Chain Reaction, al MAXXI la rassegna sulla videoarte ucraina
La rassegna “Chain Reaction” è composta innestando un video sull'altro, rimandi interni alle pellicole. Dispute, conflitti, paure si mescolano nella Videogallery del museo romano
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Ha aperto lo scorso 3 maggio al MAXXI di Roma la rassegna Chain Reaction dedicata alla videoarte ucraina, a cura di Alessandra Troncone e di Mykola Ridnyi, visibile nella Videogallery fino al 15 maggio. Il progetto è iniziato nel 2021: l’intenzione dei curatori era presentare il primo focus sull’arte contemporanea ucraina in Italia. Con l’invasione del 24 febbraio 2022, l’urgenza di condividere i frutti di questa ricerca si è manifestata in tutta la sua gravità. Il progetto evidenzia il valore della produzione culturale-artistica indipendente ucraina, attraverso le testimonianze dirette di portavoce dell’ultima generazione. “Con Mykola Ridnyi abbiamo iniziato a lavorare a Chain Reaction in tempi non sospetti”, racconta Troncone. “Dal 2016 sono stata più volte in Ucraina e ho co-curato lì due progetti con Kateryna Filyuk e in collaborazione con l’Ambasciata italiana a Kiev: una mostra collettiva con artisti italiani e ucraini presso Izolyatsia nel 2019 e nel 2020 il progetto di Gian Maria Tosatti vincitore di Italian Council, Il mio cuore è vuoto come uno specchio “.
L’URGENZA DI UNA RASSEGNA SULLA VIDEOARTE UCRAINA
“Ho sempre pensato che in Italia si sapesse troppo poco della scena artistica ucraina e per questo con Mykola, già promotore del progetto Armed and Dangerous avevamo pensato a un approfondimento che privilegiasse il mezzo filmico e video per la sua implicita capacità narrativa”, continua Alessandra Troncone. “Sono tanti i temi che emergono: dalla trasformazione delle città ucraine e del paesaggio circostante alla guerra nelle regioni di Donetsk e Luhansk che va avanti dal 2014 ma per lungo tempo è stata dimenticata dai media europei. La nostra speranza è che progetti come questo aiutino a mantenere viva l’attenzione su quanto sta accadendo”.
LA RASSEGNA CHAIN REACTION, REAZIONE A CATENA
11 pellicole si susseguono, creando una concatenazione e alimentandosi dei rimandi reciproci. Si apre con la sequenza di una zona paludosa, la riserva di Zamglai, per terminare con un’immagine distopica e apocalittica che contempla la scomparsa dell’essere umano sulla terra. Le tematiche toccate sono molteplici: ansie sociali, conflitti bellici, flusso migratorio, rivendicazioni del movimento LGBTQIA+, lotte femministe, cambiamento climatico, metamorfosi urbana. Spiccano tre cortometraggi: Temerari (Daredevils) di Mykola Ridnyi (Kharkiv, 1985) cerca connessioni tra fenomeni culturali e politici dell’Italia e dell’Ucraina, scavando nel passato fascista e approfondendo dinamiche interne al Futurismo. Sotto indagine il soldato ucraino Vitaliy Markiv, la casa editrice di estrema destra Iron Dad, Matteo Salvini e un gruppo di reclute filorusse nel Donbas. In Diorama di Zoia Laktionova (Mariupol, 1984) la routine quotidiana di Mariupol viene interrotta da un evento improvviso: le tracce mnemoniche dei locali, restituite da una voce fuori campo, sono l’unico appiglio per preservare la normalità. Ciò che rimane è una landa desolata “minata e pericolosa a causa di esplosivi nascosti sott’acqua”. La guerra in Donetsk e Luhansk informa infine il video di Dana Kavelina (Melitopol, 1994) Mark Tulip, who spoke with flowers, che sfrutta l’animazione stop-motion. Mark L. Tulip, nato e cresciuto a Luhansk, è un personaggio dalla testa-bocciolo orgoglioso del proprio orticello e di ciò che ha costruito: ha figli, una nipote, un gatto di nome Donbas, un cane di nome Malva, un giardino con rose e viole. Gli eventi politici distruggono però il suo stile di vita, riducendo in frantumi le sue certezze, costringendolo ad abbandonare per sempre il suo microcosmo di tranquillità e bellezza.
– Giorgia Basili
Mark Tulip, who spoke with flowers di Dana Kavelina: https://youtu.be/mkn54J66cIo
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Mykola Ridnyi, Temerari, 2020 - still da video
Courtesy l’artista"
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Courtesy l’artista"
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Piotr Armianovski, Sloviansk, 2014-2018 - still da video
ourtesy l’artista"
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Daniil Revkovskyi, Andriy Rachinsky, Clanking, Hammering, Dispute and Gurgling, 2021 - still da video
Courtesy l’artista"
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Courtesy gli artisti"
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Courtesy l’artista"
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