La lettura nell’epoca delle app
Tre app per la lettura. Ma non parliamo di strumenti per ipovedenti o facilitatori simili. La scelta di Simona Caraceni cade oggi sull’evoluzione in mobilità dei cataloghi bibliotecari. Per prendere in prestito un volume con un paio di click. Anzi, di touch.
OPAC SBN
L’app dell’OPAC SBN, il Sistema Bibliotecario Nazionale, è stata sviluppata da Inera per l’ICCU – Istituto Centrale del Catalogo Unico nel febbraio 2014. Consente di accedere a circa 12 milioni di notizie bibliografiche corredate da 67 milioni di localizzazioni contenute nel Catalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale; permette la visualizzazione su mappa delle biblioteche che possiedono il documento, con navigazione guidata, ordinate alfabeticamente o per vicinanza (tramite posizione geografica via Rete o GPS); la visualizzazione delle informazioni (anagrafiche, orari, fotogallery ecc.) sulle biblioteche tramite accesso alla base dati ABI – Anagrafe delle Biblioteche Italiane; il salvataggio delle ricerche effettuate e delle notizie bibliografiche nei preferiti; la lettura del codice a barre per cercare un libro che magari vediamo in libreria ma non abbiamo voglia di acquistare. Non posso prenotarlo dalla app, ma posso sempre telefonare all’ottimo bibliotecario, no?
costo: gratis
piattaforme: iPhone, iPod Touch, iPad, Android
DATA MANAGEMENT PA
L’azienda Data Management PA Solutions è molto nota nell’ambiente dei Beni Culturali, essendo l’azienda che ha sviluppato Sebina, il software in uso in tutte le biblioteche della Nazione, e che ha provato a fare altrettanto con Samira, proposto a musei e archivi in tutt’Italia. Ecco che quindi, avendo per così dire “i dati in casa”, Data Management PA ha iniziato a sviluppare app per biblioteche o sistemi bibliotecari italiani: fra le tante, Biblioteche Umbria, Bibliando (rete delle biblioteche di Lecce), BiblioChiarini (cinematografica), National Library PZ (Potenza), Biblio UniVdA (Valle d’Aosta), Vibo Library (Sistema Bibliotecario Vibonese) e Sapere Bas, sul Polo Bibliotecario della Regione Basilicata. Queste app, democraticamente tutte uguali, permettono di cercare all’interno dei sistemi bibliotecari e, come unica differenza con la app dell’ICCU, permettono di prenotare il documento per il prestito, inserendo le credenziali della propria tessera della biblioteca, e di tenere sotto controllo le restituzioni dei libri.
costo: gratis
piattaforme: iPhone, iPod Touch, iPad, Android
LIBRARY OF CONGRESS
Dicono scherzando sul loro sito che questa app non servirà per cercare nell’archivio che la stessa Library of Congress sta tenendo dei 400 milioni di tweet giornalieri che si scambiano gli americani (nel 2013 erano 133mila gigabyte di dati, che crescono così come cresce l’utilizzo di Twitter negli States e nel resto del mondo), allo scopo di documentare la storia del Paese. E non fornisce nemmeno accesso al loro sterminato catalogo di opere d’ingegno (anche se esiste un’altra app che garantisce l’accesso a tutte le risorse audio e braille per i non vedenti, molto utile anche a tutti coloro che vogliono ascoltare audiolibri in lingua originale, in verità). Questa app mostra invece un tour virtuale dell’edificio e delle sue collezioni, ed è ricca di video, immagini e informazioni su una delle più importanti istituzioni degli Stati Uniti. E, cosa ancora più notevole, è stata sviluppata prevalentemente da tre bibliotecari, che si sono dedicati a questo impegno part time con grande impegno e passione. Altro che topi di biblioteca!
costo: gratis
piattaforme: iPhone, iPod Touch, iPad
Simona Caraceni
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #18
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