Il metaverso può essere davvero sostenibile?
Il metaverso, inteso come un insieme di mondi dinamici, interoperabili e persistenti, costruiti sulla blockchain, simula le interazioni del mondo reale, arricchendole di intensità e coinvolgimento degli utenti, generando esperienze altamente immersive basate e guidate dallo storytelling. Ma quale sarà l’impatto di queste città virtuali, mondi ed economie interdipendenti, speculari e connesse alla nostra realtà fisica sulla causa della sostenibilità?
Il cambio di atteggiamento e di consumo guidato dal cambiamento generazionale e dal progresso tecnologico è alla base dell’evoluzione verso il metaverso e le esperienze immersive. Nel metaverso, le nuove generazioni amano infatti ritrovarsi con gli amici, o con la famiglia, organizzare eventi, assistere o tenere conferenze ma anche partecipare a concerti, feste, show di artisti o fashion show. Oltre a ciò, le nuove generazioni richiedono che, alle innovative esperienze immersive di brand, si aggiunga la sfera della sostenibilità. Per questo motivo, per i brand e i maker che stanno sviluppando il metaverso, diventa necessario valutare le implicazioni sostenibili delle piattaforme virtuali e definire il futuro impatto del metaverso sia sull’ambiente che sulle persone.
I PRIMI PASSI VERSO LA SOSTENIBILITÀ DEL METAVERSO
Metaverso e web 3.0, grazie alle loro caratteristiche, generano outcome considerabili come sostenibili perché decentralizzati, consensus-based e immutabili. Grazie a decentralizzazione, distributed ledger e agli smart contract, le piattaforme eliminano gli intermediari evitando così la centralizzazione del potere e riducendo i costi. Inoltre, rafforzando affidabilità e tracciabilità, viene garantito il massimo livello di governance, riducendo il rischio di corruzione e manipolazione.
Il metaverso può e potrà ospitare tutta una serie di attività che attualmente gravano su riscaldamento globale, ed emissioni, come concerti, smartworking o conferenze. Sono tantissimi, infatti, gli artisti che hanno deciso di tenere concerti e festival all’interno del metaverso. Mentre Ariva wonderland apre la strada per viaggi a basso impatto ambientale e dà agli utenti la possibilità di avere un’esperienza di viaggio 3.0 e illimitata. Parallelamente è il settore fashion il più all’avanguardia in questo senso. Sempre più aziende, come Nike con la sua Nikeland o Balenciaga con le sue collezioni virtuali, abbattono sprechi e consumi, risparmiano tempo e favoriscono la virtual experience del cliente con l’utilizzo di gemelli digitali e collezioni digitali indossate direttamente da avatar che sfilano nel metaverso. Collezioni che potranno poi essere prodotte fisicamente solo se effettivamente acquistate dentro il metaverso, limitando la produzione e i successivi sprechi. Nikeland, ad esempio, si sviluppa come laboratorio virtuale, dove lancia prototipi di scarpe per farle provare agli utenti nel mondo virtuale, prima di avviare una produzione di massa in quello reale.
MA SI PUÒ DAVVERO ESSERE SOSTENIBILI NEL METAVERSO?
Sebbene molti marchi stiano implementando strategie ambientali per ridurre la propria impronta di carbonio, se scelgono di produrre utilizzando la tecnologia NFT e tutte le altre tecnologie necessarie per la creazione di asset digitali in 3D e del metaverso, dovranno ulteriormente impegnarsi in iniziative e accordi sostenibili che rendano le loro operazioni responsabili, senza dimenticare la sfera della sostenibilità umana. Ulteriori approfondimenti e pensieri verteranno infatti, in futuro, sul trovare il modo corretto di affrontare i temi di sicurezza, trattamento dei dati, di convivenza sociale e persino delle implicazioni etiche e psicologiche che il metaverso può avere sulle persone.
‒ Elisabetta Rotolo
MIAT ‒ Multiverse Institute For Arts & Technology è un centro creativo ed educativo per le arti immersive e le tecnologie emergenti.
www.miat.tech
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