorato a stretto contatto con gli artigiani italiani per sviluppare nove progetti unici. Il progetto ha enfatizzato l’incontro tra diverse culture e l’eccellenza dell’artigianato Made in Italy, dando vita ad arredi gioiello da vivere nel quotidiano.
Gli eventi imperdibili della Milano Design Week 2025
Guardando al presente, per l’edizione 2025, Gucci ha presentato l’esposizione Gucci | Bamboo Encounters presso il Chiostro di San Simpliciano. Curata dall’architetto Ippolito Pestellini Laparelli, l’esposizione ha esplorato l’eredità e la rilevanza contemporanea del bambù nel design, coinvolgendo sette artisti e designer internazionali. Il bambù, utilizzato per la prima volta da Gucci nel 1947 per la celebre borsa con manico in bambù, è stato reinterpretato in chiave moderna, sottolineando l’impegno del marchio verso la sostenibilità e l’innovazione. Prada, invece, ha organizzato il simposio Prada Frames al Teatro dei Filodrammatici. Curato dallo studio di design Formafantasma, l’installazione intitolata In Transit ha esplorato le relazioni tra ecologia, materiali sostenibili e design. La messa in scena si fa portavoce dei concetti di infrastruttura e mobilità, riflettendo sull’impatto delle rivoluzioni digitali e delle reti di distribuzione globali sulla vita quotidiana. Il symposium ha riunito esperti per discutere di ecologia e architettura, evidenziando l’approccio sostenibile e riflessivo del marchio verso il design e l’ambiente.
Erika del Prete
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