Leonardo da Vinci in un libro interattivo
Leonardo da Vinci e Banksy sono parte della collana dei libri ChatBOT “100 domande 150 risposte”, ideati e scritti da Andrea Concas, che raccontano i grandi artisti oltre le pagine del libro e gli unici ad aggiornarsi in tempo reale. Un libro interattivo, che grazie ad ArteConcasBOT, guida l’utente tra contenuti a portata di smartphone. Con il telefono in mano, andando sul sito www.arteconcas.it e, digitando la parola chiave LVARTRIBUNE, si accede ai contenuti interattivi su Leonardo e la mostra al Louvre.
Il Museo del Louvre di Parigi ha inaugurato la più grande retrospettiva dedicata a Leonardo da Vinci; un’opportunità unica per tutti gli appassionati, alla quale è bene arrivare preparati.
Il Louvre, che già vanta il più consistente corpus di dipinti e disegni del genio di Vinci, per l’occasione si arricchisce di importanti opere di Andrea del Verrocchio, Marco d’Oggiono, Lorenzo di Credi, Antonello da Messina, Rubens, Hans Memling, Boltraffio, Alessio Baldovinetti e Gian Cristoforo Romano e per la prima volta offre agli spettatori la possibilità di interagire virtualmente con la celebre Gioconda, grazie all’installazione in Virtual Reality dal titolo Mona Lisa Beyond the Glass.
Per comprendere la portata rivoluzionaria della poetica dell’artista toscano e darne una lettura in chiave contemporanea, il mio libro ChatBOT 100 domande 150 risposte su Leonardo da Vinci, edito da Mondadori Electa, permette di unire la fisicità della carta stampata alle potenzialità dei contenuti interattivi quali video e messaggi a portata di smartphone.
Un sistema automatizzato, programmato per rispondere a domande prestabilite con applicazioni di messaggistica istantanea, sito web e assistenti vocali, consente di accedere a contenuti interattivi come video, immagini, citazioni e quiz. Una guida “alternativa” alla mostra parigina, attraverso una selezione di domande raggruppate per parole chiave.
#ARTIST
Per entrare alla corte milanese di Ludovico Sforza detto “Il Moro”, nel 1482 Leonardo si descrive come un “professionista dell’arte, ingegnere militare e civile”, capace di costruire macchine da guerra straordinarie.
Chi scopre per primo il suo talento?
È un bambino vivace e curioso Leonardo, vive con il nonno Antonio e lo zio Francesco a Vinci, il padre ser Piero fa il notaio a Firenze. Leonardo cresce in una casa immersa nella natura, passa le ore a disegnare, osserva tutto e non si fa sfuggire nessun dettaglio, tanto da rendere quegli scarabocchi delle piccole opere d’arte, segno della scintilla che ritroveremo in tanti dei suoi capolavori. Alla morte del nonno, nel 1468, Leonardo ha appena sedici anni, tutto per lui cambia; il padre Piero ritorna a Vinci e prende con sé il figlio per portarlo a Firenze, alla bottega del maestro Verrocchio. È in quel momento che il padre, rimasto lontano per tanti anni, si rende conto del suo talento, capacità che non dovrà essere sprecata.
Leonardo diventa il “Big Bang” del Rinascimento, va oltre i confini del sapere, oltre la cerchia dei benpensanti, muovendosi suadente e affascinante nelle corti dei più ricchi e potenti, come nelle strade tra gli umili e le bettole. Con un suo segno di matita racconta la vita di tutti, belli o brutti, così come inventa macchine mai viste.
Per quale motivo si trasferisce da Firenze a Milano nel 1482?
È il grande momento di Leonardo: Lorenzo de’ Medici, signore di Firenze, si fida di lui. Leonardo è giovane, ha appena trent’anni, ma così tante idee e progetti in testa che non basterebbero anni per disegnarli e spiegarli. È il momento di andare in missione diplomatica a Milano da Ludovico Sforza, il bellicoso Moro, interessato a mantenere il potere, a costruire fortificazioni per i suoi castelli e a realizzare il più grande monumento equestre per suo padre.
Leonardo è pronto ad accettare la sfida. Le sue idee non hanno confini o limiti di corti e casate, Leonardo si sposta per migliaia di chilometri chiamato dai potenti tra Firenze, Milano, Mantova, Venezia, Bologna, Urbino, Roma, infine Amboise, nella terra di Francia, tutto per concretizzare i suoi progetti, immaginando persino una “città ideale” a misura d’uomo.
Perché il re di Francia Francesco I gli chiede di lasciare l’Italia?
Leonardo, all’arrivo dei francesi a Milano nel 1499, fugge dalla città dove lavora ormai da vent’anni. Riprende a viaggiare, in cerca di luoghi dove è libero di sperimentare, ideare, progettare macchine e congegni mai visti prima. Arriva a Roma, dove tutto è grande, è la città eterna che ha accolto i grandi imperatori, in Vaticano c’è il Papa. Ma in quella città così ricca di possibilità, la concorrenza è spietata. A Roma ritrova anche Michelangelo, suo acerrimo nemico artistico. Non passa però molto tempo, Leonardo ha sessant’anni quando il re di Francia, Francesco I, lo invita ad Amboise per lavorare, e gli mette a disposizione un intero castello: per lui è arrivato il momento di ripartire.
PAROLE CHIAVE: LVTALENTO – LV1482 ‒ LVLAFUGA
#ARTWORKS
Il Louvre, per la retrospettiva su Leonardo, ha chiesto in prestito a musei e istituzioni di mezzo mondo dipinti, disegni, manoscritti e sculture, per un totale di 120 opere.
Fra i prestatori, solo per citarne alcuni, la Royal Collection Trust, il British Museum, la National Gallery di Londra, la Pinacoteca Vaticana, la Biblioteca Ambrosiana di Milano, le Gallerie dell’Accademia di Venezia, il Metropolitan Museum di New York, l’Institut de France e molti altri. Ma la suspense maggiore si è avuta sulla richiesta, all’Italia, dell’Uomo Vitruviano.
Qual è il suo disegno più famoso?
Per Leonardo i disegni sono appunti dei suoi illuminati pensieri. I tratti sono accurati, dettagliati, talvolta sembrano in 3D con le ombre e la prospettiva. I disegni del corpo umano diventano tavole per l’anatomia artistica e medica. Sono migliaia quelli realizzati, ma uno in particolare, conservato alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, è al centro di un affaire Italia-Francia: si tratta dell’Uomo Vitruviano, misterioso e intrigante quanto basta. Il prezioso disegno, superati gli ostacoli di un ricorso al tribunale amministrativo, finalmente si mette in viaggio, con alcune regole per la sua tutela, pronto ad affiancarsi ad altri grandi capolavori del maestro.
Quali simboli e segreti nasconde l’Uomo Vitruviano?
I segni lasciati su quel foglio così fragile vedono al centro di un cerchio e di un quadrato un uomo, con quattro braccia e altrettante gambe: tutto è misurabile, ma qualcosa non torna. Ci sono (forse?) messaggi nascosti di Leonardo ancora da scoprire? Leonardo, oltre i disegni, si è distinto come abile artista grazie alla pittura, che definiva come la sola “scienza”. È proprio su questo fil rouge che la grande retrospettiva parigina si sviluppa, forte di avere, già all’interno della propria raccolta, opere straordinarie. Il Louvre può infatti vantare il possesso di capolavori attribuiti, in modo incontrovertibile, al maestro di Vinci, come la prima versione della Vergine delle Rocce e ancora la dolcissima Sant’Anna, la Madonna e il Bambino con l’agnello senza dimenticare la Belle Ferronière, tornata per l’occasione dalla sede del Louvre di Abu Dhabi, e infine il San Giovanni Battista.
Ma Leonardo quali opere non ha mai finito?
Sembra impossibile, eppure è capitato più volte che il genio fiorentino non abbia portato a termine i suoi dipinti, lasciandoli, di fatto, incompiuti per cause molto diverse tra loro, come imprevisti, tecniche pittoriche sperimentali, viaggi e invasioni di eserciti nemici.
Una conferma arriva proprio dal cronista del Cinquecento Giorgio Vasari, che nella biografia dedicata a Leonardo scrive: “Per dare spazio all’intelligenza, Leonardo iniziava molte cose che poi non finiva, pensava che le sue mani mai avrebbero potuto raggiungere la perfezione dell’arte e delle cose che lui immaginava nella sua mente”. È sorprendente, ma nell’elenco delle opere incompiute si inserisce anche quella più famosa e “fiore all’occhiello” del Louvre: la Gioconda.
PAROLE CHIAVE: LVDISEGNO – LVVITRUVIANO ‒ LVINCOMPIUTE
#ARTWORLD
Molte le informazioni che si conoscono su Leonardo, la maggior parte grazie ai Codici, piccoli manoscritti formati da oltre cinquemila fogli con disegni, schizzi, studi sull’anatomia umana, progetti di nuove macchine e appunti sulle sperimentazioni tecniche e pittoriche.
Esistono immagini di Leonardo?
È lui stesso, nell’Autoritratto del 1515, che ci racconta com’era all’età di circa sessant’anni: barba lunga e folta, lo sguardo pensieroso, i capelli fluenti sulle spalle. Il disegno realizzato a sanguigna, di appena 22 x 33 cm, è oggi custodito e protetto nella Biblioteca Reale di Torino, dentro una teca di vetro ad atmosfera controllata, perché fragilissimo. Fragile come il velo che avvolge nell’ombra la vita “privata” del maestro, di cui si sa pochissimo, se non del grande affetto nutrito per i suoi allievi, Francesco Melzi e Gian Giacomo Caprotti detto Salaì.
Quale allievo è stato ritratto da Leonardo?
È il giovane Caprotti, vicinissimo a Leonardo, oggi riconosciuto quale modello che ha posato per alcune celebri figure leonardesche, anche per lo stesso San Giovanni Battista del Louvre.
Il Caprotti, l’allievo dal volto dolce, è entrato in bottega dal maestro toscano nel 1490 e subito ribattezzato per la sua indole indisciplinata con il soprannome Salaì, ossia “diavoletto”.
Forse per il suo carattere ribelle, sarà proprio Salaì a non seguire il maestro nell’ultimo viaggio, quello verso la Francia nel 1517, nel castello di Amboise, dove viene invece accompagnato dall’altro fedele allievo Francesco Melzi.
Perché Francesco Melzi è stato il suo erede?
Vivere accanto al grande Leonardo non dev’essere stato semplice e Francesco, abile artista, mette da parte la sua promettente carriera per un compito totalizzante, seguire fino alla fine il maestro, per diventare l’erede del suo sapere.
PAROLE CHIAVE: LVAUTORITRATTO – LVSALAI ‒ LVMELZI
‒ Andrea Concas
Parigi // fino al 24 febbraio
Leonardo da Vinci
MUSÉE DU LOUVRE
Rue de Rivoli
www.louvre.fr
Andrea Concas ‒ Leonardo da Vinci. 100 domande 150 risposte
Mondadori, Milano 2019
Pagg. 224, € 9,90
ISBN 9788891823199
www.mondadori.it
Articolo pubblicato su Grandi Mostre #19
Abbonati ad Artribune Magazine
Acquista la tua inserzione sul prossimo Artribune
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati