Non sai disegnare? AutoDraw lo fa posto tuo. È la nuova diavoleria degli sviluppatori di Google
È già disponibile on line. È divertente, veloce, sorprendente. Un sistema che interpreta i brutti disegni di chi non ha nessuna capacità grafica e li trasforma in graziose illustrazioni…
Scarabocchi che diventano disegni d’autore? Non esattamente. Ma una specie di magia c’è. Dalle quattro linee storte di uno sgorbio tracciato su una pagina web, a un’immagine compiuta e gradevole. Le vie della tecnologia sono infinite. Il trucco l’ha inventato Google e si chiama AutoDraw, una piattaforma sperimentale che è una sorta di Paint evoluto e intuitivo. A fare la differenza non è certo il talento dell’utilizzatore medio, quanto l’intelligenza del software. Tu schizzi qualcosa e lui la riprende, la migliora, la corregge, inseguendo la logica delle forme e delle figure. Facile e smart, assicura il team degli sviluppatori: “Non c’è niente da scaricare. Niente da pagare. E funziona ovunque: smartphone, tablet, laptop, desktop”. E il tutto avviene in modalità condivisa e aperta: artisti e grafici che volessero arricchire il database in progress, da cui il sistema attinge per sostituire gli sgorbi di cui sopra, possono caricare disegni e illustrazioni.
IL BELLO DELLE MACCHINE?
Il tool sfrutta la stessa tecnologia elaborata per Quick Draw, il gioco on line che mette in dialogo uomo e Pc per delle mini gare a tempo: il secondo deve indovinare quello che il primo, col mouse o la tavoletta grafica, ha provato a disegnare in 20 secondi. Ed è questa la strada su cui ci si continua a muovere per affinare la “materia grigia” dei nostri dispositivi digitali. Sempre più capaci di leggere fra i pensieri, di potenziare le abilità cognitive, di decodificare suoni e immagini, di fare ricerche a partire da dati incompleti. Memoria, orientamento, conoscenza delle lingue, capacità di elaborazione visiva: quel che ci manca arriva dalle irrinunciabili macchine-protesi, sempre più scaltre.
E se il talento, l’intelligenza, l’emotività, la creatività e l’empatia restano ciò che ci separa irriducibilmente dai robot, non è più fantascienza immaginarsi un software che, ad esempio, partendo da un po’ di appunti sgrammaticati tiri fuori una pagina pulita di prosa, completando e perfezionando sintassi, punteggiatura, ortografia, stile. Un tocca sana per quell’abisso della lingua che sono diventati i social, e non solo. Le macchine impareranno a scrivere e parlare al posto nostro? Per ora si accontentano di disegnare. E tra curiosità e un filo di sgomento, un giretto su AutoDraw aiuta a sdrammatizzare. Enjoy.
– Helga Marsala
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati