Seconda Natura. L’arte digitale di Quayola in mostra all’Orto Botanico di Padova
Dal 14 novembre al 6 gennaio l'Orto Botanico di Padova ospita una mostra personale di Quayola, artista italiano con un'affermata carriera internazionale. Le sue opere fondono, a livello concettuale ed estetico, il mondo della natura con quello della tecnologia digitale
![Seconda Natura. L’arte digitale di Quayola in mostra all’Orto Botanico di Padova](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2019/10/Jardins-dÉté-Quayola-023-1024x682.jpg)
La natura incontra il suo doppio digitale in una mostra che sta per aprire all’Orto Botanico dell’Università di Padova, un luogo insolito e affascinante che fa parte del Patrimonio Unesco. Prodotta dalla Fondazione Alberto Peruzzo in collaborazione con la Galleria Marignana Arte di Venezia, Seconda Natura è una personale di Quayola (Davide Quagliola; Roma, 1982), artista romano da molti anni residente a Londra, molto noto a livello internazionale. La sua ricerca, che si sforza di trovare nuove modalità estetiche e concettuali per comprendere la tecnologia e soprattutto per mettere a fuoco il suo ruolo all’interno dei meccanismi di percezione e comunicazione umana, ha spesso preso come punto di partenza gli elementi naturali, con predilezione per piante e giardini.
TRA NATURA E ARTIFICIO
Negli spazi dell’Orto Botanico verranno esposte opere delle serie Remains e Jardins d’Été, che hanno per soggetto fiori e foreste, richiamandosi anche alla grande tradizione della pittura di paesaggio ottocentesca, dagli Impressionisti a Vincent van Gogh. La visione dell’uomo e quella della macchina qui si intrecciano e compenetrano, dando vita a un’estetica ibrida, complessa, in grado di superare qualsiasi contrapposizione dualistica tra naturale e artificiale. Nei Jardins d’Été ad esempio, i segni di colore evocano la pittura impressionista, ma le pennellate sono in realtà generate, sempre diverse, da una serie di algoritmi. La foresta spettrale di Remains, invece, è ricostruita a partire da una serie di dati numerici raccolti tramite la tecnica del laser scanning 3D e poi trasformanti in una nuvola di fittissimi puntini bianchi.
– Valentina Tanni
![Quayola, 'Remains: Vallée de Joux', Ultra-high-resolution inkjet prints](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2019/10/Remains_-Valle%CC%81e-de-Joux-Quayola-031-768x512.jpg)
![Quayola, 'Jardins d'Été', 4k video](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2019/10/Jardins-dE%CC%81te%CC%81-Quayola-023-768x512.jpg)
![Quayola, 'Remains: Vallée de Joux', Ultra-high-resolution inkjet prints](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2019/10/Remains_-Valle%CC%81e-de-Joux-Quayola-Remains-1-768x521.jpg)
![Quayola, 'Jardins d'Été', 4k video](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2019/10/Jardins-dE%CC%81te%CC%81-Quayola-I1-3__A-04991-768x453.jpg)
![Quayola, 'Remains: Vallée de Joux', Ultra-high-resolution inkjet prints](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2019/10/Remains_-Valle%CC%81e-de-Joux-Quayola-Remains-8-768x512.jpg)
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