Metti un pomeriggio del 2008 e 4 amici, non “al bar” ma seduti su un divano casalingo viterbese. Nelle loro mani il primo I Phone e in testa tanta voglia di condividere la passione per la tecnologia. Così nasce Medioera, il festival di cultura digitale che dal 2009 ha reso Viterbo luogo di incontro per gli amanti dell’innovazione tecnologica. “L’amicizia, il desiderio di far stare insieme le persone e la curiosità per il digitale hanno fatto il resto” racconta Massimiliano Capo, direttore artistico del festival fin dalla sua prima edizione, che insieme a Mauro Rotelli, Marco De Carolis e Claudio D’Angeli ha trasformato una passione comune in un appuntamento partecipato.
MEDIOERA: IL FESTIVAL DIFFERENTE
“Il nostro obiettivo era provare a raccontare la trasformazione in corso. Abbiamo iniziato in era pre-social con le potenzialità di uno smartphone e ci siamo trovati ad accompagnare la rivoluzione che i social ci hanno fatto vivere e con cui conviviamo” ricorda Massimiliano Capo. Dal 2009 infatti Medioera ha intercettato, anticipandolo e poi seguendolo, l’evolversi del digitale, attraverso incontri, talk, workshop, progetti speciali e collaborazioni con università. Con un format che ha prediletto l’incontro e il confronto in presenza con studiosi e professionisti, il festival ha puntato sui contenuti che riguardassero i settori interessati dal diffondersi della tecnologia, come scuola, tv, politica, arte e creatività, “ma sempre da un punto di vista della relazione tra le persone” sottolinea Capo. Di taglio alto e basso, di nicchia e mainstream, l’esplorazione e l’approccio all’analisi dei diversi contenuti ha permesso a Medioera di mantenere uno sguardo capace di leggere la complessità della realtà. Un’altra sua peculiarità è stata il rapporto con la città di Viterbo perché specifica Capo “Abbiamo sempre ambito a “pensare globalmente e ad agire localmente” e il fatto di organizzare un festival in provincia per noi è stato un vantaggio che ci ha permesso di incidere maggiormente sul territorio”.
MEDIOERA: LE COLLABORAZIONI
Diverse, infatti, le collaborazioni di Medioera con le attrazioni storiche e turistiche del Comune, tra cui l’evento madre della città: il Trasporto della Macchina di Santa Rosa che, da quattro edizioni, ha cominciato ad essere raccontato per la prima volta sui social, rendendo l’evento visibile in tutto il mondo e coinvolgendo anche un pubblico più giovane. Un festival che ha permesso, quindi, non solo di creare un’identità nuova della città di Viterbo, ma anche di sostenere il suo turismo attraverso uno storytelling contemporaneo brandizzato Medioera. Elemento caratterizzante del festival poi è stata la capacità dei suoi organizzatori di far nascere il gruppo di “amici e amiche di Medioera” composto dagli studiosi e dai professionisti ospitati che, di anno in anno, si danno appuntamento a Viterbo per rincontrarsi, scambiarsi riflessioni e condividere esperienze sulla cultura digitale. “Aver generato questo gruppo di amici del festival è uno dei risultati che più ci soddisfa. Tenere insieme le persone e creare una comunità era uno dei nostri obiettivi” chiosa Capo.
MEDIOERA: LA RISPOSTA ALLA PANDEMIA
Il lockdown legato alla pandemia da Covid-19 è stato l’occasione in cui “gli amici e le amiche di Medioera” hanno dimostrato di essere una vera e propria comunità. Chiamati a raccolta da Massimiliano Capo, si sono tutti resi disponibili a intervenire in diretta durante uno spazio di discussione online sui canali web del festival. Un appuntamento quotidiano che è andato in onda alle ore 18, volutamente in contrasto con il bollettino mortifero della Protezione civile, per tentare di dare una visione comunque costruttiva del momento che si stava vivendo. Il risultato è stato un palinsesto che, da marzo a luglio, si è andato a comporre di oltre 70 interviste e conversazioni sul ruolo del digitale durante la pandemia. “Questa situazione del tutto eccezionale ha rimesso in discussione il nostro modo di relazionarci e noi non potevamo restare fuori da questo dibattito di cui ci occupiamo da sempre. Abbiamo avviato un percorso di riflessione collettiva che ha ripreso tutti i temi che abbiamo trattato in questi 10 anni, aggiornandoli”. Il lockdown si è rivelato un banco di prova per il festival, che ha riconfermato il suo ruolo di crocevia per il dibattito sull’innovazione digitale a cui hanno partecipato da Alec Ross a Geoff Mulgan, da Giovanni Boccia Artieri ad Antonio Pavolini, da Anna Bisogno a Emiliana De Blasio, da Francesco Morace a Chiara Moroni, da Umberto Croppi a Giampaolo Rossi, da Simone Pieranni a Pio d’Emilia (gli incontri sono tutti sul canale you tube di Medioera www.youtube.com/MEDIOERA). La modalità, scelta e obbligata, dell’incontro in diretta online ha permesso, inoltre, di sperimentare un format nuovo che ha proposto una fruizione diversa del festival che ne ha ampliato il pubblico e che per la sua comunità si è dimostrato un collante.
MEDIOERA: L‘EDIZIONE 2020
Le sperimentazioni, quando portano frutti, segnano un cambiamento. Per questo la nuova edizione di Medioera del 2020 (patrocinata dal Comune di Viterbo e sostenuta da Lazio Innova) non poteva che tenere conto della sua versione pandemica. Dal 1 al 4 Ottobre, l’11° edizione del festival sarà infatti un ibrido: “Il format sarà un flusso continuo di dirette degli incontri, che si svolgeranno sia dal vivo che su piattaforme online, alternate a contributi registrati”. Il tema è la “social innovation” e tra gli appuntamenti da segnalare: il panel dedicato alla relazione tra corpo, territorio e salute coordinato da Giovanni Boccia Artieri, la presentazione del libro di Valentina Tanni Memestetica con Mara Oscar Cassiani, l’intervista a Clara Ciccioni su traduzione e inclusività del linguaggio, la presentazione degli scritti di Antonio Caronia dedicati a cyborg e post-umano con Alberto Abruzzese, l’intervista al nuovo AD della Fondazione Musica per Roma Daniele Pittèri, l’incontro con Marta Ciccolari Micaldi sugli Stati Uniti e il punto sulla situazione politica con Le più belle frasi di Osho e il suo autore Federico Palmaroli. Tra le novità 10000 passi (https://10000passi.it/), il progetto collaborativo di percorsi urbani ed extraurbani da condividere, per creare una comunità di persone che ha un rapporto lento e sostenibile col proprio territorio.
– Lorenza Fruci
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