L’industria videoludica dell’America Latina è relativamente ancora piccola, e soprattutto poco nota. Quando discutiamo di videogiochi parliamo principalmente di Europa, Stati Uniti e Canada, con confusi guizzi verso il Giappone, anche se ogni tanto qualche opera latino-americana riesce a ottenere una certa attenzione, come Mulaka dello studio messicano Lienzo, oppure il successo locale di alcuni videogiochi arriva sulle testate internazionali, come è avvenuto quando il battle royale (un gioco “in stile Fortnite” per intenderci) Free Fire di 111 Dots Studio e Garena (di Singapore) ha trovato in Brasile uno dei suoi mercati principali. La scena videoludica dell’America Latina sta però diventando significativa: ad esempio, secondo un report del 2019 della Inter-American Development Bank, il settore occupa più di 4mila persone in Brasile e più di 2mila in Argentina.
“Ci sono molte aziende che vengono nella regione alla ricerca di giochi, studi e possibili investimenti”, ci ha spiegato in un’intervista Gustavo Steinberg, direttore del BIG – Brazil’s Independent Games Festival, il più grande festival di videogiochi indipendenti dell’America Latina. “Penso che l’industria abbia finalmente scoperto l’America Latina e spero che il BIG Festival abbia avuto un suo ruolo in questo cambiamento. Quando abbiamo iniziato in Brasile c’erano circa venti aziende, ora ce ne sono più di cinquecento. Il Brasile è ancora in una situazione migliore rispetto ad altre aree, ma stiamo certamente aumentando il nostro pubblico su scala globale. E per quanto riguarda i servizi forniti ad altre aziende (il B2B, business-to-business) lavoriamo su scala internazionale ormai da un po’ di anni”.
L’edizione 2021 del BIG Festival si è tenuta, unicamente online a causa della pandemia, dal 3 al 9 maggio, con una serie di dirette, premiazioni, eventi professionali per gli sviluppatori e la possibilità di provare 110 videogiochi o loro versioni dimostrative. Secondo i dati diffusi dall’organizzazione, quest’anno più di 110mila persone hanno visitato virtualmente il festival durante il suo svolgimento, più di 47mila hanno assistito ad almeno una delle conferenze organizzate e 545 aziende da 64 Paesi hanno partecipato a più di 5mila incontri professionali.
“Il BIG Festival è nato, ed è ancora, un festival dedicato al videogioco indipendente”, ci ha spiegato Steinberg. “Abbiamo iniziato nove anni fa, ponendoci due obiettivi principali. Primo: trasformare la regione in un centro per lo sviluppo di videogiochi, attraendo i principali nomi ed editori dell’industria e creando uno spazio dove gli studi potessero incontrarsi e fare rete. Secondo: mostrare i migliori videogiochi indipendenti provenienti da tutto il mondo al pubblico e agli sviluppatori brasiliani. La presenza di grandi aziende [all’interno di BIG Festival, N.d.R.] è stata una conseguenza naturale dei nostri costanti contatti con loro e dei cambiamenti avvenuti all’interno dell’industria nell’ultimo decennio. Il divario tra sviluppo indipendente e grande editoria si è ristretto. Sempre più editori investono in propri sistemi di distribuzione digitale o in piattaforme su abbonamento, e i videogiochi indipendenti stanno diventando una parte sempre più importante dei loro modelli di sviluppo. Noi continuiamo a concentrarci sul videogioco indipendente, ma anche le grandi aziende se ne stanno interessando”.
Abbiamo quindi approfittato del festival per provare alcuni dei videogiochi provenienti dalla regione e ne abbiamo infine scelti cinque, concentrandoci soprattutto su opere che si distinguono per stile visivo, meccaniche, narrazione e per come combinano questi elementi.
– Matteo Lupetti
ARROG (PERÙ)
Arrog è un’esperienza audiovisiva interattiva che ci porta in un mondo misterioso, quasi integralmente realizzato in bianco e nero con pochi tocchi di colore e ispirato al folklore latinoamericano e alla sua rappresentazione della morte. Come gioco, Arrog rientra tra i videogiochi puzzle, ma qua siamo più che altro impegnati a cercare di capire come funzionano le scene che ci troviamo davanti, cosa possano significare e cosa succeda interagendo con i loro elementi. Non ci sono dialoghi o testi a darci spiegazioni o un contesto, e l’enigma è quindi il gioco stesso e i suoi meccanismi. Arrog di LEAP Game Studios, Hermanos Magia e indienova è disponibile per PC, PlayStation 4, Nintendo Switch e dispositivi iOS.
CARTOMANTE (BRASILE)
Cartomante è una storia a bivi in cui interpretiamo, appunto, una cartomante impegnata con tre eccentrici clienti alla fine di una giornata di lavoro. I clienti entrano, ci raccontano (a volte spontaneamente, a volte solo se insistiamo) quali siano i loro problemi e perché vogliano che interroghiamo le carte, scegliamo a caso un tarocco dal mazzo (possiamo pescare La Giustizia, La Ruota della Fortuna o La Torre) e poi decidiamo quale interpretazione dare al tarocco fra tre alternative. Le tre storie procedono in modo diverso in base alle nostre scelte, sia nei dialoghi con i clienti sia nell’interpretazione dei tarocchi. Pur essendo molto breve, Cartomante si presta a essere rigiocato più volte e riesce a caratterizzare non solo tutti i suoi personaggi, ma anche il mondo della magia a cui la protagonista appartiene. Cartomante di Garoa Studios è disponibile per PC sulle piattaforme Steam e itch.io.
HIDDEN LANDS (ARGENTINA)
Hidden Lands è un’interpretazione digitale del classico gioco “trova le differenze”, in cui due immagini apparentemente identiche devono essere confrontate per individuare i dettagli che le distinguono. In questo caso, le due immagini sono due ambienti tridimensionali, piccole ambientazioni che fluttuano nel vuoto, e dobbiamo scoprire quali elementi mancano in ciascuno dei due ambienti ma sono invece presenti nell’altro. Oltre a una modalità “a missioni,” ambientata in tre mondi tematicamente diversi, Hidden Lands ha anche una modalità “infinita,” in cui ci vengono proposte infinite ambientazioni generate a partire dagli elementi che abbiamo sbloccato giocando le missioni. La varietà non è magari molta, ma lo stile grafico low poly (con forme semplici, create con pochi poligoni) del gioco è particolarmente ben riuscito, e le sue ambientazioni diroccate invitano a immaginare gli eventi del loro passato. Hidden Lands di Avix Games è disponibile gratuitamente per PC e dispositivi Android e iOS.
TUNCHE (PERÙ)
Meccanicamente, Tunche non sembra presentare soluzioni particolarmente innovative: scegliamo un personaggio (ma possiamo anche giocare in compagnia), affrontiamo una serie di scontri contro ondate di nemici e guadagniamo potenziamenti. Quando veniamo sconfitti ricominciamo da capo, ma alcuni dei potenziamenti sbloccati restano permanentemente nostri. È quel tipo di videogioco chiamato “roguelite”, dove partita dopo partita i personaggi diventano sempre un po’ più potenti fino al momento in cui l’intero gioco potrà essere completato dall’inizio alla fine in una volta sola. Il sistema di combattimento ci sembra ben realizzato, ma quello che ci ha colpito di Tunche sono grafica, animazioni e la sua ambientazione ispirata al folklore peruviano. Tunche di LEAP Game Studios e HypeTrain Digital sarà disponibile durante il 2021.
WIND PEAKS (BRASILE)
Wind Peaks appartiene a un celebre tipo di giochi e videogiochi chiamati “puzzle con oggetti nascosti”. Giochi in cui ci troviamo di fronte ad ambientazioni ricche di dettagli e dobbiamo individuare al loro interno specifici personaggi o specifici oggetti. In questo genere di giochi la qualità delle illustrazioni (e delle ambientazioni, anche tridimensionali) è sempre molto importante, e Wind Peaks si distingue per il suo colorato stile da cartone animato e una certa interattività con l’ambiente che, livello dopo livello, racconta l’avventura di un gruppo di scout. Wind Peaks di Actoon Studio è disponibile per PC e Nintendo Switch.
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