Si è fatto un gran parlare di Metaverso e del concetto di Metaverso (Artribune vi ha spiegato bene le sue origini qui), da quando Mark Zuckerberg ha lanciato META, il nuovo nome del suo gruppo aziendale e tutta la visione che si porta dietro. Ma nel frattempo una artista italiana, Valentina Vetturi, che dal 2015 opera nell’arte digitale e intersecando la cultura hacker, i dibattiti sulle crypto valute e la blockchain (tanto da essersi presa un Master a riguardo), stava già lavorando in queste dimensioni e i risultati si vedranno al Maxxi L’Aquila dal 27 novembre 2021, negli spazi di Palazzo Ardinghelli e sulla piattaforma arium.xyz.
IL PAESAGGIO PERFORMATIVO DI VETTURI
Intitolata, I Never Think of the Future. It Comes Soon Enough #2 l’opera della Vetturi (che fa parte di un ciclo cominciato nel 2016) è un paesaggio performativo che permetterà ai visitatori di tornare alle origini di internet, confrontandosi con la mitologica Cypherpunk Mailing List, nata nel 1992 e che nel 1994 contava già 700 iscritti. Si trattava di un forum molto attivo dove si svolgevano discussioni tecniche tra matematica, crittografia, informatica, discussioni politiche e filosofiche, incontri, dibattiti e scontri. Convogliando intellettuali, attivisti, scienziati (tra questi personaggi leggendari della storia del web, simbolo delle nevrosi e degli squilibri della società del presente, quali Jude Milhon, Julian Assange, Philip Zimmerman e Satoshi Nakamoto pseudonimo della persona che ha lanciato in rete i bitcoin e la blockchain). Pare che nel 1997 abbia raggiunto i 2000 iscritti. Nell’opera di Valentina Vetturi i testi scaturiti dalla mailing list diventano una partitura visiva e sonora che sarà visibile fisicamente al museo, ed esperibile nel contempo – in due visite che si completano tra loro – sulla piattaforma, traendo ispirazione da una pubblicazione realizzata dalla Vetturi nel 2016 al Museo Strauhof di Zurigo. Una selezione di testi “pescati” tra i fiumi di parole prodotte dagli utenti di questo think tank digitale dall’algoritmo di un programma generativo tracciando le parole chiave “better”, “chance”, “to gain”, “enough” e “entropy”.
IL PROGETTO SPIEGATO DALL’AUTRICE
“I Never Think of the Future. It Comes Soon Enough #2“, spiega l’artista, “è una partitura che si sviluppa osmoticamente tra spazio fisico e spazio virtuale. In un gioco di rimandi l’architettura immateriale del metaverso diventa corpo e voce nello spazio fisico e viceversa. In un momento in cui la parola metaverso, declinata come una distopia, è al centro della cronaca mainstream, in cui siamo sempre più relegati alla posizione passiva di utenti in rete, e non siamo titolari della nostra identità digitale e di conseguenza dei dati che produciamo, trovo cruciale rivolgere lo sguardo ai dibattiti, ancora oggi cruciali, che hanno animato l’internet delle origini e a quei luoghi del web in cui oggi si lavora e si coltiva una cultura alternativa, in cui l’utente diventa navigante e ha una posizione attiva, generativa e consapevole. I Never Think of the Future. It Comes Soon Enough #2 è un luogo in cui sperimentare, con gaiezza profonda, questa possibilità”.
IL PROGRAMMA E LA RASSEGNA PHYGITAL
Le parole che ne scaturiscono entreranno in dialogo sonoro con le opere esposte al Maxxi L’Aquila, e – spiega la Vetturi-, “con il dibattito mainstream sulla proprietà dei dati che produciamo in rete, sulle criptovalute e la blockchain”. Il progetto inaugura la rassegna Performative.01 Phygital a cura di Chiara Bertini e Serena Tabacchi, Direttrice del Museum of Contemporary Digital Art (MoCDA) che fa incontrare arti performative e digitali. Il programma prevede anche un talk, alle ore 17 con Bartolomeo Pietromarchi, direttore del Maxxi, le curatrici e l’artista, e il giornalista Massimo Cerofolini in veste di moderatore. Prossimi appuntamenti con Miltos Manetas e Michela De Mattei.
– Santa Nastro
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati