I migranti di ieri e di oggi a confronto: a Piacenza apre il MES – Museo dell’Emigrazione

Inserito all’interno del programma Piacenza 2020, questo nuovo museo riporta a galla il ricordo dell’emigrazione di massa compiuta dagli italiani a inizio Novecento. Attraverso un percorso interattivo, caratterizzato da un apparato multimediale, testimonianze, documenti video e ricostruzioni di luoghi e ambienti

Alle tante polemiche sul fenomeno dell’immigrazione al centro del dibattito attuale, si replica spesso che ci siamo dimenticati di quando gli immigrati eravamo noi italiani: milioni e milioni di persone. Un assunto forse banale ma verissimo, che riporta alla realtà dei fatti: la storia dell’umanità è sempre stata un costante spostamento di popoli in direzione di un’aspettativa di vita migliore. È il principio su cui si fonda il nuovo MES – Museo dell’Emigrazione Giovanni Battista Scalabrini, dedicato al vescovo di Piacenza in carica dal 1876 al 1905, conosciuto come il “Padre dei migranti” per aver fondato La Congregazione dei missionari scalabriniani a Piacenza nel 1887, in assistenza agli emigranti italiani, poi estesa ad altri continenti. Le vicende dei suoi missionari si intrecciano con quelle dei migranti e vengono raccontate all’interno del percorso museale. Il MES è promosso dal Comune di Piacenza, dalla Fondazione Piacenza e Vigevano e dalla Diocesi Piacenza-Bobbio e va a inserirsi nel programma di Piacenza 2020 – Emilia 2020, che ha per tema “Crocevia di culture”.

MUSEO DELL’EMIGRAZIONE: IL PERCORSO

Allestito all’interno della Casa madre dei Missionari Scalabriniani, il MES si struttura come un’esposizione multimediale immersiva che ripercorre l’esperienza migratoria in tutte le sue fasi, dalla partenza, al viaggio, all’arrivo e all’inserimento in un paese straniero. Una narrazione che si espande per quattro sale, e inizia dalla storia delle migrazioni, in particolare quella del popolo piacentino ed emiliano-romagnolo, a partire dalla seconda metà del XIX secolo, attraverso materiale audio-visivo tratto dal repertorio archivistico della Casa Madre dell’Ordine Scalabriniano. Testimonianze, immagini, proiezioni e ricostruzioni restituiscono una fotografia realistica del malessere sociale vissuto al tempo e delle fatiche affrontate dai migranti durante il viaggio, fino al raggiungimento della meta, Ellis Island, l’area di confine al di là della quale li attendeva la “Terra Promessa”, la Grande Mela.

MUSEO DELL’EMIGRAZIONE: ITALIANI A NEW YORK

Da lì il racconto prosegue attraverso le tante discriminazioni e ostilità che gli italiani emigrati dovettero subire prima e durante il lento percorso di integrazione nel tessuto americano. Una vicenda che a questo punto si intreccia con quella di Giovanni Battista Scalabrini, del quale viene raccontato l’operato e i viaggi intrapresi per visitare le missioni scalabriniane oltreoceano: negli Stati Uniti nel 1901 e in Brasile nel 1904. Il MES intende soprattutto fare luce su una vicenda storica, come l’emigrazione italiana”, spiegano gli organizzatori, “sulla quale è calato il silenzio, proprio nel momento in cui si fa ogni giorno più acuto il dramma di intere generazioni che, ieri come oggi, fuggono dalla povertà e dalla miseria, dalla guerra e dalla violenza, dallo sfruttamento e dalla persecuzione”. È la chiave di volta per collegare i fatti storici con il tempo presente: nella sala conclusiva del percorso vengono mostrati alcuni ritratti video-fotografici di immigrati a Piacenza realizzati nell’ultimo ventennio, che raccontano la situazione attuale connessa all’attività dei padri scalabriniani, la quale prosegue tuttora e si impegna ogni giorno per educare la collettività alla “cultura dell’accoglienza”, verso l’idea di una “casa comune”.

-Giulia Ronchi

MES – Museo dell’Emigrazione Giovanni Scalabrini
Casa Madre dei Missioniari Scalabriniani
via Francesco Torta 14, Piacenza
[email protected]
www.scalabriniani.org

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Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

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