Hanno chiesto all’intelligenza artificiale di rifare la discussa campagna della Venere
Nove milioni di euro contro pochi spiccioli per chiedere all’intelligenza artificiale di produrre una campagna alternativa a quella realizzata da Armando Testa per Enit. Ci ha provato Matteo Flora. Si scherza, ma è difficile trovare un motivo per prendere le difese della grottesca Venere influencer
Scorrendo le polemiche che hanno travolto la campagna di Enit, che assolda una moderna Venere influencer come testimonial per promuovere le bellezze d’Italia, il passaggio più condiviso si concentra sulla banalizzazione del messaggio, che abusa di stereotipi – testuali e visivi – per mettere insieme un’Italia delle meraviglie da cartolina: didascalica, appiattita sulle sue “bellezze”, like oriented (con l’approvazione della Venere influencer, ci mancherebbe). Ma c’è molto – o poco, secondo i punti di vista – da dire anche sulla realizzazione, azzardiamo mediocre, del prodotto: dall’abuso di Photoshop per “correggere” le fattezze della dea botticelliana alla sproporzione evidente tra il volto dipinto e i corpi femminili cui è associato, agli oggetti con cui la Venere interagisce (la fetta di pizza che funambolescamente tiene in mano, lo striminzito grappolo d’uva – perché?! – sul tavolo, la bici, lo smartphone per scattare il selfie), catapultati sulle cartoline di cui sopra quasi fossero i ritagli dei vecchi album delle bambole da vestire.
LA CAMPAGNA DI ENIT RIFATTA DALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
E allora, nello tsunami di indignazione, si distingue già l’intervento di chi prova a ironizzare sul flop della campagna (prepariamoci a vagonate di meme). Come Matteo Flora, creator digitale e docente di Corporate Reputation e Business Storytelling, che si è rivolto direttamente all’AI per commissionare una campagna alternativa a quella di Armando Testa: “Ho provato a fare realizzare la grafica della orribile campagna del Ministero realizzata da Testa alla AI. Per vedere se faceva peggio”, scrive Flora sulla sua pagina Facebook. Italy Infinite Wonder è il risultato ottenuto con “immagini da midjourney (20 euro/mese) e claim proposto da GPT (0.04 euro)”. Diversamente grottesco, ma di certo dritto al punto: come si giustificano, a fronte di un risultato piuttosto deludente, i 9 milioni di euro investiti per la vera campagna, che nel frattempo vola per la prima volta all’estero?
Nel segno di una trasferta intercontinentale, la Venere è pronta a viaggiare alla volta di Dubai: la divinità influencer sarà negli Emirati Arabi in occasione di Atm Dubai, dall’1 al 4 maggio, nell’allestimento più consono a catturare l’interesse del mercato emiratino, sui “fondali” di Venezia e del Colosseo. E si apprende che dei 9 milioni di euro stanziati, 4 saranno investiti sull’ecosistema digitale con campagne crossmediali, al fine di sviluppare traffico sul portale italia.it.
Intanto proprio dalla città della Venere di Botticelli arrivano stroncature eccellenti. È il sindaco di Firenze Dario Nardella a definire la campagna “macchiettistica”: “Serve qualcosa di meno caricaturale”, si sostiene da Palazzo Vecchio. Mentre Antonio Natali, ex direttore delle Gallerie degli Uffizi, è più tranchant: “Abbiamo toccato il fondo”.
Livia Montagnoli
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