Crowdfunding. Per restaurare San Luca a Bologna
Ha funzionato e la cifra massima di raccolta ha superato i 9mila euro della media nazionale. E poi non dite che gli italiani detestano il digitale, non sono connessi e piuttosto che pagare con Paypal si fanno tagliare un dito. Un esempio da Bologna.
A Bologna, il “crowdfunding civico” è stato un grandissimo successo: 338mila gli euro raccolti, oltre 7mila i donatori effettivi. GINGER – Gestione Idee Nuove e Geniali in Emilia Romagna, realtà attiva nella promozione e realizzazione di progetti di crowdfunding con un forte legame con il territorio, ha ideato la campagna di crowdfunding intitolata Un passo per San Luca. Una vera e propria “passeggiata” che ha visto organizzatori, enti pubblici, fondazioni bancarie, sponsor e cittadini camminare insieme, mano nella mano, con l’obiettivo di raccogliere 300mila euro per i restauri più urgenti per il portico più lungo al mondo.
Un passo per San Luca è stato promosso dal Comune di Bologna e dal Comitato per il restauro del Portico di San Luca proprio come nel lontano 1884 la Statua della Libertà era stata finanziata da ben 120mila sottoscrizioni. Una volta si chiamava colletta ma, comunque si voglia definire, lo scopo è unire le persone per realizzare un unico progetto. E qui sta il punto. Perché il crowdfunding nell’immaginario collettivo è qualcosa che si fa online. Una colletta digitale basata sul passaparola e la condivisione virale.
La verità è un’altra: piccola o grande che sia, il successo di una campagna di crowdfunding dipende principalmente dalla capacità di organizzare eventi e iniziative. Che cosa è successo quindi a Bologna? Perché questa campagna ha funzionato? Primo ingrediente: la bravura. Lo staff di Ginger ha muscoli e cervello da vendere. Secondo: un simbolo. Il portico di San Luca fu costruito proprio grazie al contributo della cittadinanza. Terzo: lo storytelling. Nel 1677 donne e uomini trasportarono i materiali da costruzione sul Colle della Guardia passandosi di mano in mano i mattoni e proprio in quel luogo venne poi successivamente eretta la Basilica tanto cara ai bolognesi.
I tre fattori messi insieme hanno portato alla costruzione e poi alla realizzazione di una straordinaria campagna di raccolta fondi che getta le basi per definire quanto è realmente possibile fare per restaurare il nostro patrimonio artistico e architettonico. Tutti insieme con un unico obiettivo. La campagna ideata da Ginger ha coinvolto la cittadinanza in maniera orizzontale e verticale, creando una rete di relazioni e rapporti fra e con le persone e aziende del territorio. Per il San Locca Day, la giornata interamente dedicata al portico di San Luca organizzata il 12 ottobre 2014 e per la Bologna-San Luca di sabato 25 e domenica 26 ottobre (gara di velocità in salita per auto storiche), i donatori potevano ricevere in cambio come ricompensa i gadget #persanluca (spillette e adesivi dedicati ai restauratori del portico oppure buffe rane colorate). Un modo semplice per creare un forte senso di identità.
Il successo è arrivato. Ma non magicamente, come molti pensano sia il crowdfunding. Bensì come frutto di grande professionalità, programmazione e organizzazione. Il risultato è tangibile. L’impegno come sempre accade paga.
Emanuela Negro-Ferrero
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