Un modello di apprendimento dell’Intelligenza Artificiale che tragga i propri dati esclusivamente dall’“intelligenza intrinseca della natura”, invece che su quella umana. Questa l’enigmatica proposta che l’artistar turco Refik Anadol (Istanbul, 1985) ha presentato al 54esimo World Economic Forum in corso a Davos, in Svizzera, dal 15 al 19 gennaio. Un’idea che sembrerebbe bypassare le problematiche dei modelli basati su opere umane, nella stragrande maggioranza dei casi coperte da copyright.
Il Large Nature Model di Refik Anadol
In previsione dell’apertura del suo museo “multisensoriale” nel Metaverso, DATALAND, l’artista esperto di nuovi media svela ben poco del suo modello generativo open source Large Nature Model, il cui scopo sarebbe quello di riequilibrare la percezione umana della natura e la coesistenza della società con il mondo naturale. “La nostra visione del Large Nature Model va oltre l’essere un archivio o un’iniziativa di ricerca creativa. È uno strumento di comprensione, educazione e difesa dell’ambiente condiviso dell’umanità. Unendo arte, tecnologia e natura, il nostro modello mira ad aumentare la consapevolezza sulle questioni ambientali e ispirare soluzioni innovative trovando connessioni tra archivi isolati”, ha commentato Anadol. Il modello è programmato sulle informazioni scientifico-naturali tratte da alcune istituzioni celebri, tra cui lo Smithsonian e il Museo di Storia Naturale di Londra. Tutto questo, con dati che sono stati presentati come “raccolti eticamente”: un’affermazione forte, nel pasticcio delle cause dell’IA.
“Coinvolgendo le persone su più livelli sensoriali, i risultati del modello rendono tangibile il concetto astratto di conservazione ambientale, incoraggiando una responsabilità collettiva ad agire”, ha aggiunto Anadol, il cui lavoro Unsupervised è da poco entrato nella collezione permanente del MoMA, di cui è la prima opera generata con l’IA e “tokenizzata”. Un esperimento che avremo modo di vedere, e capire, con l’apertura di DATALAND.
Giulia Giaume
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