“Human Brains”: la Fondazione Prada apre le porte alle Neuroscienze. Ecco com’è andata
Arte e scienza. Se ne è parlato all’interno del ciclo di conferenze Human Brains presso la Fondazione Prada. I risultati in una mostra nel 2022 a Venezia, a cura di Udo Kittelmann. Ecco cosa è venuto fuori
Ce lo immaginavamo così il XXI secolo. Pandemia a parte, un mondo in cui i confini esistenti tra tecnologia e umanesimo sarebbero stati completamente abbattuti e le frontiere che conducono alla definitiva fusione tra arte e scienza, totalmente valicate. In un periodo in cui ogni evento online è una sfida (perché nel mare magnum di conferenze e webinar offerti al pubblico si fa fatica a distinguere i contenuti di qualità), Fondazione Prada non propone solo degli incontri, con ospiti di caratura internazionale, che possano rendere testimonianza dei proficui risultati che emergono mettendo in dialogo arte e scienza, ma prospetta addirittura un progetto triennale chiamato “Human Brains”.
GLI OBIETTIVI DI HUMAN BRAINS
L’intento è quello di parlare del cervello umano, integrando il rigore della prospettiva scientifica con l’obiettivo, perseguito costantemente nell’ultimo ventennio di eventi d’arte – e non solo d’arte – organizzati da Fondazione Prada, di aprirsi verso “una pluralità di saperi e linguaggi creativi, oltre i confini dell’arte contemporanea”. Un’impresa ambiziosa dunque, destinata a concludersi con la presentazione dello stesso progetto alla 59° edizione della Biennale di Venezia programmata nel 2022 in una mostra curata da Udo Kittelmann. Un’iniziativa multidisciplinare, in cui (neuro)scienziati, linguisti, filosofi, medici, antropologi e artisti (Jubin Abutalebi, Massimo Cacciari, Viviana Kasam, Udo Kittelmann, Andrea Moro e Daniela Perani che fanno parte dello Scientific Board e Mavi Sanchez-Vives, il neurobiologo Jean-Pierre Changeux, il neurologo Giancarlo Comi, Eve Marder il neuroscienziato Antonio Damasio chiamati ad intervenire durante gli incontri) fanno capolino, uniscono i loro background, contribuiscono con il loro expertise alla creazione di un dialogo e di un fitto network di conoscenze, che affini e approfondisca il binomio “Culture and Consciousness”, che è la tematica prescelta per quest’anno. È infatti la coscienza la base della cultura: la scienza ne indaga livelli (veglia, sonno ed eventuali patologie legate all’assenza di coscienza) e correlati neurali; l’arte, i contenuti: anche se talvolta l’atto creativo si caratterizza per essere istintuale, implicito nella sua fase iniziale – inconscio, direbbe Freud- è proprio la coscienza, in ultimo, a dar forma e significato al prodotto finale, alla sua definitiva realizzazione.
LE CONFERENZE DI FONDAZIONE PRADA
Si è sviluppato, attorno a queste riflessioni, un intenso ciclo di quattro conferenze, avviate lunedì 9 fino a venerdì 13 Novembre, che sono riuscite a catalizzare su una piattaforma online un grande numero di spettatori provenienti da tutti i continenti. Un successo nient’affatto banale, il cui prodotto non risulta forzato né tantomeno artificioso: ogni ospite, contribuisce alla creazione di un grande mosaico di idee e pensieri, ponendo, con il suo intervento, il tassello che gli compete e contribuendo allo stesso tempo ad una visione d’insieme, stimolante ed efficace. Una multidisciplinarietà e una molteplicità di intenti che appare quanto meno necessaria quando si deve parlare di cervello, o meglio, di cervelli umani. Perché quella “s”, in fondo al titolo (“brains”, e non “brain” per l’appunto), non è casuale: gli innumerevoli approcci e punti di vista da cui si può osservare e studiare il cervello, dalle tecniche di neuroimaging allo studio delle dinamiche neuronali, dall’approccio legato ai processi biologici ai “semplici” – si fa per dire – esperimenti comportamentali non fanno altro che riflettere l’enorme variabilità strutturale e funzionale del cerebrum esistente nella popolazione umana. Una variabilità che è addirittura maggiore di quella presente nelle impronte digitali: nessuno cervello umano è rassomigliante ad un altro.
IL FUTURO TRA ARTE E SCIENZA
E la cultura, o meglio, l’arte, dove si colloca? Esattamente sulla stessa traiettoria. Perché, non è forse ogni singolo processo creativo che produce un’opera, un meccanismo soggettivo e irripetibile proprio come irripetibile e unico è ogni singolo cervello che l’ha concepito? Auspicando quindi che il rapporto tra arte e scienza si infittisca nella sua meravigliosa complessità e che questo dialogo venga promosso dalle crescenti collaborazioni tra Istituzioni d’Arte, pubbliche o private, ed Enti di Ricerca, si attende con impazienza il secondo capitolo del progetto in programma per il 2021, che vede la realizzazione di un convegno internazionale coadiuvato da un progetto espositivo. A partecipare, alcuni dei più grandi Istituti di Ricerca Internazionali di Neuroscienze e altrettanti grandi artisti: per quanto è avvenuto e sta avvenendo in questi giorni, le aspettative sono altissime.
– Marta Pizzolante
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