Questo mese su Artribune parliamo di Cris Tales, un omaggio ai videogiochi di ruolo di tradizione giapponese ma realizzato in Colombia, Italy. Land of Wonders, iniziativa promozionale finanziata dalla Farnesina, Last Stop, un racconto interattivo lineare che segna il ritorno di Variable State (Virginia) e Omno, un videogioco esplorativo che riprende il filone popolarizzato da Journey di thatgamecompany. Infine c’è The Forgotten City, che nasce nel 2015 come mod (modifica) di The Elder Scrolls 5: Skyrim di Bethesda, premiata anche nel 2016 dalla Australian Writers’ Guild nella categoria Interactive Media degli AWGIE Awards.
– Matteo Lupetti
CRIS TALES
Cris Tales si ricollega esplicitamente ai “videogiochi di ruolo in stile giapponese” o JRPG, una tradizione che si è sviluppata in Giappone a partire dalle serie occidentali Ultima e Wizardry (a loro volta ispirate al gioco di ruolo cartaceo Dungeons & Dragons), dando maggior risalto alle storie dei singoli personaggi. Cris Tales mescola però i JRPG ad altre influenze, tra cui gli ambienti e la cultura della Colombia, dove si trova il suo studio di sviluppo (il titolo stesso richiama il policromo fiume colombiano Caño Cristales, che ha ispirato anche un luogo del gioco), ed è arricchito da splendide illustrazioni e animazioni, che danno all’opera il sapore di un libro di fiabe per l’infanzia. Meno riuscite, almeno nella pratica, le sue meccaniche: la protagonista, Crisbell, ha il potere di vedere contemporaneamente passato, presente e futuro e di muovere nel tempo oggetti, alleati e nemici per risolvere puzzle e uscire vincitrice da combattimenti gestiti a turni.
Ma questi spunti, che dovrebbero essere al centro dell’intera opera, non vengono sviluppati abbastanza. E poi Cris Tales, nonostante una durata tutto sommato ridotta (una trentina di ore), è comunque troppo lungo per il contenuto che propone, racconta la sua trama e i suoi personaggi in modi sbrigativi e superficiali e si affida spericolatamente a meccaniche e strutture ormai datate. La combinazione di tono infantile e asperità ereditate da JRPG del passato fa pensare a un’opera pensata soprattutto per persone adulte che vogliano nostalgicamente rivivere le emozioni provate giocando per le prime volte a questi videogiochi.
Cris Tales di Dreams Uncorporated, Syck e Modus Games è disponibile per PC, PlayStation 4 e 5, Nintendo Switch, Xbox One e Serie S e X e Google Stadia.
ITALY. LAND OF WONDERS
Creato per la Farnesina, il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Italy. Land of Wonders è un videogioco puzzle pensato per far conoscere l’Italia, e soprattutto il suo patrimonio culturale, a un giovane pubblico straniero. La direzione artistica è buona, anche se deriva da altri titoli per dispositivi mobili, ma le sue criticità sono altre. Le meccaniche, per quanto ben realizzate (i puzzle diventano rapidamente anche piuttosto complessi), sono alla fine anonime, potrebbero essere usate per raccontare qualsiasi cosa e vengono sfruttate solo come scusa per spingerci a imparare una serie di aneddoti.
Nei suoi livelli, ognuno ambientato in una diversa città italiana, dobbiamo ruotare delle caselle, rispettando un massimo di mosse o un limite di tempo, per creare un percorso continuo tra punti specifici ai due estremi del tabellone di gioco. Quando superiamo un livello sblocchiamo una serie di schede informative su luoghi, tradizioni e personaggi di quella città. E quando terminiamo le mosse disponibili in un livello, mentre un altro gioco ci proporrebbe magari di comprare mosse extra con denaro reale, in Italy. Land of Wonders ci viene offerta la possibilità di vincerle rispondendo a un quiz sulla città in cui il livello è ambientato.
Italy. Land of Wonders di Infinity Reply è disponibile per dispositivi Android e iOS.
LAST STOP
Con il suo Virginia, lo studio Variable State aveva creato uno straniante racconto in soggettiva fortemente ispirato a I segreti di Twin Peaks di David Lynch e Mark Frost. Un’opera lineare, senza dialoghi e caratterizzata da un forte montaggio cinematografico. Con Last Stop siamo invece più dalle parti della serie televisiva Ai confini della realtà (The Twilight Zone): stavolta ci sono dialoghi (in cui possiamo anche decidere le nostre risposte, determinando il tono della conversazione), la visuale si sposta all’esterno dei personaggi, mantenendo un taglio cinematografico nelle inquadrature e nei tagli tra le scene, le storie si moltiplicano pur restando prevalentemente lineari (cioè senza possibili bivi). In Last Stop seguiamo tre diverse vicende, organizzate in brevi episodi come se fossero tre serie televisive, con tre diversi protagonisti che vivono in una Londra sospesa tra reale e sovrannaturale.
Il punto forte di Last Stop è la sua scrittura, capace di creare un intreccio di tre trame dal buon ritmo e con toni chiaramente distinti. Ma la sua componente visiva, sia per quanto riguarda i modelli 3D sia per quanto riguarda le animazioni, è molto rozza e i piccoli elementi giocosi che introduce di tanto in tanto sembrano aggiunti solo perché ci si aspetta che un videogioco abbia alcuni specifici momenti di interattività e distraggono dal resto dell’esperienza, senza aggiungere molto. Anche la presenza di una serie di scelte finali, le uniche capaci di influenzare davvero la direzione delle storie, sembra fuori posto. Rispetto a Virginia, un videogioco che era difficile catalogare (pur comunque mostrando chiari collegamenti con opere videoludiche precedenti, come Thirty Flights of Loving di Blendo Games), Last Stop è più convenzionale e ci pare un passo indietro.
Last Stop di Variable State e Annapurna Interactive è disponibile per PC, PlayStation 4 e 5, Nintendo Switch e Xbox One e Serie S e X.
OMNO
In Omno siamo un pellegrino che attraversa le rovine di un’antica civiltà per raggiungere una misteriosa destinazione. È chiara, a volte al limite della citazione esplicita, l’eredità di Journey di thatgamecompany, e infatti Omno ricorda un po’ The Pathless, l’ultimo videogioco di Matt Nava, che aveva precedentemente lavorato proprio su Journey. È un videogioco privo di violenza e combattimenti, incentrato sull’esplorazione di una serie di ambientazioni dove troviamo nuove abilità e le usiamo per raccogliere globi di luce che ci permettono di attivare puzzle che, se risolti, ci danno accesso all’area successiva.
Non è un gioco estremamente originale né dal punto di vista visivo né dal punto di vista meccanico; va considerato però che è stato sviluppato in gran parte da una persona sola, Jonas Manke. I livelli in cui è diviso sono brevi e un po’ ripetitivi e gli enigmi sono piuttosto semplici, ma è notevole come le loro meccaniche vengano spiegate in modo assai intuitivo, senza bisogno di molto testo, e sono particolarmente interessanti i momenti in cui per raggiungere un particolare globo di luce dobbiamo interagire con le curiose creature che vivono nel mondo di Omno e che possiamo imparare a conoscere durante il nostro viaggio. Interessante anche il finale, che lo differenzia un po’ da altre opere simili, anche se avrebbe avuto bisogno di una maggiore preparazione e avremmo preferito vedere gli stessi concetti raccontati attraverso le meccaniche del gioco invece che da una sequenza finale non interattiva.
Omno di Jonas Manke (StudioInkyfox) e Future Friends Games è disponibile per PC, PlayStation 4, Nintendo Switch e Xbox One.
THE FORGOTTEN CITY
All’inizio di The Forgotten City il personaggio principale è trasportato dalla nostra epoca in un’antica città romana durante l’impero di Nerone. La città si trova sottoterra e ha solo una ventina di abitanti, che non hanno esattamente idea di come siano finiti lì o come uscirne, e devono rispettare una sola legge, chiamata Golden Rule, imposta da una qualche divinità: se anche una sola persona compirà un peccato, tutti nella città moriranno trasformati in statue d’oro. È nostro compito evitare che questo accada, e magari capire cosa sta succedendo, come la maledizione possa essere rotta e se esiste una via di fuga. Per riuscirci, dobbiamo imparare a conoscere chi vive nella città e a sfruttare un elemento oggi spesso presente nei videogiochi: un loop temporale, in stile Il giorno della marmotta, che in caso di violazione della Regola Aurea ci permette di tornare al momento del nostro ingresso nella città, mantenendo tutti gli oggetti e tutte le conoscenze che abbiamo acquisito.
The Forgotten City è un videogioco investigativo che ci interroga su cosa sia il peccato e che presenta un cast di personaggi credibili, perfettamente caratterizzati nel loro ruolo pubblico, nei loro segreti (che noi potremo scoprire e usare a nostro vantaggio) e nei loro dialoghi. A un certo punto possiamo persino provare a spiegare cosa sia un meme a una sacerdotessa vestale. Anche la città romana, costruita forse su qualcosa di ancora più antico, come suggerisce il tempio greco alla sua sommità, è piena di dettagli. Peccato per la rappresentazione delle architetture e delle sculture di origine romana e greca, bianche e prive di pittura secondo l’interpretazione (errata, ma tuttora assai influente) seguita a partire dai ritrovamenti rinascimentali.
The Forgotten City di Modern Storyteller e Dear Villagers è disponibile per PC, PlayStation 4 e 5, Nintendo Switch e Xbox One e Serie S e X.
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