I segreti della Deposizione di Umbertide di Luca Signorelli svelati in gigapixel 

La digitalizzazione in altissima definizione offre una visione inedita dell’ultimo capolavoro del Maestro cortonese, rivelando, tra gli altri dettagli, una firma nascosta

Costò un occhio della testa la Deposizione di Umbertide, a tal punto che i francescani della piccola città umbra dovettero vendere pezzi di terra e aggiungere anche pagamenti in natura a Luca Signorelli (Cortona, 1441-1445 circa – 1523), ovvero il fieno che serviva per il viaggio a cavallo dalla sua Cortona. La pala si trova ancora oggi nello stesso luogo dove fu dipinta nel lontano 1516 e da questi giorni è disponibile online grazie alla digitalizzazione in gigapixel effettuata dalla tech-company modenese Haltadefinizione.  

Dal museo al gigapixel 

Il motivo dell’operazione è molto concreto; per circa un anno la chiesa-museo di Santa Croce, che accoglie il dipinto all’interno di una sontuosa macchina d’altare seicentesca, resterà chiusa per lavori di ristrutturazione antisismica. Così l’acquisizione digitale, commissionata dal Comune di Umbertide, permette di usufruire virtualmente dell’opera simbolo della città. Tom Henry, autore della monumentale monografia La Vita e l’Arte di Luca Signorelli, non ha dubbi sul fatto che si tratti dell’ultimo capolavoro dell’artista, giunto in Umbria alla fine del Quattrocento, dopo i fasti della Cappella Sistina e della Corte Medicea: una regressione evidente sul piano delle commissioni, ma non dei contenuti, che anzi diventano più liberi ed aperti alla bizzarra e capricciosa invenzione che gli venne riconosciuta dal Vasari nelle Vite

Dettagli e nuove identità della Deposizione di Umbertide 

La Deposizione di Umbertide è in effetti uno storyboard di inizio Cinquecento. Alla scena in primo piano, con la sua carica fortemente teatrale e animata, il pittore aggiunge il flashback sullo sfondo di sinistra, con i crocifissi ancora penzolanti sul legno, e a destra il flashforward del trasporto del Cristo, ormai deposto. Grazie alla digitalizzazione si entra nel vivo della scena: sono ora visibili le gocce di sangue che la Maddalena tenta disperatamente di trattenere sotto la Croce, ma anche la cripto-firma del pittore sulle vesti del personaggio misterioso del dipinto: la splendida dama in piedi e quasi in disparte, con lo sguardo abbassato e pensoso. Per Valentina Ricci Vitiani, curatrice di una monografia dedicata all’opera, è Santa Margherita, ex nobildonna di rara bellezza che abbracciò la penitenza fino a divenire patrona di Cortona, proprio negli anni in cui fu realizzata la Deposizione.  

La citazione a Piero della Francesca 


Nella predella c’è il remake del ciclo affrescato ad Arezzo da Piero della Francesca, il maestro di cui Luca fu allievo, circa cinquant’anni prima. Col visore digitale possiamo entrare letteralmente nella tenda di Costantino: il soldato seduto in primo piano è identico a una delle guardie della celebre Resurrezione di Piero, a Sansepolcro.  
In un lampo di nostalgia, il vecchio Signorelli aveva ricordato quanto visto da giovane garzone, al cospetto del pioniere della prospettiva. 

Giuseppe Sterparelli 

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Giuseppe Sterparelli

Giuseppe Sterparelli

Curatore indipendente e documentarista. Attento a uno storytelling che nasca sempre da fonti reali, ha diretto vari progetti culturali nel campo delle arti visive, della musica e della poesia contemporanea. Laureato in DAMS a Bologna, ha collaborato con l’Università italiana…

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