20 anni di Osservatorio Culturale del Piemonte: il caso italiano di ricerca dati più longevo

In occasione dei suoi 20 anni di attività, l'Osservatorio Culturale del Piemonte ha messo in scena in una performance la rivoluzione digitale nei consumi culturali. Presentati su questo sfondo i dati della cultura nel 2017

Il caso italiano più longevo di osservatorio in ambito culturale, proprio nel 2018 – Anno Europeo del Patrimonio Culturale – compie venti anni. Stiamo parlando dell’Osservatorio Culturale del Piemonte (OCP) che dal 1998 – grazie a un protocollo d’intesa che vede la partecipazione di Regione Piemonte, Città di Torino, Fondazione CRT, Compagnia di San Paolo, AGIS Piemonte e Valle d’Aosta, IRES Piemonte, Camera di Commercio di Torino, Fondazione Fitzcarraldo – opera per restituire un quadro sistematico ed aggiornato delle principali variabili del settore culturale regionale.

IL CENTRO DI RICERCA

Venti anni di attività in cui il mondo è profondamente cambiato: nel 1998 difficilmente erano immaginabili le conseguenze a cui la rivoluzione digitale – già in corso da un ventennio – avrebbe dato luogo nella vita quotidiana di ognuno, solo qualche anno dopo. “Non è la cultura che cambia. A cambiare è il mondo, e la cultura dentro al mondo”, ha dichiarato Luca Dal Pozzolo, Direttore OCP. “Concentrarsi sulle minime variazioni dei dati, sui cambiamenti delle percentuali annuali, non è sufficiente. Dobbiamo cambiare prospettiva e capire quanto il digitale ha pervaso le nostre esistenze, impattando in modo capillare sui nostri comportamenti, dando origine a nuovi vissuti e a nuovi tipi di socialità, oltre che a nuovi modi di consumare cultura“.

Osservatorio Culturale Piemonte

Osservatorio Culturale Piemonte

LA RELAZIONE ANNUALE

Così, la presentazione della relazione annuale dei dati culturali in Piemonte è stata l’occasione per dare qualche anticipazione sulla futura ricerca dell’Osservatorio, alla luce delle nuove possibilità tecnologiche e del loro impatto sulle nostre vite. Il flusso dei contenuti culturali non è, infatti, più diviso in compartimenti stagni: si ascolta musica lavorando, ci s’informa e si legge allo stesso tempo, navigando nella rete. Le vite sono cambiate ed è necessario cercare modi nuovi per raccontarle perché in questo contesto i dati non bastano.  Di qui l’idea di adottare una diversa prospettiva d’analisi, che metta al centro le persone e i loro vissuti. Per far questo sono state realizzate circa 40 interviste a donne e uomini tra i 16 e gli 80 anni, con una prevalenza di adulti tra i 28 e i 40 anni, molti dei quali residenti a Torino e solo alcuni in piccoli centri di altre province del Piemonte. Un lavoro di analisi che l’Osservatorio ha deciso di raccontare attraverso la performance Vite Digitali, una rappresentazione della vita quotidiana con la regìa di Valter Malosti e la collaborazione di Elena Serra che – in occasione della Relazione Annuale 2017 – ha messo in scena alcuni aspetti chiave emersi dal percorso di ricerca. Tutto questo sullo sfondo dei dati della cultura nel 2017, in crescita nel comparto museale. “Il Piemonte ha registrato 6,64 milioni di ingressi ai musei, con un incremento dell’11% sull’anno precedente”, ha sottolineato l’Osservatorio. “Un monitoraggio sui musei statali piemontesi che, confrontato con quello nazionale, vede vincere i primi: un dato impensabile solo dieci anni fa”.

– Claudia Giraud

http://www.ocp.piemonte.it/

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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