Monologhi al Telefono è una nuova audio-serie di Artribune tutta da ascoltare. A parlare sono gli artisti che, raggiunti da una telefonata silenziosa, si rapportano con un ipotetico ascoltatore raccontando gli aspetti più intimi della loro ricerca. Un sistema che supera il concetto dell’intervista classica a favore di un approccio libero, dove l’artista simula una conversazione e l’utente diventa l’interlocutore. L’intervistatore agisce dietro le quinte, quando a microfoni spenti programma con l’artista il giorno e l’ora della chiamata, proponendogli un’intervista non strutturata che azzera il concetto di pianificazione a favore di una modalità che si svincola dalle direzioni.
FLAVIO FAVELLI
Un telefono squilla, un artista risponde. Oggi è la volta di Flavio Favelli, artista fiorentino classe 1967 che si muove nel panorama dell’arte contemporanea tra collages di oggetti, installazioni site specific e interventi di arte pubblica, ricomponendo e ricostruendo memorie e dettagli. Dai mercati delle pulci o dai rivenditori vintage spesso reperisce materiali, mobili e immagini con i quali stabilisce un legame intimo. Queste scoperte di seconda mano vengono intrecciate con la sua storia personale ed entrano in rapporto con gli ambienti in cui sono esposte. Come unico custode della storia della sua famiglia – “figlio unico, bambino solo e ora unico erede” dichiara lui stesso – porta con sé frammenti di epoche lontane, che condisce spesso con alcuni segnali, come marchi o slogan, usati per identificare il periodo. Il suo ultimo libro “Bologna la Rossa” si presenta come un’insolita autobiografia: l’artista racconta, mediante gli avvenimenti personali, una parte di storia di Bologna, mescolando ai ricordi di un’infanzia difficile, una serie di ricorrenze tragiche avvenute contemporaneamente e alcune campagne pubblicitarie promosse in parallelo.
LA STORIA DI BOLOGNA E LA FAMIGLIA DELL’ARTISTA
Nel suo monologo al telefono racconta due vicende che riguardano la sepoltura dei suoi genitori. L’artista manifesta la volontà di voler progettare un monumento funerario ma, richiamando il ricordo di un progetto per un cimitero mai realizzato di Arnaldo Pomodoro (incontrato in un seminario quando era giovane) rivela, la possibilità che anche questo suo progetto potrebbe rimanere solo un disegno sulla carta.
Il Monologo di Sissi
Il Monologo di Andrea Mastrovito
Il Monologo di Pietro Ruffo
–Donatella Giordano
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