Al cinema il nuovo film Super Mario Bros tratto dai videogiochi Nintendo

Torna dopo trent'anni uno dei personaggi più noti del mondo dei videogiochi, in una pellicola che preferisce la pubblicità al sense of wonder. Meglio allora tornare al vecchio film del 1993

Torna dopo trent’anni al cinema Super Mario di Nintendo, uno dei personaggi più noti del mondo dei videogiochi con più di 800 milioni di copie vendute tra tutte le sue varie serie. L’occasione per questo ritorno è l’uscita di Super Mario Bros. – Il film, realizzato da Illumination Entertainment, diretto da Aaron Horvath e Michael Jelenic e scritto da Matthew Fogel, sceneggiatore anche del recente successo Minions 2 – Come Gru diventa cattivissimo. In Francia il lancio del film si è meritato pure un evento in diretta sulla piattaforma di streaming Twitch da Place George Pompidou, di fronte al Centre Pompidou.

BREVE STORIA DI SUPER MARIO

Mario ha origine nel videogioco Donkey Kong (1981) di Nintendo, uno dei primi “videogiochi di piattaforme,” cioè incentrati sul saltare tra piattaforme sospese evitando precipizi, ostacoli e nemici. In questo videogioco il protagonista (che verrà chiamato Mario solo in un secondo momento) deve salire sulle impalcature di edifici in costruzione per salvare la sua fidanzata dalla scimmia Donkey Kong. Ma a partire da Super Mario Bros. del 1985 i videogiochi di Mario sono soprattutto avventure in mondi fantastici che il protagonista attraversa insieme a suo fratello Luigi per salvare la principessa Peach del Regno dei Funghi rapita per l’ennesima volta dalla tartaruga-stregone Bowser. A differenza di altri adattamenti, e questo sarà forse un elemento di interesse e studio per la critica, Super Mario Bros. – Il film ripropone logiche e meccaniche videoludiche, raccontando un mondo effettivamente fatto di piattaforme e blocchi volanti da cui escono fuori power-up, i potenziamenti (in questo, può ricordare i romanzi tratti da Doom di id software e scritti da Dafydd ab Hugh e Brad Linaweaver).

L’ideatore dei videogiochi di Mario è stato Shigeru Miyamoto, uno dei tanti appassionati di manga che costruirono la prima industria videoludica giapponese. I videogiochi Nintendo vogliono evocare il timore dell’ignoto e l’emozione della scoperta.Nel gioco deve realizzarsi lo spirito, lo stato mentale di un bambino che entra in una grotta da solo” spiega Miyamoto nel libro Game Over di David Sheff.

SUPER MARIO BROS. – IL FILM

Ma il nuovo film di Illumination Entertainment si pone un obiettivo che potremmo definire opposto, cioè quello di ripercorrere luoghi, personaggi ed eventi perfettamente riconoscibili con ossessiva fedeltà a ciò che già esiste. È un continuo accumulo di easter egg, omaggi e riferimenti più o meno nascosti pronti a essere analizzati da fan, articoli e video. Illumination Entertainment, nota per la serie Cattivissimo me, è sussidiaria di Universal Pictures, con cui Nintendo ha realizzato le aree tematiche Super Nintendo World nei parchi divertimento Universal Studios di Osaka e Los Angeles. E Il film è anche promozione per questi parchi.

Installazione dedicata a Super Mario Bros Il film di fronte al Centre Pompidou (immagine per gentile concessione di Twitch)

Installazione dedicata a Super Mario Bros Il film di fronte al Centre Pompidou (immagine per gentile concessione di Twitch)

IL PRIMO FILM SU SUPER MARIO

È difficile non pensare al precedente film tratto da Super Mario Bros., uscito nel 1993 e primo film tratto da videogiochi, mentre si guarda Super Mario Bros. – Il film. Le due opere iniziano pure nello stesso modo: Mario e suo fratello minore Luigi (“technopop Stanlio e Ollio” li definì il New York Times) lavorano come idraulici a Brooklyn e attraverso le fogne della città finiscono magicamente trasportati in un altro mondo. Ma il Super Mario Bros. del 1993 era un film con attori in carne e ossa, con Mario interpretato da Bob Hoskins (Chi ha incastrato Roger Rabbit), ed è ricordato come un catastrofico flop, anche dal punto di vista degli incassi. 39 milioni di dollari, meno di quanto era costato. “L’intera esperienza fu un incubo”, disse Hoskins durante un’intervista a The Guardian nel 2007, e in un articolo uscito sul Los Angeles Times nel 1992. A riprese non ancora finite, gli attori già parlavano del film come di un disastro.

I due registi, Rocky Morton e Annabel Jankel, avevano precedentemente realizzato pubblicità e un solo film per il cinema, ma avevano attirato attenzione con i programmi, i film TV e le serie cyberpunk incentrati sul personaggio Max Headroom, di loro ideazione. Erano anche pionieri nell’uso della computer grafica, e in effetti Super Mario Bros. fu da questo punto di vista un film innovativo, combinando digitale e analogico, computer grafica e i cosiddetti “practical effect” quegli effetti speciali realizzati fisicamente sul set grazie all’uso di pupazzi, trucco… Alla poca esperienza dei registi si aggiunsero i conflitti con la produzione. La sceneggiatura continuava a cambiare anche durante le riprese, perché gli studi che avevano investito nell’opera spingevano per un film per bambini mentre i registi volevano un’opera più matura. Volevano fare con Mario quello che Tim Burton aveva fatto con Batman.

Super Mario Bros. (1993)

Super Mario Bros. (1993)

QUANDO SUPER MARIO BROS. DIVENTÒ CYBERPUNK

Nel film del 1993 la dimensione parallela in cui Mario e Luigi si trovano è violenta, desertica e ormai priva di risorse naturali. Qua sono stati i dinosauri a evolversi in creature antropomorfe, e ora vivono in una cupa parodia cyberpunk di New York controllata da un presidente malvagio, il tirannosauro evoluto Koopa (Dennis Hopper in una specie di caricatura del suo personaggio in Velluto blu di David Lynch). Gli spazi urbani erano stati progettati da David L. Snyder, il direttore artistico di Blade Runner. Strade e edifici sono invasi da un fungo, che è tutto ciò che resta del vecchio re di questo mondo, comunque deciso ad aiutare i protagonisti a salvare, anche stavolta, una principessa. “Trust the fungus” “fidati del fungo” ripetono i personaggi in una rara rappresentazione positiva di queste forme di vita tanto importanti per l’ambiente e amate dall’arte e dalla scienza quanto solitamente maltrattate dall’intrattenimento mainstream.

Nel Super Mario Bros. del 1993 si riconoscono giusto alcuni design ereditati dal videogioco e, nonostante la contrarietà dei registi, i protagonisti a un certo punto compaiono pure con le salopette e i colori sfoggiati nelle serie Nintendo. Ma a parte queste eccezioni, in quel film tutto è nuovo e misterioso e alieno, proprio come dovrebbe essere l’ingresso in una grotta sconosciuta e l’incontro con un mondo non umano.

Matteo Lupetti

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Matteo Lupetti

Matteo Lupetti

Diplomato in Fumetto alla Scuola Internazionale di Comics di Firenze nel 2010, gestisce il collettivo di fumettisti indipendenti Gravure e scrive di videogiochi per varie testate italiane ed estere. È diplomato in sommelerie all’interno dell’associazione FISAR ed è direttore artistico…

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