Il RomeVideoGameLab di Cinecittà è un evento di videogiochi incentrato su due aspetti tra loro intrecciati. Da una parte i serious game, o applied game, cioè quei videogiochi che hanno obiettivi educativi o culturali o anche di marketing, o comunque il videogioco inteso come parte della formazione delle persone. Nel 2022, per esempio, RomeVideoGameLab ha discusso la relazione tra videogioco e cambiamento climatico. Dall’altra il videogioco, o più in generale il digitale, come industria o come parte di industrie culturali, in relazione ad altri media e altre arti, dalla moda alla performance. Quest’anno, per esempio, RomeVideoGameLab ha ospitato la performance partecipativa Toxic Garden – Dance Dance Dance di Kamilia Kard, svolta all’interno della piattaforma per videogiochi Roblox. Come notato sul social Threads da Damiano D’Agostino de The Hollywood Reporter Roma, in questo modo RomeVideoGameLab si è caratterizzato come uno dei pochi eventi, e come l’unico grande evento, incentrato sul videogioco come industria culturale. Al suo interno non ci sono stand dove fare acquisti, ma incontri per le scuole e per i professionisti. L’edizione 2024 ha visto però varie novità. C’è stato l’arrivo di Fondazione Musica per Roma come produttrice del festival e una nuova sede, l’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone. Ed è arrivata una nuova area di showcase dedicato ai piccoli studi, soprattutto italiani, e ai loro videogiochi, che era possibile provare in anteprima e discutere con gli sviluppatori. Ne abbiamo scelti cinque di cui parlarvi.
Slackers – Carts of Glory
Slackers – Carts of Glory è un videogioco di corse su carrelli della spesa gettati ad alta velocità giù dalle colline tra villette e automobili. I carrelli non sono solo rappresentati come tali, non sono solo simulazioni di automobili o go-kart giocosamente travestite da carrelli, ma si comportano effettivamente come dei fragili trabiccoli con quattro ruote e privi di motore, di freni o di un qualsiasi vero sistema che possa guidarli e direzionarli. Il personaggio accucciato al loro interno può principalmente ruotarli, spingersi e fare brevi balzi nel tentativo di correggere la sua rovinosa traiettoria e di non sfracellarsi contro i cartelli stradali. La formula permette sia abili acrobazie, quando viene finalmente padroneggiata, sia rovinosi disastri dal sapore comico, come comico è lo stile visivo sintetico e caricaturale. Abbiamo potuto provare solo una “sfida a tempo” in solitaria, un percorso da completare entro un tempo limite, ma nella versione definitiva di Slackers – Carts of Glory dovrebbe esserci anche gare tra più persone (fino a quattro).
Slackers – Carts of Glory di Falling Saints sarà disponibile almeno su computer e non ne è stata ancora annunciata una data di uscita.
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Sunset: Broken Embers
Sunset: Broken Embers è uno “sparatutto in terza persona,” un videogioco incentrato sullo sparare sfruttando una inquadratura da dietro le spalle del personaggio principale, con forti elementi provenienti dai “survival,” giochi invece incentrati nel gestire attentamente le risorse e gli scontri in ambienti ostili. Combattiamo su un pianeta alieno, cercando di sfruttare al meglio due risorse da cui dipende la nostra attrezzatura, e quindi anche le nostre armi e la nostra vita: l’elettricità conservata nelle nostre batterie ricaricabili con l’energia solare (una risorsa quindi particolarmente preziosa di notte) e i minerali (il cinabro) che possiamo estrarre da specifiche rocce. Gli ostacoli che dobbiamo affrontare (i nemici, nella demo che abbiamo provato) possono essere superati magari in modi diversi, ma ogni scelta ha un suo costo, consuma risorse limitate di cui potremmo avere bisogno in futuro e che non potremo spendere altrimenti. Il cinabro è per esempio utilizzabile sia come valuta nel mondo di gioco sia come munizione. Al momento, lo studio è al lavoro su Sunset: Future Shapers, che ci è stato descritto come un prologo gratuito che servirà anche a introdurre alle meccaniche del mondo di Sunset: Broken Embers.
Sunset: Broken Embers di 906 Games sarà disponibile almeno su computer e non ne è stata ancora annunciata una data di uscita.
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The Crazy Hyper – Dungeon Chronicles
The Crazy Hyper – Dungeon Chronicles è un “dungeon crawler,” cioè un videogioco in cui esploriamo labirintici sotterranei pieni di mostri e tesori. È uno dei primi generi della storia del videogioco, che deve molto all’influenza del gioco di ruolo da tavolo Dungeons & Dragons, e The Crazy Hyper-Dungeon Chronicles richiama visivamente i videogiochi del passato, con grandi pixel, ma affronta le convenzioni del genere con una certa ironia. Qua i labirinti sono generati in modo semi-casuale: ogni livello del gioco ha i suoi elementi fissi e specifici, per esempio i suoi specifici puzzle, ma questi sono riarrangiati ogni volta in modo diverso per preservarne la natura, appunto, labirintica. Piuttosto unico il sistema di combattimento a turni, in cui i nemici si spostano tra una serie di finestre che dobbiamo selezionare per poter attaccare e per poterci difendere. Interessante anche il fatto che all’inizio della partita ci venga chiesto che genere di giocatore siamo, cosa cerchiamo nei videogiochi, e che il gioco cambi, diventi per esempio più esplorativo o più complesso nei combattimenti, in base ai nostri gusti
The Crazy Hyper-Dungeon Chronicles di 3×1010 sarà disponibile ameno su computer a fine 2024.
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Umbral Core
Il genere “picchiaduro,” fatto di scontri uno-contro-uno, è uno dei più difficili e tecnici, sia da giocare sia da sviluppare. È una nicchia fatta di appassionati e competizioni di altissimo livello, di tradizioni e convenzioni barocche e a volte impenetrabili, di comunità contemporaneamente ossessionate dalla competizione e accoglienti (per motivi storici, negli USA la comunità dei picchiaduro ha per esempio sempre avuto una grossa componente nera). Mentre continuano a uscire nuovi episodi delle serie storiche come Tekken, Street Fighter, Mortal Kombat e Guilty Gear,piccoli e grandi studi stanno provando a proporre nuove interpretazioni del genere. Umbral Core vuole, per esempio, combinare le tecniche di Guilty Gear, una delle serie più complesse e ricche di meccaniche tra i picchiaduro, con uno stile di combattimento e un ritmo più simile a quello di uno Street Fighter, capostipite del genere, e un aspetto visivo piuttosto realistico ma dai toni dark, gotici e persino horror. Abbiamo potuto provare un solo personaggio tra gli otto che dovrebbero essere disponibili nel gioco completo, ma il risultato ci è sembrato piuttosto solido.
Umbral Core di A Few Rounds Games sarà disponibile almeno su computer e non ne è stata ancora annunciata una data di uscita.
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GladiEATers
A RomeVideoGameLab c’era anche una piccola delegazione di studi di sviluppo britannici invitati da Games London a far provare i loro videogiochi. Tra questi, vogliamo almeno segnalare GladiEATers, un videogioco che combina in modo originale cucina e combattimenti. Scegliamo uno tra i vari personaggi disponibili, cuochi specializzati nell’uso di specifici ingredienti. Poi, usando appunto questi ingredienti, cuciniamo dei piatti (fino a sei). Non sono piatti proprio normali: quelli di GladiEATers sono cibi animati e mostruosi. Abbiamo un tempo limitato per cucinare, e possiamo decidere se spenderlo per esempio cucinando tanti piatti semplici o pochi piatti più elaborati. Per cucinare dobbiamo svolgere dei minigiochi, dobbiamo compiere piccole azioni e quanto meglio le compiamo tanto migliore sarà alla fine la pietanza preparata. Infine, usiamo i mostruosi piatti che abbiamo cucinato contro quelli cucinati da uno degli altri cuochi del videogioco in un combattimento a turni in cui ogni piatto ha specifiche abilità che possiamo usare ed è tanto più forte quanto meglio lo abbiamo cucinato e quanto più tempo abbiamo speso sulla singola pietanza.
GladiEATers di MilkBubblesGames sarà disponibile almeno su computer nel 2025.
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Matteo Lupetti
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