L’ho letto su iPad
Gli editori di fumetti scoprono l'e-book. Fra i vari esperimenti, ecco che compare Rizzoli Lizard. Un editore sempre attento alla confezione del prodotto artistico, ma che stavolta scivola nella mediocrità dell'offerta digitale. Abbiamo letto “Adiós Muchachos” di Paolo Bacilieri. E la pensiamo così.
Giusto per sgombrare il campo da possibili dubbi, è bene chiarire da subito che il tablet è una piattaforma adeguata anche alla lettura dei romanzi grafici. Ma ogni operazione dev’essere studiata, pensata a fondo, ben calibrata. Non è sufficiente trasferire in digitale un’opera a fumetti per trasformarla automaticamente in e-book. Qualcuno ci ha provato, solo pochi ci sono riusciti davvero.
Perché leggere e sfogliare virtualmente una graphic novel significa poter fruire di soluzioni ed espedienti narrativi nuovi. Significa scrivere e ritmare una storia seguendo le regole di un linguaggio nuovo. Le piattaforme digitali non hanno un decalogo preconfezionato di norme da seguire per restituire un buon prodotto. Anzi. Approcciarsi alla scrittura e al disegno di opere destinate alla diffusione su tablet, beh, mette in gioco la creatività. Così la potenzialità della piattaforma porta alla creazione di nuove regole. Cambiano i ritmi, le pause. E oltre alle animazioni si aggiunge una cura ossessiva per i dettagli. Senza trascurare poi gli aspetti più tecnici: dall’universalità della lettura alla velocità di scorrimento delle pagine.
Con questi presupposti abbiamo acquistato, letto (e quindi recensito) il primo fumetto per iPad, stavolta tradizionalmente concepito. Si tratta di Adiós Muchachos, acquistato su bookrepublic a 11,99 euro. E già ci scontriamo con la prima grande delusione: il prezzo. La versione cartacea costa solo cinque euro in più. Una scelta di mercato che sicuramente non facilita né incentiva l’acquisto digitale dell’opera. Segue la seconda fase di questo straordinaria dramma moderno: il download. Sì, perché l’acquisto di un e-book non prevede certo la consegna a domicilio. No, il libro ti arriva direttamente per e-mail. Anzi, ti arriva il link che rimanda al download. Procediamo. Ma nella cartella dedicata del Mac non c’è un pdf. E neppure un epub. Niente che possa essere letto con un tradizionale iBook. Nella cartella download c’è piuttosto un file con estensione “acsm”. Significa che per scaricare il fumetto acquistato è necessario prima un software che vincola alla registrazione (Adobe digital edition), poi una app particolare per la lettura su iPad scoperta solo dopo svariate ricerche in forum e blog di nerd dedicati all’argomento (Bluefire reader). Che – guarda caso – a sua volta ha bisogno di una ulteriore autenticazione per sbloccare il codice di protezione.
Fatti tutti questi passaggi, ecco che finalmente arriva il momento della lettura. Si comincia. E scopriamo subito – ahinoi – che per sfogliare le pagine è necessario attendere tempi lunghi, lunghissimi. Tanto che quando si arriva a un nuovo capitolo – seguito da una pagina bianca come vuole la tradizione della carta stampata – non si capisce se si tratta di una scelta voluta o di problema di caricamento. (Senza considerare inoltre la pessima resa grafica della pagina che introduce ogni singolo capitolo.) Questo accade perché l’opera non è stata scritta e composta per essere letta su tablet.
Accade perché la Rizzoli Lizard, così preparata e impeccabile nelle produzioni cartacee, una volta creato il prodotto artistico l’ha riversato pari pari in digitale. Un po’ come pretendere di aprire una porta senza serratura con una chiave.
Infine la storia, che di fatto è il vero motivo d’interesse che ci ha portato a compiere questa – per ora inutile – epopea. Adiós Muchachos è un “noir a colori”. Una storia nata per la Francia e voluta dai tipi di Casterman. Dal romanzo di Daniel Chavarría è nata quindi un’avventura veloce, grottesca, a tratti paradossale e ben adattata da Matz. Nonostante questo, personaggi e contesti – compresa una Cuba restituita in scorci realistici e a volte molto dettagliati – non emergono a dovere, restando parzialmente sepolti in una superficialità leggera che si avvicina molto alla dimensione del puro intrattenimento. Fortuna che c’è Paolo Bacilieri, colui che ci ha messo la mano e la china. Il tratto è inconfondibile. Ma l’uso del colore proprio non si addice a un autore come lui, che dà il meglio di sé col bianco e nero. Meglio ancora quando si abbandona alle moderne influenze underground. Ma fa il possibile, grazie anche alla personalizzazione di un linguaggio riconoscibilissimo nello stile e nella forma. Certe inquadrature sono suggestive e sensuali. Una sensualità soft porno che fortunatamente non lo avvicina a quel Manara di cui è stato apprendista, bensì a Guido Crepax. Anche se la sua Alicia (e non solo lei) ha quella cinica femminilità che la rende davvero un personaggio autonomo, seppur mai profondo. Ma anche questa è solo una conseguenza della scrittura, non del disegno.
Gianluca Testa
Paolo Bacilieri, Matz – Adiós Muchachos
Rizzoli Lizard, Milano 2012
Pagg. 126, ill. col., € 17 (€ 11,99 e-book)
ISBN 9788817054270
lizard.rcslibri.corriere.it
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