Mappare la rivoluzione degli NFT. Intervista a Mauro Martino del MIT
Il direttore del Visual Artificial Intelligence Lab del MIT di Cambridge ha condotto una ricerca approfondita sul mercato degli NFT e le sue dinamiche. Ci ha raccontato come interpretare il settore, con le sue potenzialità e i suoi limiti
Un anno di lavoro per arrivare a produrre un’analisi approfondita del mercato degli NFT e delle sue dinamiche, riassunta nel progetto Mapping the NFT revolution. È la ricerca condotta dal team – quasi tutto italiano – guidato da Mauro Martino, artista, designer e ricercatore che ha fondato e dirige il Visual Artificial Intelligence Lab del MIT di Cambridge, negli Stati Uniti. Un impegno che ha prodotto una pubblicazione scientifica su Nature e un video per cercare di spiegare i motivi del successo degli NFT, e comprendere le relazioni che regolano le compravendite, il profilo degli attori coinvolti, le prospettive future del settore. Il progetto va avanti, perché l’evoluzione dell’oggetto di studio è costante e frenetica. Con Mauro Martino abbiamo fatto il punto su quanto emerso fin qui.
INTERVISTA A MAURO MARTINO
Il vostro progetto prova a spiegare il mercato degli NFT e le dinamiche con cui cresce e acquista valore. Quali condizioni (sociali, culturali, economiche, tecnologiche) hanno favorito secondo voi l’esplosione del mercato NFT all’inizio del 2021?
Abbiamo analizzato 4.7 milioni di NFT tra il 23 giugno 2017 e il 27 aprile 2021, risulta chiaro come l’esplosione di interesse sia legata alla vendita record ($ 69.3 milioni) di Beeple, Everydays: the First 5000 Days, dell’11 marzo, 2021. Il sogno di una ricchezza facile sia per gli artisti che per i collezionisti è stata la prima causa di una viralità dirompente. L’isolamento pandemico ha incrementato le ore che trascorriamo nel mondo digitale, propiziando questa nuova forma di compravendita di NFT, una forma di contratti intelligenti registrati nelle blockchain.
Ci sono state delle prime avvisaglie del successo degli NFT nel dicembre 2017, quando CryptoKitties ha congestionato la rete di Ethereum, ma questo evento venne deriso da molti e considerato come un esempio dell’irrazionalità che guida il mercato delle cripto-valute.
Come si procede per mappare gli NFT? È possibile registrare in modo puntuale le continue evoluzioni del mercato?
Gli NFT sono al contempo trasparenti e di difficile lettura. Trasparenti perché tutte le operazioni vengono registrate su una blockchain disponibile a tutti, di difficile lettura perché ancora non esiste un contratto intelligente standard, e le informazioni sulla proprietà sono quasi sempre dei nickname, o ID difficilmente associabili con una persona.
Quindi sì, possiamo raccogliere dalle blockchain tutti i dati di cui abbiamo bisogno per registrare le evoluzioni del mercato, ma non possiamo essere certi sull’identità della maggior parte degli attori coinvolti.
Come si legge la mappatura?
Il Data-Film che ho realizzato mostra e spiega in tutto il suo fascino la mappatura degli NFT.
L’immagine più emblematica è quella dei network dei commercianti, in cui i nodi rappresentano i compratori/venditori e i link le vendite tra di loro di NFT: Cryptokittie Art (rosa), Axie Games (blu), Sorare Collectible (verde), Rari Art (arancione), Godsunchained Games (blu), Xuniverse Games (rosso), Decentraland (giallo chiaro).
Si vede chiaramente una struttura del network, con i suoi cluster, i nodi centrali e periferici, insomma l’evolversi di un mercato con delle sue regole emerge chiaramente, ora dobbiamo interpretarlo.
COME FUNZIONA IL MERCATO DEGLI NFT
Quali sono i temi più caldi nel settore degli NFT? C’è un mercato che ha funzionato da traino per gli altri?
Tra gennaio 2019 e luglio 2020 quasi il 90% del volume totale scambiato di NFT era costituito da Arte (18%), Games (33%) e Metaverse (39%). Ma dalla meta di luglio 2020 la maggior parte del volume del mercato è stato sull’Arte (71%) e sulle Collezioni (12%).
Ci sono stati i prezzi esorbitanti di alcune transazioni artistiche ma non un aumento degli scambi, che rimangono molto ridotti nell’arte, solo il 10%. Ultimamente osserviamo un calo di valore di alcune delle collezioni più famose, probabilmente legato alla guerra in Ucraina, questo a sottolineare che gli NFT fino a questo momento non si sono dimostrati dei “beni rifugio”. Nel campo artistico probabilmente ci sarà sempre più spazio per l’arte generativa co-creata con modelli di Intelligenza Artificiale.
Come si comporta un acquirente di NFT? Cosa orienta le sue “abitudini d’acquisto”? Come interagiscono gli acquirenti tra loro?
L’acquirente di NFT osserva una lista ben precisa di caratteristiche che le nuove collezioni devono avere. Ci sono diversi gruppi di discussione nelle comunità “Discord”, i più importanti sono privati e raggruppano gli investitori con il portfolio di investimenti più ricchi. Questi investitori sono bombardati di richieste e ormai si fidano di poche persone per cancellare il rumore di fondo e scovare gli investimenti più interessanti. Tutto funziona per passaparola, e se una nuova collezione arriva all’attenzione delle persone giuste ci sono buone probabilità di successo. Le discussioni pubbliche più importanti avvengono invece su Twitter, qui gli influencer di NFT fanno la differenza. C’è una decina di personaggi con più di un milione di follower (tanti per la piattaforma Twitter) che condizionano il mercato: essere in contatto con 2/3 influencer importanti, regalargli in anteprima delle “carte” della nuova collezione, aiuta nel lancio del nuovo progetto. Tutti gli attori coinvolti puntano a un fattore moltiplicativo dell’investimento a due cifre in pochi giorni/settimane. La compravendita per le collezioni nuove di successo può essere frenetica nei primi giorni, se poi si ha la sensazione che un progetto possa valere nel tempo l’atteggiamento cambia e si punta a tenere l’NFT nel medio/lungo periodo.
Esistono le truffe nel mondo NFT?
Le truffe sono all’ordine del giorno, per esempio il progetto “Pixelmon” ha illuso centinaia di collezionisti di alto livello. Doveva essere una nuova piattaforma di gioco che si sponsorizzava con le vendite dei personaggi pixellosi 3D che avrebbero dovuto popolarlo, si è scoperto che dietro agli annunci si nascondeva un ragazzino incapace di pensare/progettare/realizzare un gioco online così complesso. Quindi anche lo schema più vecchio del mondo dei club (discord) privati e del passaparola non è sicuro al 100%.
IL VALORE DEGLI NFT
Parliamo del mercato di un singolo NFT. Il vostro studio individua tre fattori determinanti nell’accrescerne il valore. Come possiamo riassumerli?
Le regole stanno cambiando con la diffusione di piattaforme di analisi molto complesse come Nansen e Icy.tools, per fare un esempio, ma ne esistono molte altre. Adesso gli investitori più motivati osservano il più piccolo dettaglio, dalla reputazione del gruppo di creatori di un progetto alla distribuzione del venduto di una collezione, evitando di comprare progetti concentrati nelle mani di troppe poche persone. Nel nostro lavoro scientifico abbiamo osservato 3 macro-caratteristiche per predire il prezzo nel mercato primario e secondario: 1) grado, centralità e PageRank dell’acquirente e del venditore nella rete di compravendita degli NFT; 2) caratteristiche visive dell’opera, soprattutto per quanto riguarda le collezioni e l’arte; 3) ovviamente il prezzo mediano delle vendite primarie e secondarie avute in passato all’interno di una collezione.
Le quotazioni salgono a cifre importanti solo per una piccolissima percentuale degli NFT in circolazione. Qual è dunque l’interesse che tiene in piedi il settore?
Dai dati raccolti osserviamo che il prezzo medio di vendita degli NFT è inferiore a 15 dollari per il 75% dei beni, e solo l’1% degli NFT ha un valore superiore ai 1.594 dollari. Inoltre, solo il ∼20% di essi ha avuto una vendita secondaria, e solo lo 0,07% può arrivare a essere venduto per più di 10 volte. La prima volta che un NFT viene venduto parliamo di vendita primaria, e tutte le altre vendite sono chiamate vendite secondarie.
Penso che il principale motivo di interesse oggi sia di tipo speculativo per chi investe. Per gli artisti l’idea di poter avere successo grazie soltanto a delle vendite anonime online pare sia vista come una scorciatoia. Una scorciatoia che funziona solo se si hanno grandi capitali da investire. Sicuramente un paradosso sono le opere da tutorial di Maya dell’artista e investitore “Pak”, vendute ovviamente per milioni di dollari.
NFT E FUTURO
Il vostro è un modello predittivo: è possibile ipotizzare una proiezione del settore per il prossimo futuro? Chi può trarre beneficio da questa previsione?
I modelli predittivi sono sempre destinati a durare poco, possono fornire un vantaggio competitivo nel breve periodo, poi devono evolversi con il mercato per poter continuare a predire correttamente.
Stiamo lavorando per rendere il modello sempre più competitivo, tra i benefici c’è sicuramente la possibilità di scovare copie copiate, o eccessivamente ispirate al lavoro di altri artisti, quindi più in generale una riduzione delle possibili frodi.
Quali sono i limiti del settore?
Per quanto gli NFT siano basati sulla trasparenza delle transazioni nella blockchain, l’anonimato di chi vende e di chi compra NFT rende questo mercato molto rischioso. È esternamente facile il plagio, le opere che hanno fatto la storia dell’arte digitale vengono molto spesso copiate, senza riconoscere alcun credito agli autori originari. I collezionisti sono quasi sempre anonimi, questo permette di fare operazioni di lavaggio di denaro sporco, di attivare schemi Ponzi, nel caso di artisti/collezionisti di auto comprarsi le opere facendo lievitare i prezzi. Molte persone hanno collegato la concentrazione che abbiamo osservato ‒ il 90% delle transazioni eseguite dal 10% dei portafogli ‒ come una firma di “wash trading”.
Con una maggiore regolamentazione degli NFT da parte dei governi questo mercato diventerà certamente più sicuro. In più stiamo già osservando diversi mercati online, come OpenSea, introdurre nuovi controlli per eliminare ogni forma di plagio.
‒ Livia Montagnoli
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