La più antica farmacia d’Europa a Trastevere. Spezieria di Santa Maria della Scala ora visitabile

Fondata nel Seicento a Roma dai Frati Carmelitani Scalzi, l’antica Spezieria di Santa Maria della Scala è oggi un museo visitabile su appuntamento, e non solo: sarà possibile fruirla virtualmente grazie alla scansione 3D effettuata da un gruppo di ricercatori

Sapevate che la più antica farmacia d’Europa si trova a Roma e che per storia, arredi e oggetti custoditi al suo interno è un museo unico nel suo genere? Stiamo parlando della Spezieria (anticamente era questo il nome per definire le odierne farmacie) di Santa Maria della Scala, fondata nella seconda metà del Seicento dai Frati Carmelitani Scalzi a Trastevere. Si trovava al secondo piano dell’omonimo convento a destra guardando la facciata della chiesa, e nei primi tempi il suo utilizzo era riservato solo ai frati dell’ordine, prima dell’apertura al pubblico. Fino al 1954 infatti i Carmelitani Scalzi hanno continuato le loro attività di studio e ricerca, confezionando farmaci galenici utilizzando le erbe e le spezie coltivate nei giardini del loro convento. Dopo quella data, la farmacia si trasferisce al piano terreno del convento (dove tutt’ora è in attività), mentre l’antica Spezieria diventa un museo fruibile su appuntamento e in occasioni di visite guidate. E non solo: la storica farmacia da oggi sarà fruibile da un pubblico molto più vasto grazie alla sua ricostruzione in 3D realizzata grazie al lavoro svolto dai ricercatori di ENEA, Università Ca’ Foscari di Venezia, laboratorio Hercules dell’Università di Évora (Portogallo), della Escola d’art i superior de Disseny di Valencia e dell’Università di Valencia.

LA FARMACIA DI SANTA MARIA DELLA SCALA A ROMA IN 3D

La Spezieria, detta anche la “Farmacia dei Papi” perché in passato al suo interno venivano preparati rimedi per curare i pontefici, custodisce ancora oggi ricette, strumenti e sostanze utilizzati per la realizzazione di pozioni. Tra tutti, la teriaca, considerata nell’antichità un antidoto contro numerosi disturbi e malattie, una speciale acqua inventata da Fra’ Basilio nel Settecento, ancora oggi custodite in ampolle e anfore all’interno del museo. Un patrimonio tutto scoprire e adesso ancora più accessibile grazie alla realtà virtuale: per mesi infatti i ricercatori si sono serviti di laser, fotogrammetria per rilievi non distruttivi e svolto analisi fisiche, chimiche e storiche per caratterizzare i farmaci, valutare lo stato di conservazione e pianificare gli interventi di recupero, nell’ambito del progetto Roma Hispana, coordinato da Maria Luisa Vazquez de Ágredos dell’Università di Valencia e finanziato dalla Conselleria de Innovación, Universidades, Ciencia y Sociedad Digital – Generalitat Valenciana (2020-2021) e dall’azienda Aboca. “Santa Maria della Scala rappresenta un immenso patrimonio per la conoscenza del farmaco nel Mediterraneo e anche per questo motivo i risultati del progetto sono di importanza fondamentale per i progressi delle conoscenze nel campo delle scienze farmaceutiche”, spiega Maria Luisa Vazquez de Ágredos.

particolare degli armadi della sala delle vendite di S. Maria della Scala – Trastevere – Roma

particolare degli armadi della sala delle vendite di S. Maria della Scala – Trastevere – Roma

LA FARMACIA DI SANTA MARIA DELLA SCALA A ROMA IN 3D. LE TECNICHE UTILIZZATE

“Grazie alle tecnologie che abbiamo sviluppato in ENEA, siamo in grado di mettere a disposizione strumentazione laser, sistemi per fotogrammetria e di monitoraggio per effettuare rilievi non distruttivi e non invasivi al fine di caratterizzare le superfici e acquisire modelli 3D nella sala delle vendite e nell’annesso salone di archivio dove venivano conservati erbari, ricette e altra documentazione”, spiega Roberta Fantoni, responsabile divisione ENEA di Tecnologie fisiche per la sicurezza e la salute. “Il modello completo avrà anche l’obiettivo di determinare lo stato di conservazione del bene e pianificare eventuali interventi di recupero”. Un lavoro che ha portato a indagare nel passato della Spezieria, e soprattutto su uno dei suoi aspetti più affascinanti: i veleni e le pozioni create dai frati: “attraverso varie tecniche abbiamo analizzato circa 100 campioni della vetrina dei veleni della Spezieria”, sottolinea Catarina Pereira del Laboratorio Hercules, “con l’obiettivo di capire se il contenuto di queste boccette corrispondeva a quanto scritto nelle etichette e se si fossero verificate alterazioni nel corso del tempo che potessero aver portato a una minor capacità di trattamento o a un aumento della tossicità di queste sostanze”. In attesa di scoprirla in 3D, intanto alcuni scorci della Spezieria nella gallery.

– Desirée Maida

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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