A Firenze la tecnologia fa parlare i tabernacoli in giro per la città
Come rendere turisti e residenti più consapevoli del valore e dell’identità delle presenze artistiche “minori” del centro storico di Firenze? Tramite targhe interattive un progetto dà la parola ai tabernacoli. Ecco come funziona
Quando altre sinistre epidemie logoravano nel corpo e nella mente i nostri antenati, appellarsi alle divinità cristiane era prassi diffusa. Ovunque, Toscana e Firenze comprese. In epoche segnate da carestia, peste e morbi sconosciuti, soprattutto a San Rocco, provvisto dell’inconfondibile bastone, e a San Sebastiano, trafitto dai dardi, i fedeli indirizzavano le loro preghiere e invocazioni. Suppliche che quando oltrepassavano la dimensione privatissima del proprio io, potevano finire per conquistare porzioni di spazio pubblico e consistenza tridimensionale sotto forma di tabernacoli stradali. Come ex voto su scala architettonica, questi luoghi all’aperto, deputati a indirizzare alla Madonna e ai Santi appelli individuali e collettivi, hanno rappresentato per generazioni di devoti veri e proprio punti di riferimento. Qui, non solo in chiesa, ci si recava per chiedere protezione e sostegno per qualsiasi tipo di disgrazia e tormento. Monumentali o essenziali, realizzate da artisti e artigiani senza un posto nei libri di storia, affidate a maestranze di indiscusso pregio, queste edicole votive non chiamavano solo a raccolta i cuori oppressi, desiderosi di sollievo e speranza. Erette sulle facciate di nobili palazzi, all’incrocio delle vie, agli angoli di umili dimore, collocate in mezzo alle vie di campagna, costituivano – letteralmente – un faro nelle buie notti di un tempo, illuminate com’erano da candele e ceri. Travolti o distrutti delle stratificazioni architettoniche, in altri casi miracolosamente arrivati integri fino a noi e ancora oggi oggetto della venerazione collettiva, 37 fra gli esemplari identificabili nel centro storico di Firenze sono stati selezionati per un’iniziativa che li rende “comprensibili” a portata di smartphone.
“A CACCIA” DI TABERNACOLI FRA OLTRARNO, SAN LORENZO E SANT’AMBROGIO
A scegliere di puntare i riflettori su queste presenze spesso sottovalutate e “silenziose” del patrimonio artistico fiorentino è il Movimento Life Beyond Tourism – Travel to Dialogue, che in seno alla Fondazione Romualdo Del Bianco da decenni opera per “contribuire alla diffusione di valori universali quali il rispetto e l’armonia fra i popoli, per trasformare l’esperienza del viaggio da semplice occasione di svago in momento di incontro, in opposizione al concetto di turismo di massa”. Un proposito che si riflette anche in questo nuovo progetto, reso possibile grazie alla fondamentale collaborazione degli Amici dei Musei e dei Monumenti Fiorentini – Comitato per il Decoro ed il Restauro dei Tabernacoli. Alla sua base si colloca la volontà di fare la propria parte per rendere i turisti in arrivo in città più consapevoli dell’identità locale, affinché entrino in connessione con lo spirito autentico del luogo, lo conoscano e rispettino. Come? Mettendo a disposizione di tutti, senza alcuna limitazione – i residenti, ovviamente, sono inclusi – uno strumento gratuito e facile da utilizzare. Sulle targhe in ottone dei 37 tabernacoli scelti per questa prima fase è stato collocato un QR code. Inquadrandolo si accede a schede descrittive (in italiano e in inglese), che dettagliano le peculiarità storico-artistico di ogni esemplare, all’apparato fotografico dedicato, ad aneddoti storici e, fra gli altri dati, ai cinque itinerari messi a punto per l’occasione dal Comitato per il Decoro ed il Restauro dei Tabernacoli.
VIAGGIARE E CONOSCERE LA CULTURA LOCALE VIA SMARTPHONE
La presenza capillare dei tabernacoli nel centro storico e il loro rilievo rendono perfino possibile intraprendere una sorta di “caccia ai tabernacoli fiorentini”, ovvero un’altra delle possibili modalità di attraversamento della città, che in questo caso si intreccia con gli itinerari più battuti. Oltre alle presenze Oltrarno e in Sant’Ambrogio, infatti, è nel frequentato dedalo di strade a ridosso della stazione Santa Maria Novella (nell’area di San Lorenzo, in via Faenza, in via della Scala e via Palazzuolo) che nei secoli sono stati realizzati esempi notevolissimi di tabernacoli. Le loro storie si legano alle carriere di artisti fra cui i della Robbia o Benedetto da Maiano. Alle informazioni già disponibili, i singoli utenti potranno progressivamente integrare ulteriori indicazioni o suggerimenti, condividendo immagini e testi sulla piattaforma digitale luoghiparlanti.com. Il neonato progetto fiorentino rientra nella più vasta rete Luoghi Parlanti®, che promuove il turismo sostenibile ed è attiva in oltre 20 aree del Paese, fra cui Roma. Di recente la collaborazione con il Touring Club Italiano ha portato allo sviluppo di una prima guida cartacea dedicata alla rete, destinata a crescere ulteriormente anche grazie alla partecipazione di ulteriori soggetti o stakeholder che vorranno sposare la medesima causa. Carlotta Del Bianco, presidente della Fondazione Romualdo Del Bianco, in occasione della presentazione dei “tabernacoli parlanti”, avvenuta contestualmente al Festival delle Associazioni Culturali Fiorentine (in corso fino al 30 settembre, con decine di iniziative gratuite e per tutti in 34 luoghi della città), ha auspicato che il progetto venga ripreso anche altrove, ribadendo l’importanza di “vivere i luoghi con consapevolezza, in primo luogo da parte di chi lo vive e ne è depositario, quindi anche da chi lo visita, in modo tale che ci sia sempre uno scambio virtuoso”. L’obiettivo, intanto, è riuscire a rafforzare e allargare il circuito attuale: sempre insieme Amici dei Musei e dei Monumenti Fiorentini si punta a raggiungere quota 200 “luoghi fiorentini parlanti”.
– Valentina Silvestrini
http://www.luoghiparlanti.com/
https://www.associazioniculturalifirenze.org/
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