Droni, installazioni e quadri generativi. Il progetto di Aorist per la Biennale di Venezia
La neonata organizzazione per l'arte digitale Aorist porta a Venezia un interessante programma, tra performance fatte con i droni, installazioni immersive e una serie di quadri che si auto-generano per compiacere il gusto dei collezionisti
Un banco di pesci che reagisce all’attacco di un predatore, mettendo in scena un’elegante ed efficace danza difensiva. È questa la metafora scelta dagli artisti di Studio DRIFT (Ralph Nauta e Lonneke Gordijn) per la loro performance veneziana. Il duo olandese, invitato a realizzare un progetto nella chiesa di San Lorenzo, sede di Ocean Space, ha utilizzato cento piccoli droni luminosi per mettere in scena una dinamica caratteristica del mondo naturale. Il movimento delle creature artificiali simula il comportamento delle specie animali che si muovono in grandi gruppi, dando vita a complessi sistemi auto-organizzanti. Viene chiamata “intelligenza di sciame” e rappresenta un esempio di intelligenza collettiva: in natura viene osservato non solo nei banchi di pesci, ma anche in colonie di insetti, stormi di uccelli e mandrie di mammiferi. Il risultato è uno spettacolo molto suggestivo, anche grazie al fascino della location e al sottofondo musicale, creato per l’occasione dal noto dj Don Diablo.
OPERE IMMERSIVE E GENERATIVE DI AORIST A VENEZIA 2022
Social Sacrifice, questo il titolo dell’opera, fa parte del progetto CodeX, un programma di iniziative ideato da Aorist, una nuova realtà che si definisce “un’istituzione culturale di nuova generazione che crea un ponte tra il digitale e il fisico”. L’organizzazione, che supporta l’opera di artisti che lavorano con la tecnologia, è anche un marketplace di NFT e riserva una particolare attenzione al tema ambientale, operando esclusivamente con le blockchain più sostenibili, quelle basate sul sistema Proof-of-Stake. Aorist è stata fondata da Pablo Rodriguez-Fraile, mecenate ed esperto di NFT; Ximena Caminos, web designer e curatrice, e Andrea Bonaceto, artista e imprenditore.
Oltre alla performance di Studio DRIFT, Aorist ha portato a Venezia un’opera dell’artista olandese Rafaël Rozendaal – uno dei rappresentanti più noti della corrente Post-Internet -, visitabile al Venice Meeting Point, nei pressi dell’Arsenale. Si tratta di una piccola installazione immersiva dal titolo Observation fatta di specchi e schermi, all’interno della quale il visitatore viene avvolto a 360 gradi da forme e colori in continuo mutamento. Completa il programma CodeX un lavoro online, a firma dell’artista svedese Jonas Lund. Si chiama MVP (Most Valuable Painting) ed è un’opera generativa e partecipativa: 512 dipinti digitali che cambiano in risposta alle reazioni del pubblico, cercando di “ottimizzarsi” per diventare più vendibili.
– Valentina Tanni
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