Per comprendere realmente la rivoluzione in atto nel circuito dell’arte digitale che ha portato alle vendite milionarie di .jpg e .mp4, è necessario riflettere sullo stato odierno di internet. Ciò che è iniziato come un’esplosione di lente, instabili connessioni fruite da grigi e ingombranti elettrodomestici relegati a scrivanie impreparate si è velocemente evoluto in prolungamenti del nostro essere sotto forma di smartphone. Servizi sempre disponibili e alla portata di tutti hanno modificato non solo il nostro rapporto con la tecnologia, ma anche la relazione e la fruizione dei contenuti artistici e creativi, mutando la modalità di acquisto di una singola “opera” a quella di accesso totale a un catalogo in continua espansione. A questo si deve aggiungere una totale trascendenza dei social network che ha portato con sé la comparsa di fenomeni come quello degli hater e metriche basate sulla vanità, rendendo ciò che era nato quale speranzoso mezzo di condivisione una gabbia di divisione e monitoraggio.
ARTISTI E WEB 3.0
L’evoluzione del Web 3.0 si basa su un semplice concetto, ovvero il transitare da essere “liberi di” a “liberi da”. Tale cambiamento è retto sul principio della decentralizzazione, un sistema non regolato da un’autorità centrale ma da una community autoregolamentata con spinta verso la libertà individuale. Questo pensiero, in concomitanza con la possibilità di certificare e depositare un oggetto digitale tramite blockchain, ha creato nuove logiche nel mercato dell’arte digitale, riposizionando al centro la figura dell’artista, con conseguente esclusione del cosiddetto middleman, introducendo nuovi strumenti, luoghi, dinamiche e letture per la comprensione di questa scena artistica.
IL RUOLO DEI VERI FAN
Un movimento che deve la sua fortuna a un’altra teoria base dell’ultimo decennio in ambito creativo digitale, per la prima volta esposta sotto forma di bite nel 2008 da Kevin Kelly sul suo blog The Technium, sotto il titolo di 1000 True Fans. Il fondamento di tale pensiero, rinominato all’interno dei circuiti della crypto arte come “100 True Fans”, è riassumibile nei seguenti punti. Per essere un creatore di successo non bisogna ambire a raggiungere milioni di clienti, o milioni di fan. Per guadagnarsi da vivere come fotografo, musicista, designer, autore, o inventore è sufficiente avere un migliaio (centinaio) di veri fan. Un vero fan è definito quale sostenitore disposto a supportare con il suo tempo e risorse anche economicamente un creatore per tutto ciò che produce. Questi fan saranno disposti a guidare per 200 chilometri per assistere a una performance; comprare le versioni cartacee, digitali o in formato audio di un libro; aggiudicarsi il prossimo poster a scatola chiusa e pagheranno per la versione “best of” dei contenuti gratuiti contenuti sul proprio canale YouTube. Con circa un migliaio di veri fan come questi (noti anche come super fan), un creativo può assicurarsi, grazie alla diffusione degli strumenti digitali per la promozione e il commercio online, di continuare il proprio percorso artistico autofinanziandosi.
COME FUNZIONA IL RAPPORTO ARTISTA-SUPER FAN
Questa la meccanica matematica. Innanzitutto, ogni anno bisogna creare abbastanza da poter guadagnare, in media, 100 dollari di profitto da ogni vero fan. In alcuni ambiti artistici questo è più facile rispetto ad altri, ma in entrambe le casistiche è di assoluta importanza migliorare l’offerta verso i supporter esistenti, piuttosto che trovare nuovi fan. Secondo, il rapporto con i propri fan deve essere diretto, gestendo senza intermediari i pagamenti per le proprie creazioni, mantenendo così una percentuale maggiore rispetto a quella normalmente pattuita con una galleria, un’etichetta musicale, editore, studio, rivenditore o altro intermediario. Riuscendo a mantenere fino al 90% degli iniziali 100 dollari versati da ogni vero fan, saranno necessari solamente 1000 super fan per guadagnare 90mila dollari all’anno.
Tutto questo è stato propulsore della rivoluzione dei collectible digitali e delle dinamiche legate all’esplosione della corrente detta crypto arte, nella quale i collezionisti trattano direttamente con gli artisti tramite Twitter o Discord l’acquisto delle opere esposte su dei marketplace o mostrate all’interno di metaversi dedicati per moderni vernissage, la community supporta la promozione di tali opere sui social alimentando delle bid war, le opere acquistate vengono orgogliosamente esposte dai collezionisti come immagini dei loro profili social, il tutto regolato da smart contract che si occupano anche delle royalties automatizzate sulle vendite secondarie. Se vogliamo davvero capire il futuro è necessario guardare all’arte, che per prima sta mostrando i cambiamenti verso un mondo nuovo.
– Bruno Pitzalis e Serena Tabacchi
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