Vittorio Bonapace (Rieti, 1986) si laurea in Scenografia presso l’Accademia delle Belle Arti di Roma. Dopo la laurea lavora come scenografo pittore al Teatro dell’Opera di Roma, dove rimane per i successivi quattro anni. In seguito, si trasferisce a Londra, città in cui vive tutt’ora, perché gli viene offerta la posizione di Senior Art Director in una grande agenzia leader di design e architettura, Cityscape Digital. Il mondo dell’arte ha appassionato Bonapace fin da piccolo e questo l’ha portato a visitare mostre, a dipingere e scolpire. In seguito all’incontro con il digitale si interessa soprattutto al software 3D, alla scultura dimensionale e alla digital painting. Porta avanti questa sua passione in parallelo al lavoro, realizzando rendering e immagini grafiche 3D, finché, grazie all’avvento della tecnologia NFT e quindi alla possibilità di vendere le sue creazioni, decide di dedicarsi interamente a questo e farne la sua principale attività.
Come e perché sei arrivato a realizzare opere NFT?
Gli NFT hanno dato il valore commerciale ai miei lavori. Questa tecnologia era quello che mancava per trasformare la mia passione in una carriera artistica. Molti mesi prima dell’avvento degli NFT avevo provato a immaginare di materializzare i miei progetti digitali, stampando l’opera su una tela o fondendo i due mondi attraverso la retroproiezione dell’opera digitale. Grazie alla creazione e allo sviluppo degli NFT ho realizzato che non c’era più bisogno di creare un supporto fisico, ma che l’opera digitale 1/1 poteva essere venduta in originale.
Quando ho letto che Beeple avrebbe caricato i suoi lavori sotto forma di NFT, mi sono sentito incoraggiato e ho provato a iscrivermi a diverse piattaforme la sera stessa. Questa notizia mi ha stimolato molto, anche se inizialmente non sono riuscito a entrare in SuperRare – marketplace più importante – perché è molto chiuso e selettivo. Ho comunque continuato a lavorare duramente e sono cresciuto piano piano imponendomi gradualmente sul mercato.
Ti senti ancora legato al tuo lavoro?
Adesso non mi sento più legato alla professione che svolgevo prima, ma sento di muovermi verso un’altra direzione, attratto dall’idea che il mio lavoro stia evolvendo a livello artistico e professionale.
NFT E DIGITALE
Il mondo NFT ti ha cambiato o ha cambiato il tuo lavoro tradizionale?
Senza dubbio per me la storia dell’arte è molto importante ed è il punto di partenza di tutti i miei lavori. Non ho mai avuto una grande passione per un periodo specifico, ma guardo a tutti i grandi momenti artistici. Tra i miei artisti preferiti ci sono sicuramente Rubens, Pannini e Andy Warhol. Affondo le mie radici nell’arte classica, l’ho studiata e l’ho resa parte della mia vita. Ho sempre cercato di creare e proporre lavori digitali che partono da temi del nostro patrimonio culturale in connessione a tematiche contemporanee, sia in termini visivi, sia di suono e audio. Fondo il mondo dell’arte classica alla tecnologia e ai social network, utilizzando un’iconografia che coinvolge astronauti, crush tester, manichini e androidi, e avvicinandoli attraverso un linguaggio cinematografico e teatrale.
Come è cambiato il tuo processo creativo da quando lavori per te stesso?
Il mio processo creativo è essenzialmente lo stesso. Ho sempre selezionato input presi da quello che vedo quotidianamente, con delle composizioni mentali che ho. I miei lavori generalmente prendono vita nell’arco di un paio di mesi, dal pensiero alla realizzazione. È capitato anche che abbia portato avanti più idee e progetti contemporaneamente perché in quel momento mi sentivo più ispirato.
Come parleresti della tua poetica? Cosa significa per te fare arte?
Alla base dei miei lavori c’è un’idea molto romantica. Quando rifletto su quello che ho fatto e dove voglio andare, penso sempre a questi due mondi distanti, anche in termini di valori, che si guardano e si abbracciano. Mi piace molto l’idea che un qualsiasi evento nella mia vita quotidiana possa essere un possibile concept per un prossimo lavoro. L’idea di partire dalla mia esperienza e da quello che mi succede per dire qualcosa, secondo me, non ha prezzo ed è una ricchezza che ritengo unica al mondo.
Secondo te, che ruolo ha l’artista nel mondo di oggi?
L’artista per me oggi è ancora legato a una figura che rappresenta un mondo trasmettendo dei messaggi e delle sensibilità. È colui che ispira le persone e colui dal quale si può trarre qualcosa, che sia astratto o figurativo. Adesso la figura dell’artista si è sovrapposta parzialmente a una figura più social, non voglio dire influencer, che crea un rapporto molto stretto attraverso Instagram e Twitter e quindi lavora anche con interazioni, algoritmi ed engagement. Per me, quindi, l’artista non è solo una figura che crea arte e messaggi, ma è anche colui che si sa vendere in dinamiche che vanno oltre quelle commerciali e che abbracciano le tecnologie e i social media.
Rispetto alle opere NFT, come si sta muovendo il mondo dell’arte tradizionale? Sei mai stato contattato da musei o gallerie grazie al tuo lavoro NFT?
Io sono stato molto fortunato perché ho già collaborato con varie realtà e sto programmando altri progetti con altre. Sto iniziando a vedere che i musei si stanno avvicinando e interessando alle nuove dinamiche digitali e penso che questo sia un segnale molto importante. Io ne sono solamente felice perché esporre all’interno di istituzioni è sempre stato il mio sogno.
Com’è il rapporto con i tuoi collezionisti?
I miei collezionisti sono molto vari. In occasione di una delle ultime vendite su SuperRare ci sono stati numerosi rilanci tra collezionisti influenti. Naturalmente spero che in futuro saranno sempre di più quelli che apprezzano e possiedono i miei lavori. Di solito, quando viene comprata una mia opera, insieme al lavoro digitale, regalo al collezionista anche una stampa di fine art e un certificato di autenticità cartaceo.
ESSERE CRIPTOARTISTI SECONDO BONAPACE
Non poco tempo fa sei stato derubato. Puoi raccontarci quella esperienza? È un rischio reale continuo?
Il rischio è reale ed è successo anche a molti altri grandi artisti, ma non hanno mai detto nulla. Io ho accusato molto il colpo perché, oltre a essere stato un danno finanziario, è stato anche complicato trovare una soluzione con SuperRare per riavere il mio account. Generalmente, se ti hackerano l’account, devi creare un nuovo profilo sulla piattaforma e associare un nuovo wallet. Questo comporta un azzeramento dello storico nel marketplace e delle transazioni sulla blockchain associabili a te. Di solito ho sempre riconosciuto le mail false che mi arrivavano, ma questa volta era stata preparata molto bene e connessa a nomi importanti. In più, questa persona mi ha intervistato per giorni scambiandoci numerose mail di aggiornamenti e correzioni. Quando mi è arrivata la bozza finale dell’intervista, ho cliccato sul documento e in automatico mi è partito l’esecutivo che mi ha hackerato il wallet digitale.
Si può prevenire tutto ciò?
Sì, si può prevenire. È un discorso sul quale sto insistendo molto negli ultimi mesi perché è veramente importante. La soluzione più semplice è quella di collegare il tuo wallet digitale a un hardware, simile a una chiavetta USB.
Cosa pensi della tecnologia blockchain?
Senza dubbio cercherò di esplorare molto di più la blockchain, perché finora non l’ho fatto. Sono entrato come artista digitale, non mi sono mai reputato un criptoartista. Molti collezionisti e conoscenti mi hanno consigliato di aprirmi di più alla possibilità di esplorare progetti che coinvolgono la blockchain e i suoi processi e collaborare con altri artisti. Io onestamente sto cercando di valutare le possibilità che offre questa tecnologia, anche al di là del semplicemente mettere l’opera su SuperRare e venderla. Ho sempre una parte di me che spinge per creare tutte le volte solo lavori unici e venderli in questo modo, cambiando la tematica affrontata, esplorando e ricercando.
Cosa ti aspetti dal futuro di questo mondo?
Mi aspetto una miglior selezione da parte di musei e curatori e una maggior possibilità per l’arte digitale di esporre nei musei.
Per me l’NFT ha sempre rappresentato un mezzo per dare valore a un asset, per cui, se domani dovesse distruggersi il mercato delle criptovalute, io rimarrò un artista che ha venduto opere a un determinato valore.
I PROGETTI ARTISTICI DI BONAPACE
Stai lavorando a qualcosa adesso? Puoi parlarcene?
Dal 14 al 23 marzo sono stato presente nella mostra Crypto Art: a New Possibility nella sede di CAFA Art Museum di Pechino in collaborazione con la Dynamic Art Museum. In primavera, invece, sarò in Italia per la terza edizione di Dynamic Art Museum presso il Museo della Permanente.
Sono stato selezionato per l’asta Natively Digital: Oddly Satisfying curata da Sotheby’s Paris dal 17 al 24 marzo con la mia nuova opera Memento Mori. C’è stato anche un evento fisico a Parigi dal 18 al 23 marzo e un’esibizione nel metaverso RLTY, durante la Blockchain Week. Credo che sia un grande traguardo per la mia carriera artistica.
Inoltre, sono stato introdotto alla AOTM Gallery. La prima settimana di aprile rilascerò sulla loro piattaforma la prima di tre opere create in esclusiva. Sarà una serie di tre capitoli sulla Divina Commedia. Sono molto contento perché è una galleria molto importante e attiva nell’arte contemporanea digitale.
Quali progetti hai il per il futuro?
Le cose vanno molto veloci. A volte mi guardo indietro, osservo che cosa ho fatto in un anno e mezzo e quasi mi sembra che siano passati più di cinque anni da quando ho iniziato a occuparmi di arte digitale. A ora ho in programma ad agosto una solo exhibition a Parigi presso l’IHAM Gallery.
Dove ti troveremo tra un anno?
Tra un anno potrei vedermi non tanto distante da quello che sono adesso. Magari con più collaborazioni e più musei coinvolti, ma mi vedo molto vicino a quello che sono ora con la mia identità artistica professionale.
Alessio Tozzi
https://www.vittoriobonapace.com/?lang=it
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