Sturm&Drang. Emozioni digitali all’Osservatorio della Fondazione Prada
In attesa dell’intervista a Luigi Alberto Cippini, Fredi Fischli e Niels Olsen, curatori del progetto “Sturm&Drang”, ne raccontiamo il nuovo capitolo, in scena a Milano, negli spazi dell’Osservatorio della Fondazione Prada.
La nuova tappa di Sturm&Drang, il progetto curato da Luigi Alberto Cippini, Fredi Fischli e Niels Olsen, focalizzato sull’esplorazione delle pratiche ed esperienze legate alla CGI (Computer-Generated Imagery), presenta al pubblico il risultato della collaborazione tra Fondazione Prada e l’istituto universitario ETH Zurich.
IL PROGETTO STURM&DRANG
Allestita a Milano, presso l’Osservatorio della Fondazione Prada, fino al 17 gennaio 2022, e successivamente presso gta exhibition, ETH Zurich, la mostra offre un’immersione sonora e visiva in spazi volutamente essenziali e raccoglie l’esito delle diverse fasi del progetto, avviato a febbraio all’interno del corso universitario online Sturm&Drang Studio, inserito nel programma dell’ETH Zurich History of Art and Architecture: Exhibiting Architecture. Una serie di talk, ospitati sul canale YouTube della Fondazione, hanno coinvolto illustri ospiti internazionali, tra i quali Markus Gross, direttore di DisneyResearch|Studios; la società di software americana nTopology; lo studio francese Artefactory Lab, specializzato nella visualizzazione dell’architettura e dei progetti urbani e paesaggistici; gli artisti Meriem Bennani, Sybil Montet, Emanuel Rossetti e Sara Sadik.
DALL’ARCHITETTURA AL CINEMA
L’obiettivo del progetto è fornire agli studenti, e al pubblico partecipante, un’immersione nel mondo dell’architettura digitale nelle svariate applicazioni di realtà aumentata (AR) e realtà virtuale (VR) all’interno dell’industria cinematografica, delle arti visive, dei videogiochi, ma anche nel contesto della medicina e dell’ingegneria.
I nuovi linguaggi di comunicazione mostrano l’avanzare di queste tecnologie, che pian piano stanno guadagnando spazio all’interno della nostra quotidianità, anche attraverso i social media.
LA MOSTRA A MILANO
Visitando la mostra, allestita con fotografie e monitor che propongono ciascuno un contenuto video dedicato a una diversa sfaccettatura della tematica CGI, si potrebbe restare sorpresi dall’apparente vuoto ed essenzialità statica dell’ambiente, ma è proprio questo aspetto a guidare verso la comprensione di un mondo dominato tanto dall’azione quanto dal rigoroso e freddo calcolo matematico. Osservando la rappresentazione di un moderno set cinematografico, ad esempio, comprendiamo l’assenza di scenografie e personaggi. Ciascun attore è chiamato a partecipare alla realizzazione di una finzione, in cui la sua presenza sarà poi incorporata a una serie di elementi architettonici, suoni e movimenti, al fine di realizzare il prodotto finale. La sensazione di straniamento, enfatizzata dalla diffusione sonora di un sound distopico, sorregge l’architettura di uno spazio dal tono cibernetico, in linea con le opere proposte, alcune delle quali realizzate dagli studenti del corso universitario.
‒ Elena Arzani
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