Una nuova tecnologia mostra le reazioni del nostro cervello all’arte
In Gran Bretagna arriva un dispositivo in grado di mostrare cosa avviene nel nostro cervello quando si fruisce un’opera d’arte. L’obiettivo è quello di dimostrare l’effetto benefico dell’arte sul nostro corpo
Quando osserviamo il volto della persona amata, un’opera d’arte o qualcosa che reputiamo bello, il nostro cervello rilascia dopamina, facendoci sentire appagati. E se questo processo potesse essere visualizzato graficamente, mostrando l’effetto che l’arte ha sul nostro corpo? È proprio questo il risultato dell’iniziativa promossa da Art Fund – l’organizzazione benefica per lo sviluppo e il supporto della cultura in Gran Bretagna – in occasione del suo 120esimo anniversario.
L’arte fa bene alla salute. Il progetto commissionato da Art Fund
Commissionato alla società di effetti speciali The Mill in collaborazione con l’artista multimediale Seph Li, il progetto ha dato vita a una tecnologia unica nel suo genere, che consente di visualizzare le onde cerebrali in tempo reale: un dispositivo leggero e compatto, che si indossa sulla fronte e che trasmette gli impulsi elettromagnetici del cervello direttamente su un monitor, poi rielaborate da un software che genera delle ricostruzioni in 3D. Il prototipo è stato testato per la prima volta alla Courtauld Gallery di Londra, dove i visitatori hanno potuto osservare le loro stesse reazioni cerebrali ai capolavori di artisti del calibro di Vincent van Gogh, Paul Cézanne, Édouard Manet o Claude Monet.
Gli effetti dell’arte sul nostro cervello
“Quando un utente è più attento”, spiega Will Macneil, direttore creativo di The Mill, “i nastri si allargano; quando cerca di dare un senso a qualcosa che confonde i nastri iniziano a formare una spirale e si intrecciano. Quando lo spettatore vede qualcosa che riconosce, appaiono riflessi luminosi”. Di conseguenza, l’esperimento dimostra che visualizzazioni in 3D della onde cerebrali sono più oscillanti e profonde nel caso di Self-portrait with bandaged ear (1882) di van Gogh, mentre quelle di Shell Building Site (1962) di Leon Kossoff sono più “corte” e acute. Ciò corrisponde alla ricerca di Art Fund secondo la quale, osservando il capolavoro dell’artista olandese, 34% dei visitatori si sente “incuriosito”, mentre il 33% si sente “intrigato”. Allo stesso tempo, guardando Leon Kossoff il 27% degli osservatori si dichiara “rilassato”.
L’Art Fund e l’invito a visitare i musei britannici
Lo strumento sviluppato da The Mill riesce così a dare una forma visiva alle nostre sensazioni fisiche ed emotive. Certo, questo non riassume la profondità delle infinite emozioni che l’arte innesca in un appassionato osservatore, ma di sicuro aiuta a rispondere alla domanda “perché è ancora così importante lasciarsi sorprendere dalla bellezza di un’opera d’arte?”. Semplice: perché fa bene al corpo e alla mente. Se il 95% degli adulti del Regno Unito concorda sul fatto che visitare musei e gallerie sia utile, il 40% varca la soglia d’uno di questi meno di una volta all’anno, mentre circa il 16% crede che l’arte non abbia alcun impatto su di loro. Il progetto di Art Fund punta a migliorare queste statistiche, con l’obiettivo di portare le persone al museo dimostrando ai visitatori il potere dell’arte sul nostro corpo. “Ad Art Fund vogliamo incoraggiare tutti a condividere la grande arte e la cultura. Visualizzando come l’interazione con l’arte può avere un reale impatto su di noi”, ha dichiarato la direttrice di Art Fund Jenny Waldman, “speriamo di ispirare più persone a esplorare musei e gallerie a portata di mano”. Dopo la prima tappa sperimentale presso la galleria londinese, nel corso del 2024 l’iniziativa giungerà in diverse istituzioni britanniche selezionate.
Laura Cocciolillo
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