Che gli strumenti elettronici utilizzati nei linguaggi della musica classica moderna portino a un confronto fra le “due culture” è evidente. E Scienza e Arte stanno oggi comunicando in maniera più intensa che nel passato attraverso il digitale. Il tema dell’interattività ripropone il tema dell’interazione e della partecipazione del pubblico ai processi creativi del suono, temi di continuo stimolo nella musica contemporanea e che vivono continue riscoperte.
Il gruppo CRM ‒ Centro Ricerche Musicali di cui fanno parte Laura Bianchini e Michelangelo Lupone è uno dei gruppi storici della sperimentazione della musica elettronica italiana e da diversi anni lavora in sintonia con l’area più tecnologica del suono prodotto applicando tecnologie avanzate come l’interattività e vari software di gestione digitale.
Artescienza è il nome della rassegna periodica e Interattivo-Adattivo il titolo di questa edizione. I lavori di Laura Bianchini e Michelangelo Lupone chiariscono questo concetto nella struttura di opere come le due installazioni ideate dai due insieme alla scultrice Licia Galizia. Lavori composti di fasce bianche di materie vetro-plastiche che il pubblico può manipolare producendo suoni diversi, poi memorizzati. La partecipazione del pubblico è così la fonte produttiva del suono “random” che i compositori utilizzano successivamente creando nuovi flussi sonori.
IERI E OGGI
I precedenti storici di queste operazioni d’interattività sono nel codice genetico della musica contemporanea e un precedente memorabile è un lavoro di John Cage in cui il pubblico entrava in una sala in cui ad aspettarlo c’erano degli strumenti ma non dei musicisti. Entrato nel gioco, il pubblico saliva sul palco e iniziava a manipolare gli strumenti e il suono nasceva come una sensibilizzazione del pubblico verso l’atto creativo e un invito alla musica come partecipazione e coinvolgimento. Autori giovani lavorano sull’interattività in diversi modi come Viviana Palladino e Alessandra Cannavacciuolo sul tema musica e immagine, o Balandino Di Donato con Inner, che rileva i ritmi cardiaci all’interno di una struttura astratta di Victoria Curtin Rivera. “Fisicizzare” i linguaggi espressivi è uno degli obbiettivi centrali nell’arte digitale ed è stato praticato in molti modi, in questo caso i diversi ritmi cardiaci introducono delle ritmiche nella musica, come anche Stockhausen indicava parlando di “ripetizione musicale” legata ai ritmi corporei. L’installazione Etereo-Schermi Musicali è composta di schermi di materiale che permette di trasmettere il suono e su questi si avvicendano diversi autori italiani e stranieri e gruppi di danza che li utilizzano per proposte acustiche e visive. Un collegamento con la videoarte, che ha preceduto l’interattività delle installazioni digitali nel dialogo con la musica, è dato da una rassegna di video che parte da uno dei pionieri, Peter Weibel, nella Vienna influenzata da Fluxus con le sue azioni, e continua con un percorso che definisce l’ingresso del video fra gli strumenti centrali nell’arte contemporanea. Peter Campus, brillante sperimentatore della videovisione, Bill Viola e le sue poetiche escursioni nella percezione, e poi la deriva “narrativa” di Klaus vom Bruch, Dorcas Müller e Johan Grimonprez. Esperienze oggi entrate nella prassi degli autori d’arte plastica e nei linguaggi audiovisivi, segnando il progressivo corrodersi dei confini fra linguaggi.
IL FESTIVAL
La rassegna ha coperto diversi spazi fra concerti e workshop disseminati fra Macro Asilo, Goethe Institut, Accademia di Spagna e Teatro Vascello. L’attività musicale circola poi in Italia e all’estero. Le poste in gioco di questa linea della musica contemporanea (sperimentazione spaziale, sonora, suoni autogenerati via computer, strutture sonore musicali random, interazione con il pubblico, compartecipazione creativa autori-pubblico) proseguono su linee portanti della musica moderna, a volte abbandonate a volte tornate in primo piano in una logica operativa che evidentemente non si esaurisce. Il termine artescienza è una “catchword”, un’esemplificazione delle complessità di rapporti già stabiliti all’interno della musica moderna e riesplosi oggi nelle possibilità inedite del digitale. Difficile creare teorie rigide su queste interazioni, poiché la crescita delle possibilità digitali e il loro mutamento continuo rilanciano sempre nuovi scenari. Resta il fatto, però, che fra i molti concetti fondanti della prima ondata digitale, arte e scienza oggi torna a essere uno dei concetti ispiratori dei nuovi media.
‒ Lorenzo Taiuti
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