Tutta la storia della civiltà Maya online. Il progetto del British Museum e Google Arts & Culture
La piattaforma culturale virtuale mette in mostra la collezione della civiltà Maya conservata nel museo inglese e appartenuta a Alfred Maudslay, tra i primi esploratori e archeologi europei a studiare l’antico popolo mesoamericano
La storia e i capolavori della civiltà Maya a portata di click. È questo l’ultimo progetto promosso dal British Museum di Londra e da Google Arts & Culture, permettendo al pubblico di tutto il mondo di conoscere l’importante collezione Ancient Maya – conservata nel museo inglese – appartenuta ad Alfred Maudslay (Lower Norwood Lodge, 1850 – 1931), tra i primi esploratori e archeologi europei a studiare la civiltà Maya. La raccolta è composta da fotografie, calchi e documenti prodotti durante le prime ricerche archeologiche presso i siti Maya alla fine del XIX secolo. In collaborazione con il Mexican National Institute of Anthropology and History (INAH), il popolo della rete adesso può esplorare virtualmente la collezione Maudslay e comprendere meglio la storia dei siti da cui provengono i reperti della raccolta.
LA CIVILTÀ MAYA DAL BRITISH MUSEUM A GOOGLE ARTS & CULTURE
Sulla pagina di Google Arts & Culture dedicata al progetto sono fruibili contenuti speciali, storie legate alla collezione Maya del British Museum. Sono disponibili inoltre nuovi Poly Tour in realtà virtuale, che possono trasportare i visitatori negli antichi siti Maya di Palenque e Chichen Itzá in Messico, utilizzando i loro telefoni cellulari e Google Cardboard. Uno speciale viaggio in Google Earth Voyager consente al pubblico di ritrovare le fotografie di Alfred Maudslay nel loro contesto originale, volando virtualmente da una città all’altra. Sulla piattaforma è inoltre possibile conoscere meglio la storia e le avventure di Alfred Maudslay: tra il 1880 e il 1890 l’archeologo viaggiò molto in Messico e nell’America Latina, diventando il primo visitatore a documentare scientificamente i siti Maya di Palenque, Yaxchilán o Tikal usando tecniche di registrazione allora all’avanguardia. La collezione comprende oltre 800 negativi in lastre di vetro, 350 dei quali provenienti dal Messico, e oltre 1000 pagine di archivi, tra cui i diari personali di Maudslay. Quasi 200 calchi in gesso provenienti dal Messico sono stati scansionati in 3D, consentendo così di “riunire” i monumenti in forma digitale. “Questo progetto è incentrato sulla tecnologia dell’immaginazione”, ha dichiarato Jago Cooper, curatore della sezione Africa, Oceania e Americhe del British Museum. “Chiunque al mondo adesso può fare un viaggio straordinario dai magazzini del British Museum alle straordinarie città del mondo antico Maya. Questo è un viaggio di conoscenza basato sulle ultime tecnologie del nostro tempo”.
GOOGLE ARTS & CULTURE, I MUSEI E NON SOLO
Quella stretta con il British Museum non è il primo caso di collaborazione che la piattaforma digitale ha stretto con musei e istituzioni culturali internazionali al fine di promuovere e far conoscere arti e artisti di tutte le epoche nella rete. Tra i progetti di Arts & Culture rientrano, tanto per fare qualche esempio, la retrospettiva virtuale che Google ha dedicato a Frida Kahlo, Faces of Frida, e Open Heritage, piattaforma che mappa e crea modelli 3D di aree archeologiche difficilmente visitabili a causa di guerre o rischi ambientali, l’API del Met di New York, l’application program interface che rende fruibili e scaricabili gratuitamente le immagini delle opere della collezione del museo, e Meet Vermeer, la prima retrospettiva online dei dipinti di Vermeer organizzata in collaborazione con il Mauritshuis Museum all’Aia.
– Desirée Maida
www.artsandculture.google.com/project/exploring-the-maya-world
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