NFT: nuove prospettive di espressione e di mercato è il titolo dell’incontro tenutosi a Videocittà, finalizzato a tracciare i punti fondamentali e i futuri possibili della Crypto Arte, la quale ha ormai superato la soglia del rischio di “bolla”, trasformandosi invece in un sistema parallelo a quello tradizionale dell’arte contemporanea, tra analogie ma soprattutto differenze. Il talk, da noi curato, ha riunito tre ospiti italiani attivi nel panorama internazionale della Crypto Arte: Mattia Cuttini, artista crypto che mescola analogico, digitale e sonoro per creare esperienze astratte in movimento; Giulio Bozzo, fondatore di Reasoned Art, la prima piattaforma di vendita di NFT in Italia, in collaborazione con profili di rilievo internazionale come Serena Tabacchi (direttrice del MoCDA); Bruno Pitzalis, curatore e rappresentante della casa d’aste Cambi, per cui ha curato e organizzato una delle primissime aste di Crypto Arte in Italia, in collaborazione con Superrare, una delle piattaforme di vendita di NFT più importanti al mondo.
La Crypto Arte ‒ a cui abbiamo dedicato diversi articoli su queste pagine ‒ nasce grazie alla tecnologia della blockchain, un registro digitale entro cui depositare gli NFT, ovvero degli smart contract digitali che legittimano e autenticano un file digitale, rendendo possibile la vendita di opere d’arte che non poggiano su supporti materiali ma digitali, appunto, attraverso l’utilizzo di crypto-monete (la principale utilizzata in questo campo è l’ETH). Il valore aggiunto di questo fenomeno è il vivace approccio come community e lo scambio diretto tra artista e collezionista, senza la necessità di passare attraverso figure intermedie quali gallerie e istituzioni d’arte.
GLI ARTISTI E LA CRYPTO ARTE
Mattia Cuttini si muove nella comunità crypto dal 2018, quando gli scambi di opere avvenivano quasi per gioco e a prezzi bassissimi. In breve tempo il fenomeno è cresciuto esponenzialmente tanto da affermarsi come alternativa – e ibridazione ‒ al sistema dell’arte tradizionale. In merito a quali siano gli impegni peculiari di un crypto artista, Cuttini delinea una serie di operazioni che ruotano attorno alla sfera della comunicazione: utilizzare Twitter, in quanto è la piattaforma più utilizzata da artisti e collezionisti, fungendo dunque da spazio per la community e veicolo di annunci e informazioni provenienti dalle piattaforme di vendita come Superrare, Opensea e moltissime altre. In quanto artista, non bisogna solo informarsi su Twitter, ma curare e aggiornare costantemente il proprio profilo e il proprio pubblico, essere presenti.
La controindicazione di questo sistema estremamente vivo e iperattivo è proprio la velocità: le informazioni eccedono e ogni giorno accade qualcosa di nuovo, e in diversi casi la velocità comporta per gli artisti l’elusione di una ricerca profondamente riflessiva, virando invece su tecnica ed estetica. Il panorama della Crypto Arte sotto questo punto di vista è davvero ampio, non c’è una direzione comune, dunque diventa difficile inquadrare le ricerche teoriche, mentre risulta più semplice notare visibilmente una direzione estetica verso i New Media, dall’ utilizzo di software per la modellazione 3D nella Digital Art alle AI per produrre arte generativa.
CURATELA, ARTISTI E MERCATO: LE PIATTAFORME
Giulio Bozzo ha raccontato come lavorano le piattaforme di Crypto Arte e come opera Reasoned Art, la startup da lui fondata. Le piattaforme di vendita – propriamente detti marketplace ‒ abbinano il modello di business del mercato primario a quello secondario. Operano prima di tutto come gallerie, ma con percentuali dell’80-85% rispetto al solito 50% delle gallerie tradizionali. A questo si aggiunge la garanzia della blockchain riguardo a tutti i successivi passaggi di proprietà, permettendo all’artista un guadagno del 10% ogniqualvolta la sua opera viene rivenduta. Ci sono diversi modelli di piattaforme, e alcune di queste si pongono agli antipodi per quanto riguarda la selezione degli artisti (la quale è comunque molto più ampia rispetto alle “scuderie” delle gallerie classiche): Superrare, ad esempio, seleziona gli artisti attraverso un processo di presentazione del portfolio da parte dell’artista stesso, mentre Opensea è aperta a tutti e chiunque può creare un profilo e vendere le proprie opere. Quest’ultimo sembrerebbe un modello più radicale e democratico, tuttavia comporta il rischio dei falsi. È successo infatti che un utente iscritto con il nome di Banksy abbia venduto un NFT a 300.000 dollari. Purtroppo non si tratta di un caso isolato, ma di una conseguenza della decentralizzazione e del facile accesso di nuovi utenti non controllato, infatti questo rischio viene limato dalle piattaforme che operano secondo un modello selettivo, come Superrare appunto. Nella moltitudine di queste piattaforme ‒ tutte nate oltreoceano ‒, Giulio Bozzo fonda Reasoned Art, prima piattaforma italiana di Crypto Arte, con l’obiettivo di unire tradizione e innovazione e con la convinzione di un approccio on-life, portando difatti come “demo” una mostra su schermi digitali in 30 edicole di Milano.
ASTE E MERCATO
Bruno Pitzalis ha affrontato l’evoluzione delle case d’asta nel mercato crypto. A seguito dell’esplosione mediatica ‒ ricordiamo soprattutto la vendita del famoso Nyan Cat –, la Crypto Arte cattura l’attenzione delle figure del mercato tradizionale. Così Christie’s mette in vendita l’opera di Beeple, portando il clamoroso risultato sulle prime pagine della stampa internazionale. Quasi simultaneamente le altre case d’asta principali come Sotheby’s e Phillips comprendono bene che non si tratta di una bolla, e organizzano a cascata una serie di aste che proseguono ancora oggi. Pitzalis nello stesso periodo lavora per la casa d’aste Cambi, organizzando Dystopian Visions, in cui coinvolge diciotto crypto artisti italiani, con l’intento di creare anche qui in Italia un ponte tra Crypto Arte e collezionisti. Per costruire questo ponte, sottolinea Pitzalis, è stato importante proporre un discorso educativo fatto di webinar e dialogo con il pubblico.
NFT E PROSPETTIVE FUTURE
Secondo Pitzalis le prospettive future sono difficili da prevedere, tuttavia il punto fondamentale è che raramente si verifica la nascita di un nuovo settore di mercato come questo, peraltro decentralizzato e in relazione diretta con le nuove tecnologie. È importante pensare che per la prima volta sono gli artisti a decidere sul mercato e l’arte determina il valore di una moneta. Tuttavia – a nostro avviso ‒ la strada è ancora lunga, sia per la definizione e la regolamentazione di questo mercato, ma soprattutto per la ricerca artistica e curatoriale. L’esplosione della Crypto Arte è solo una prima fase, il primo capitolo di un libro in divenire ancora da scrivere.
‒ Christian Nirvana Damato
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