5 videogiochi da provare a settembre

Sette religiose, misteri da risolvere e realtà virtuale. Questo e molto altro nella selezione di videogiochi che vi proponiamo per il rientro dalle vacanze

La nostra rubrica mensile di recensioni videoludiche torna a parlare delle ultime uscite a tema, sbarcate sul mercato lo scorso agosto. Stiamo parlando di Cult of the Lamb, il nuovo videogioco di Sam Barlow, Immortality e I Was A Teenage Exoloconist. E poi spazio alla realtà virtuale, con Red Matter 2, e alle sperimentazioni che fanno incontrare videogioco e videoclip musicale, con We Are OFK.

Matteo Lupetti

CULT OF THE LAMB

Cult of the Lamb di Massive Monster e Devolver Digital

Cult of the Lamb di Massive Monster e Devolver Digital

Nel 2011 Edmund McMillen e Florian Himsl rilasciarono il loro videogioco The Binding of Isaac, storia di un bambino che fugge, nudo e armato solo delle sue lacrime, in un mondo oscuro, pieno di mostri, ricoperto di feci e costruito sui miti della religione cristiana.
Con il suo successo The Binding of Isaac contribuì alla diffusione della formula roguelite, che abbiamo discusso parlando di Hades di Supergiant Games. Cult of the Lamb si riallaccia a questo percorso, tenendo ben presente l’evoluzione del genere negli ultimi anni e combinandolo con il videogioco gestionale. In Cult of the Lamb sono un agnellino antropomorfo che amministra una setta religiosa devota a un’oscura divinità. Devo raccogliere risorse per costruire la mia comunità e i suoi edifici, convertire altri animaletti antropomorfi, sfamarli, curarli e soddisfare le loro richieste per mantenerli leali, compiere rituali ed estrarre dai fedeli nuovo potere da sfruttare nelle mie crociate contro le altre sette religiose. In queste crociate, la parte più chiaramente debitrice a The Binding of Isaac e altri roguelite, esploro ambientazioni generate da algoritmi (a partire da blocchi base predefiniti) e combatto contro nemici per arrivare infine a sconfiggere quattro divinità avversarie. The Binding of Isaac ha un umorismo spesso immaturo, ma ha effettivamente qualcosa da dire sul cristianesimo statunitense. È un videogioco che viene da una tradizione punk e underground che sa di poter essere offensiva. Cult of the Lamb la riprende, in parte anche nello stile visivo e nell’umorismo, ma non ha molto da dire sulle sette o sulla religione in generale. E, alla fine, sa di essere inoffensivo.
Cult of the Lamb di Massive Monster e Devolver Digital è disponibile per PC, Mac, PlayStation 4 e 5, Xbox One, Xbox Serie S e X e Nintendo Switch.

https://www.cultofthelamb.com/

IMMORTALITY

Immortality di Half Mermaid Productions

Immortality di Half Mermaid Productions

Come nelle precedenti opere di Sam Barlow, Her Story e Telling Lies, Immortality mi propone un archivio di video da esplorare per risolvere un mistero. Devo scoprire che fine ha fatto un’attrice a partire dai frammenti dei suoi unici tre film, realizzati tra gli Anni Sessanta e i Novanta. Ci sono provini, ricerche per le location, prove, dietro le quinte e riprese finali. Tutto scritto da Barlow, Amelia Gray (Telling Lies), Barry Gifford (scrittore del romanzo da cui David Lynch ha tratto Cuore selvaggio e cosceneggiatore di Strade perdute) e Allan Scott (A Venezia… un dicembre rosso shocking), tutto recitato da attori in carne e ossa e girato appositamente per questo videogioco imitando con un certo successo tecniche e stili delle diverse epoche. Posso riavvolgere, velocizzare e mettere in pausa le scene sbloccate, e quando sono in pausa posso selezionare alcuni loro elementi per passare a un’altra scena, magari di un diverso film, dove è presente l’elemento selezionato o qualcosa di simile. Per esempio, selezionando un certo attore finirò in un’altra scena con lo stesso attore. Immortality discute di cinema, della sua industria e delle persone che ci lavorano. Sembra molto critico verso la politique des auteurs teorizzata da François Truffaut su Cahiers du cinéma nel 1955 e poi portata nel mondo anglosassone da Andrew Sarris col nome di auteur theory, cioè verso l’idea che un film debba essere prima di tutto espressione di chi lo dirige. Eppure, è promosso come “il nuovo videogioco di Sam Barlow”. Immortality di Half Mermaid Productions è disponibile per PC e Xbox Serie S e X, uscirà su dispositivi Android e iOS, dove sarà incluso nell’abbonamento Netflix, ed è parte degli abbonamenti Game Pass di Microsoft. La traduzione in italiano è adeguata, ma spesso non ripropone il tono dell’originale inglese.

https://halfmermaid.co/

I WAS A TEENAGE EXOCOLONIST

I Was a Teenage Exocolonist di Northway Games e Finji

I Was a Teenage Exocolonist di Northway Games e Finji

Volendo identificarne le influenze, I Was a Teenage Exocolonist è uno sviluppo della serie Princess Maker di Gainax (più nota per le sue serie di animazione, come Neon Genesis Evangelion), videogiochi in cui devo educare una bambina che mi è stata affidata. Ma in questo romanzo di formazione fantascientifico, illustrato, a bivi e con decine di finali alternativi sono io a interpretare il personaggio principale, che all’età di dieci anni arriva su un pianeta alieno come membro del primo progetto di colonizzazione umana dello spazio. Decido quali attività svolgere ogni mese per dieci anni: studio, lavoro, mi addestro al combattimento, riposo, esploro le regioni del pianeta… E in base alle mie scelte e alla mia interazione con gli altri personaggi plasmo le mie caratteristiche e quindi il mio futuro. Dopo aver completato in una decina di ore una partita posso anche cominciarne un’altra, portandomi dietro parte delle conoscenze già acquisite per scoprire nuovi percorsi tra i tanti disponibili e tentare sfide precedentemente fallite.
I Was a Teenage Exocolonist non teme di mettere in discussione i suoi personaggi, i loro valori e l’idea stessa di fuggire su un altro pianeta abbandonando una Terra distrutta da capitalismo e cambiamento climatico. Ma pur volendo raccontare la storia di una comunità e la necessità di convivere pacificamente con gli ecosistemi, come in molti videogiochi alla fine tutto dipende dalla volontà di un singolo personaggio principale (e quindi di chi gioca). I Was a Teenage Exocolonist di Northway Games e Finji è disponibile per PC, Max, Linux, PlayStation 4 e 5 e Nintendo Switch.

https://exocolonist.com/

RED MATTER 2

Red Matter 2 di Vertical Robot

Red Matter 2 di Vertical Robot

Il videogioco in realtà virtuale Red Matter 2 inizia subito dopo il finale del precedente Red Matter del 2018, che consigliamo di giocare per capire la trama di questo seguito che non perde molto tempo in riassunti. In una guerra fredda alternativa e fantascientifica indago su una misteriosa “materia rossa” attraverso il sistema solare e 5-6 ore di gioco. Esploro con una visuale in soggettiva lune e basi spaziali retrofuturistiche, dal gusto Anni Sessanta e piene di dettagli con cui interagire, risolvo enigmi solitamente basati sul trovare oggetti e riparare e usare dispositivi tecnologici e combatto contro aggressivi robot in brevi sequenze d’azione (l’aggiunta meno riuscita di questo secondo episodio).
Come nel primo Red Matter, è notevole che gli strumenti multiuso che il personaggio principale sfrutta per interagire con gli ambienti abbiano l’aspetto dei controller del visore Meta Quest che io invece impugno per giocare. I controller sono visibili nel gioco stesso, e diventano così parte del suo mondo. Ma Red Matter 2 ci sembra anche definire un nuovo standard di realismo visivo per le ambientazioni dei videogiochi che girano sul visore per realtà virtuale Meta Quest 2, soprattutto per quanto riguarda effetti di illuminazione e spazi chiusi.
Red Matter 2 di Vertical Robot è disponibile per Meta Quest 2 e per PC con visori per la realtà virtuale compatibili. Un po’ imprecisa la traduzione in italiano, e anche se il videogioco consente di spostarsi tramite una funzione di teletrasporto (che aiuta a evitare fenomeni di chinetosi) è in realtà pensato per funzionare solo con i tradizionali movimenti fluidi e continui.

https://redmatter2.com/

WE ARE OFK

We Are OFK di Team OFK

We Are OFK di Team OFK

We Are OFK è un’operazione promozionale per il lancio di una band pop, chiamata appunto OFK, composta da personaggi virtuali e inventati, come anche i membri del progetto Gorillaz di Damon Albarn e Jamie Hewlett. È contemporaneamente il racconto fittizio della nascita della band e una versione giocabile del suo primo EP: è diviso in cinque episodi, usciti dal 18 agosto all’8 settembre, e ogni episodio contiene una sezione di videoclip interattivo. L’operazione è interessante, e mostra la crescente sinergia tra videogioco e produzione musicale. Ma è anche interessante vedere come OFK parla al suo pubblico, come inventa i suoi personaggi per renderli contemporaneamente familiari ed eccezionali, con la giusta quantità di difetti perché sembrino genuini ma comunque sempre vendibili. Vendibili al punto che le persone dovrebbero voler pagare per conoscere la storia di questi personaggi giovani, queer, etnicamente diversificati e tristi perché hanno lavori di successo nell’industria creativa di Los Angeles ma devono scegliere tra la possibilità di lavorare a tempo pieno con uno dei più importanti musicisti al mondo e la loro nuova band, che grazie ai loro contatti apparirà in un grande evento mondiale pur non avendo mai pubblicato una sola canzone. Sappiamo già come andrà a finire (sceglieranno la band e nascerà OFK) e We Are OFK non propone bivi: si presenta esplicitamente come una serie animata interattiva in cui siamo più spettatori che giocatori. Ci consente di compiere piccole scelte per dare diverse sfumature ai dialoghi, e usa il videogioco allo scopo di mantenere la nostra attenzione e il nostro interesse (il nostro engagement). Possiamo giocare con il marchio OFK, ma senza esagerare.
We Are OFK di Team OFK è disponibile per PC, Mac, PlayStation 4 e 5 e Nintendo Switch.

https://www.ofk.cool/

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Matteo Lupetti

Matteo Lupetti

Diplomato in Fumetto alla Scuola Internazionale di Comics di Firenze nel 2010, gestisce il collettivo di fumettisti indipendenti Gravure e scrive di videogiochi per varie testate italiane ed estere. È diplomato in sommelerie all’interno dell’associazione FISAR ed è direttore artistico…

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