Auriea Harvey (Indianapolis, 1971) è stata una pioniera della net-art, spesso in collaborazione con il marito Michaël Samyn (Poperinge, 1968). La sua opera, dedicata ai delicati e spesso sensuali rapporti tra fisico e digitale, tra materiale e immateriale, è al centro di una retrospettiva, My Veins Are the Wires, My Body Is Your Keyboard, al Museum of the Moving Image di New York.
Auriea Harvey: dalla net-art alla Realtà Aumentata
Harvey studia scultura alla Parsons School of Design di New York, ma lì si interessa soprattutto all’uso dei computer nella fotografia; dopo il diploma inizia a dedicarsi al graphic design e, con la diffusione di Internet, alla net-art. Crea il suo sito-web Entropy8, che nel 1999 fonde con quello dell’artista belga Michaël Samyn, Zuper, creando Entropy8Zuper (i due si incontrano sulla piattaforma di net-art hell.com di Kenneth Aronson). Dopo il trasferimento di Harvey in Belgio, lei e Samyn lavorano come web designer, fin quando internet diventa lo spazio standardizzato che abbiamo oggi. Inizia così la loro sperimentazione con il videogioco, sotto il nome di Tale of Tales (dalla raccolta seicentesca di fiabe Lo cunto de li cunti overo lo trattenemiento de peccerille di Giambattista Basile). Nel 2008 pubblicano The Graveyard, uno dei momenti di svolta nella storia del medium videoludico. In The Graveyard guidiamo un’anziana donna in visita a un cimitero: ci muoviamo lentamente nel suo viale principale, quando arriviamo in fondo ci sediamo su una panchina, ascoltiamo una canzone e poi ci alziamo per andarcene via. Solo questo. Tale of Tales parlava di The Graveryard, e degli altri suoi esperimenti dell’epoca, come di “notgame”, nongiochi. Nonostante i riconoscimenti da parte della critica e il loro ruolo fondamentale nella storia del videogioco, dopo il successo relativamente scarso di Sunset (2015), con cui provano ad avvicinarsi alle convenzioni del medium videoludico e a raggiungere un pubblico maggiore, Harvey e Samyn lasciano lo sviluppo di videogiochi commerciali e assumono il nome di Song of Songs, con cui hanno per esempio firmato l’opera per la Realtà Virtuale Cricoterie, ispirata al teatro di Tadeusz Kantor. Oggi Harvey, che insegna alla Kunsthochschule Kassel in Germania, lavora sempre più indipendentemente da Samyn, con il quale si è trasferita a Roma dal 2019. Le sue ultime opere sono installazioni digitali (anche in Realtà Aumentata) e stampe 3D, spesso realizzate a partire da scansioni 3D e (nei loro formati digitali) distribuite come NFT.
Auriea Harvey in mostra a New York
L’opera di Harvey è parte delle collezioni permanenti del Museum of American Art, del Buffalo AKG Museum, dello Walker Art Center e di Rhizome’s Net Art Anthology. La mostra My Veins Are the Wires, My Body Is Your Keyboard – organizzata da Regina Harsanyi e realizzata con il supporto della Terra Foundation for American Art – riunisce al Museum of the Moving Image più di 40 opere dai tre periodi della carriera di Harvey: la net-art, il videogioco e la scultura virtuale.
Matteo Lupetti
New York // dal 2 febbraio al 7 luglio 2024
My Veins Are the Wires, My Body Is Your Keyboard
MUSEUM OF THE MOVING IMAGE
36-01 35th Ave, Queens
https://movingimage.org/
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