Beeple, l’artista digitale dietro la mania globale per gli NFT (sua la famosa vendita da Christie’s di un token per quasi 70 milioni di dollari), farà il suo debutto Museo d’Arte Contemporanea del Castello di Rivoli, fuori Torino, il 24 aprile. La sua HUMAN ONE – una scultura video cinetica (fisica e digitale) con un’animazione dinamica di un simil-astronauta che cammina in un paesaggio in evoluzione – comparirà infatti nella rassegna Espressioni con Frazioni, dedicata all’analisi dell’impatto delle nuove tecnologie sull’esperienza umana. La notizia, riportata dal Wall Street Journal, è stata interpretata dai più come un segno di una sua accettazione ufficiale del mondo dell’arte, anticipata dalla prima mostra fisica dell’artista a Londra circa un mese fa. Non solo: l’opera di Beeple – acquistata per 29 milioni di dollari dal venture capitalist Ryan Zurrer lo scorso autunno e prestata per l’occasione – troverà posto nella Manica Lunga del Castello accanto a un importante lavoro di Francis Bacon, Study for Portrait IX (1956-57), dalla Collezione Cerruti, con cui entrerà in un contrastato dialogo.
LA PREPARAZIONE PER L’ARRIVO DI BEEPLE AL CASTELLO DI RIVOLI
Mike Winkelmann, aka Beeple, era già stato coinvolto dalla direttrice del museo Carolyn Christov-Bakargiev in una serie di conversazioni tra il 2021 e il 2022, una ogni sei settimane circa, perché voleva “approfondire la mia ricerca e comprensione della cultura contemporanea, specialmente dal punto di vista della soggettivazione nell’emergente episteme digitale, rispetto a come si formava il Soggetto fino all’inizio del XXI secolo durante l’era moderna e postmoderna”, scriveva la direttrice sul portale del museo, implicando nel discorso più ampie considerazioni sull’approccio filosofico alla tecnologia. “La motivazione per avviare questa serie di conversazioni era capire perché non avevo mai sentito parlare di Winkelmann fino alla vendita di un NFT dei suoi Every Days – i primi 5000 giorni battuti da Christie’s dell’11 marzo 2021 per l’equivalente in Ethereum di 69 milioni di dollari – e per comprendere il pensiero di una delle figure di spicco della computer e motion design graphics, le cui opere d’arte realizzate al di fuori della cornice del suo “lavoro” su commissione, egli definisce “arte digitale” – ovvero arte realizzata stando seduti davanti a un computer e che viene distribuita solo attraverso piattaforme digitali”. Christov-Bakargiev, conscia dell’esclusività del mondo dell’arte e della costante tendenza al gatekeeping del sistema, ha voluto pubblicare le interviste “nello spirito di apertura, per quanto controverso, politicamente controproducente e conservatore possa essere, in quanto si tratta della produzione culturale di un giovane maschio bianco etero-normativo proveniente dagli Stati Uniti”. Touché.
“Mi sembra”, concludeva “che, sebbene siamo di fronte a una forma di emergente intelligenza collettiva, quella di Beeple sia anche una forma di duro e impegnativo lavoro umano da parte di una persona intenta a misurarsi con la tecnologia, un po’ una figura di Prometeo inverso, lontano dall’idea che le macchine ci sostituiranno. E questo è interessante”.
– Giulia Giaume
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati