Sabotando l’interfaccia
Troppo spesso gli strumenti tecnologici con cui interagiamo vengono dati per scontati. Ma l'interfaccia non è un dato precostituito. Ecco un artista che la decostruisce e la trasforma. Si chiama Constant Dullart e si muove tra net art e concettualismo.
Sono lontani i tempi in cui si guardava a Internet con stupore e meraviglia, come a uno strumento vergine dagli enormi potenziali tutti da scoprire, o a uno spazio sconfinato da esplorare e modellare a proprio piacimento. Una volta scemata l’euforia iniziale, all’infatuazione subentra rapidamente l’abitudine, con conseguente drastica diminuzione di curiosità e attenzione per la forma e la struttura dei luoghi frequentati e degli strumenti utilizzati. In un web dominato da interfacce standardizzate e pronte all’uso, il rischio è che la forma più diffusa venga considerata l’unica possibile. I lavori online di Constant Dullaart si inseriscono in questo scenario manipolando le interfacce per indagarne il potenziale sociale intrinseco, attraverso operazioni tanto semplici e banali quanto potenti ed esplosive.
Significativa è la serie di opere che ha per soggetto Google: in thecensoredinternet.com i testi vengono sostituiti da una lunga serie di x, rendendo pressoché inutile ogni ricerca; therevolvinginternet.com impone alla homepage del motore di ricerca un movimento rotatorio continuo, con l’aggiunta di una colonna sonora; thedoubitinginternet.com fa oscillare la pagina come fosse il braccio di una bilancia, mentre thesleepinginternet.com introduce il ciclo del giorno e della notte calando la pagina nel buio.
YouTube as a Subject è invece un gruppo di lavori che analizza il format di presentazione dei video imposto da YouTube. YouTube as a Sculpture trasforma l’animazione di caricamento del file video in una scultura composta da otto palle di styrofoam disposte a cerchio su fondo nero e illuminate in sequenza. Nel video Falling Youtube, Dullaart gioca con il bottone del play facendolo cadere verso il basso; lo stesso bottone che in YouTube Strobe appare e scompare in modo intermittente ad altissima velocità.
Piccoli interventi che sono come lampi improvvisi in grado di scardinare la visione annebbiata e abitudinaria del quotidiano.
Matteo Cremonesi
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #3
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