Gli ideatori di Yeast – come lievito, nella traduzione inglese – hanno scelto di chiamarle così, “persone lievito”, perché “creative, generative, a volte destabilizzanti dell’ordine costituito”. E proprio da questa energia visionaria il progetto ha preso il nome. Yeast è molte cose insieme: tecnicamente identificabile come esperimento di visual storytelling, è anche e soprattutto un viaggio in Puglia, e un collettore di storie di artigianato e amore per la terra e il territorio, in nome della biodiversità. Le persone speciali che compongono questo mosaico regionale sono 53, tutte attive nell’ambito dell’ospitalità e dell’e(t)nogastronomia. A loro spetta il compito di raccontarsi e raccontare quanto al fascino delle coste pugliesi e alla storia dei borghi della regione possa sommarsi la bellezza di un patrimonio culturale immateriale che si proietta nel futuro, e della Puglia di oggi può diventare volano, fonte di attrazione ed evoluzione.
IL PROGETTO DI VISUAL STORYTELLING DI YEAST
Alla narrazione di una destinazione mainstream, l’esempio di questi uomini e donne impegnati a portare avanti la propria visione dovrebbe anteporre, nell’idea di Yeast, la fotografia multisfaccettata di una creatività concretamente connessa alla terra, all’etica del lavoro e al rispetto per la natura. Tutti insieme protagonisti di un ecosistema complesso, che è “massima espressione dell’umana biodiversità”. Il progetto si concretizza attraverso il linguaggio fotografico (a cura di Flavio&Frank Sabato) e audiovisivo (a cura di Gabriele Surdo), articolando una trama corale fatta di ritratti fotografici e pillole video, che immortalano il paesaggio agricolo e antropologico della regione. E utilizza come filo conduttore uno dei caratteri più identitari della Puglia, l’enogastronomia, intesa principalmente come valorizzazione e trasformazione dei prodotti della terra.
IL RACCONTO DELLA BIODIVERSITÀ UMANA DI YEAST
Sono dunque contadini, raccoglitori, allevatori, panettieri, cuochi, produttori di formaggi, di vino, albergatori, tutori e guardiani della biodiversità a parlare dei valori che indirizzano le loro giornate: impegno, sacrificio, fatica, conoscenza, rispetto verso sé stessi e gli altri, per l’ambiente e la tradizione, intesa come staffetta generazionale. Attraverso il loro esempio si configura un sistema complesso – dove la complessità è un valore positivo, proprio come natura insegna – di politica attiva sul territorio. Si fa portavoce dell’importanza di difendere la biodiversità Paolo Belloni, ideatore e custode dei Giardini di Pomona a Cisternino; parla dal cuore della foresta del Mercadante Roberta De Lia, che in coppia con Vito Dicecca sta rivoluzionando la tradizione del formaggio pugliese; è invece circondato da una distesa di grano Giuseppe Savino, contadino di ultima generazione e fondatore di Vazap, mentre rivela l’urgenza di coltivare le relazioni umane per restituire dignità al lavoro. Ma la lista delle partecipazioni è lunga e coinvolge giovani e meno giovani (dal cuoco contadino Peppe Zullo al fornaio Antonio Cera, al food performer Don Pasta, al team della cooperativa agricola Karadrà, che opera in aridocoltura, all’ostricaro Vincenzo Falco), accomunati dal desiderio di generare un cambiamento. Il sito di Yeast ospita questo intreccio di idee con l’obiettivo di seminare per raccogliere: ogni settimana due nuove storie accrescono la narrazione, in attesa che tutto il materiale raccolto alimenti progetti complementari, dal volume fotografico d’autore alla realizzazione di eventi a tema, fino all’allestimento di spazi dedicati negli aeroporti pugliesi.
– Livia Montagnoli
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