Liberland Metaverse. La realtà virtuale “cyber-urbana” progettata da Zaha Hadid Architects
Liberland Metaverse, firmato dallo studio di Zaha Hadid Architects, sarà l’estensione virtuale del Liberland, micro stato non riconosciuto tra Croazia e Serbia. Ecco le foto
Zaha Hadid Architects (ZHA), lo studio fondato nel 1979 dall’architetta scomparsa nel 2016, si sta immergendo in una nuova sfida, uno spazio digitale: Liberland Metaverse. Quest’ultima è una città virtuale, fondata come estensione della reale Repubblica Libera di Liberland, un micro stato libertario ma non riconosciuto ufficialmente e fondato dall’attivista ceco di destra Vít Jedlička nel 2015 su un lotto di terreno paludoso di sole tre miglia quadrate. Questo territorio, noto come “Siga”, si trova a metà strada tra Zagabria e Belgrado, diventerà anche virtuale grazie alla collaborazione tra lo ZHA, Mytaverse e ArchAgenda a.o., che anticipano sarà caratterizzato da forme architettoniche ibride e curvilinee.
Ma come si può accedere alla città virtuale? Tramite la piattaforma su cloud che crea ambienti 3D Mytaverse: una volta entrati sulla piattaforma, i visitatori possono muoversi tra gli edifici progettati da Zaha Hadid Architects, come un municipio, una piazza e un centro espositivo, e acquistare appezzamenti di terreno e avviare attività commerciali. Se lo fanno, potranno poi partecipare alla vita politica e sociale del vero micro stato.
LIBERLAND METAVERSE COME ESPANSIONE DIGITALE DEL MICRO STATO NEI BALCANI
L’architetto di ZHA responsabile del progetto, Patrik Schumacher, ha spiegato che: “mentre il Liberland Metaverse è destinato a guidare lo sviluppo di Liberland come una micro-nazione libertaria, funzionerà anche come un regno di realtà virtuale indipendente e a sé stante“. Parte dell’attrattiva per Schumacher è che Liberland ha già raccolto largo seguito: Jedlička sostiene infatti di aver ricevuto 700mila domande di cittadinanza. Eppure Liberland non è ancora stato riconosciuto da nessun altro stato: quando è stato fondato, la Serbia e la Croazia hanno rilasciato delle dichiarazioni alla CNN respingendo i piani di Jedlička. Secondo Patrik Schumacher “gli sviluppatori di videogiochi non sono designer. Non appartengono alla disciplina del design ma all’industria dell’intrattenimento. Il Metaverso è il luogo in cui si svolgerà gran parte dell’azione architettonica e dell’innovazione nel prossimo periodo“. Crede inoltre che la tecnologia internet immersiva incoraggerà una spontaneità nelle interazioni sociali simile a quella della vita reale, stimolando anche la collaborazione economica globale. Gli abbiamo posto alcune domande.
Quali sono le principali linee estetiche e funzionali di Liberland Metaverse?
I due principali problemi estetici che stiamo cercando di risolvere con i nostri progetti urbani e architettonici per il Metaverso di Liberland possono essere enunciati come segue…Rispetto alla scala urbana: mantenere un senso globale di unità e identità mentre si ospita una ricca diversità di quartieri, istituzioni e architetture congeniali. Rispetto alla scala architettonica: mantenere la leggibilità di fronte alla complessità. Il compito è quello di mantenere l’inter-visibilità e l’inter-consapevolezza in scenari di uso misto, con disposizioni spaziali molto articolate. Questi risultati si possono ottenere attraverso l’uso della fluidità e della porosità spaziale che offrono prospettive profonde e stratificate.
Perché affermi che i designer di videogiochi non hanno una visione adeguata del Metaverso mentre gli architetti sì?
Gli spazi virtuali nel Metaverso, che stiamo perseguendo con ZHA, sono funzionalmente continui rispetto agli spazi fisici che stiamo progettando. Entrambi sono parte di un unico processo di interazione sociale. Non siamo interessati a un “Metaverso” che offra un mondo fittizio alternativo per sfuggire alla realtà sociale. I designer di videogiochi sono a loro agio in quest’ultimo mondo. Perseguono lo spettacolo, l’intrattenimento, la narrazione. Questa è un’industria diversa con diversi criteri di successo, che richiede competenze e sensibilità diverse.
Come immagini, insieme al tuo team, il metaverso costruito dagli architetti, meglio o peggio del mondo reale?
Il Metaverso è parte del mondo reale. Questo è il motivo per cui usiamo il binomio concettuale virtuale vs fisico e distinguiamo la realtà virtuale dalla realtà fisica, entrambe inquadrano la realtà sociale. Come architetti, ci sforziamo di creare un mondo migliore, sia fisicamente che virtualmente. Ogni regno ha i suoi vantaggi specifici. Non ha senso chiedere quale regno sia migliore. Non possiamo sfuggire alla realtà fisica finché siamo fisicamente incarnati. Vivremo inevitabilmente in una realtà mista che integra e talvolta fonde questi due regni.
Perché credete in una piattaforma basata sugli scambi in criptovalute?
All’interno dell’ecosistema digitale si favorisce la legittimità e la trasparenza della comunità dei partecipanti. Crediamo che versioni di business aperte, decentralizzate e di proprietà della comunità del Metaverso – organizzate come DAO trasparenti – vinceranno sulle imprese aziendali centralizzate.
– Giorgia Basili
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