1922 ‒ LÁSZLÓ MOHOLY-NAGY ‒ TELEPHONE PICTURES
Una serie di dipinti in smalto su acciaio che l’artista ungherese dichiarò di aver ordinato per telefono, trasformando l’opera d’arte in un set di istruzioni comunicabili via telefono.
1933 ‒ FILIPPO TOMMASO MARINETTI & PINO MASNATA ‒ LA RADIA. MANIFESTA FUTURISTA
Il testo rivendica l’importanza della radio e le sue potenzialità artistiche, cambiando per sempre il rapporto fra l’artista e il suo pubblico.
1977 ‒ DOUGLAS DAVIS ‒ THE LAST NINE MINUTES
Performance live eseguita sulla tv tedesca in collegamento satellitare da Documenta VI a Kassel. Allo stesso programma di azioni teletrasmesse parteciparono Nam June Paik e Joseph Beuys.
1977 ‒ KIT GALLOWAY & SHERRIE RABINOWITZ ‒ SATELLITE ARTS PROJECT
Grazie all’uso della tecnologia satellitare, due gruppi di danzatori situati in location lontanissime tra loro ballarono insieme usando lo schermo come luogo di incontro.
1982 ‒ ROBERT ADRIAN X ‒ THE WORLD IN 24 HOURS
Un evento di 24 ore organizzato in occasione di Ars Electronica a Linz, a cui parteciparono decine di artisti da tutto il mondo, collegandosi tramite fax, telefoni, reti telematiche e slow scan television.
1983 ‒ ROY ASCOTT ‒ LE PLISSURE DU TEXTE
Progetto realizzato per la mostra Electra, curata da Frank Popper al Musée d’Art Moderne de la Ville a Parigi. L’opera sfruttò il sistema telematico Artex per creare una narrazione collaborativa.
1984 ‒ NAM JUNE PAIK ‒ GOOD MORNING, MR. ORWELL
Mitica trasmissione satellitare organizzata la sera di Capodanno del 1984, fa riferimento al celebre libro di George Orwell. Collegò New York, Parigi, la Germania e la Corea del Sud raggiungendo milioni di spettatori.
1991 ‒ WOLFGANG STAEHLE ‒ THE THING
Storica community dedicata al dibattito su arte e cultura contemporanea fondata da Wolfgang Staehle a New York sotto forma di BBS (Bullettin Board System) e approdata poi sul web nel 1995.
1995 ‒ JODI ‒ WWWWWWWWW.JODI.ORG
Nel contesto del web ordinato e prevedibile degli Anni Novanta, il sito del duo artistico Jodi introduceva una variabile caotica e sorprendente. Rovesciando, letteralmente, l’interfaccia: il codice davanti, il contenuto dietro. Una loro opera è entrata in collezione al MoMA di New York e si è guadagnata un’intera sala nel nuovo allestimento.
1996 ‒ OLIA LIALINA ‒ MY BOYFRIEND CAME BACK FROM THE WAR
Una delle più precoci riflessioni sul tema della narrazione ipertestuale al tempo del web. Il linguaggio HTML viene utilizzato come strumento per costruire una storia ispirandosi al montaggio cinematografico.
1996 ‒ ETOY ‒ DIGITAL HIJACK
Basata su un sapiente utilizzo dei motori di ricerca, questa storica performance “catturava” gli utenti durante le normali sessioni di navigazione, costringendoli a subire un simbolico riscatto.
1996 ‒ MARTINE NEDDAM ‒ MOUCHETTE
La vera identità di Mouchette, un’artista olandese che sul sito web dichiarava di avere solo tredici anni, è rimasta segreta a lungo, trasformando il progetto in un oggetto di culto. L’opera indaga il tema della personalità e della sua espressione ai tempi di Internet.
1997 ‒ VUK ĆOSIĆ ‒ DOCUMENTA DONE
Un’azione pirata ai danni di Documenta X, che quell’anno aveva incluso la Net Art, ma ghettizzandola e mostrandola su postazioni offline. Ćosić copiò l’intero sito della manifestazione e lo mise a disposizione sul proprio server.
1997 ‒ I.O.D ‒ THE WEBSTALKER
Mettendo in discussione il concetto stesso di interfaccia, The Webstalker, uno dei tanti browser d’artista rilasciati negli Anni Novanta, costringeva a riflettere sul potere cognitivo del software.
2000-03 ‒ 0100101110101101.ORG ‒ LIFE SHARING
Un’operazione di trasparenza radicale, che vide i due artisti italiani – oggi conosciuti come Eva e Franco Mattes – mettere in condivisione il proprio computer con il mondo intero per tre anni. Al grido di “privacy is stupid”.
‒ Valentina Tanni
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #52
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