Non proprio una “Netflix della storia dei videogiochi”, ma quasi. VGP Play è una piattaforma di streaming video pensata per ospitare i documentari realizzati dall’agenzia italiana Videogames Party e dedicati alla storia del videogioco, raccontata soprattutto attraverso videointerviste ai suoi protagonisti.
La prima stagione di Videogame Legends
Durante la pandemia di COVID-19 e i suoi lockdown Videogames Party iniziò a lavorare alla serie di documentari Videogame Legends. “La nostra agenzia specializzata in eventi era totalmente ferma e ci siamo chiesti perché non studiare la storia dei videogiochi in questo periodo di stallo” ci ha raccontato il produttore esecutivo Nicola Pisano. Appoggiandosi a YouTube, Videogames Party pubblicò due episodi (una piccola prima stagione) della serie, ripercorrendo gli albori del medium, e inoltre rilasciò in formato esteso le interviste su cui Videogame Legends è prevalentemente costruito.
La nascita della piattaforma VGP Play
Poi il progetto è cresciuto. “Dopo aver fatto più di 300 interviste abbiamo capito che potevamo fare un progetto molto più completo” ci ha spiegato Pisano. Videogames Party decise quindi di creare un’apposita piattaforma per ospitare i suoi video: VGP Play. Disponibile gratuitamente online via browser, VGP Play dovrebbe poi arrivare come app su dispositivi mobili Android e iOS e su smart TV. Sulla nuova piattaforma le vere protagoniste sono le versioni estese delle molte interviste realizzate, ora organizzate in otto sezioni tematiche: “Fondatori”, “Women Power”, “In Giro per il Mondo”, “Dal Giappone”… Le interviste sono montate e prodotte come documentari a sé stanti, con una loro narrazione e una voce che contestualizza eventi, opere e personaggi. Al di là di questi piccoli interventi, viene lasciato spazio principalmente alla persona intervistata e alle sue dichiarazioni. La serie Videogame Legends continua, ma finisce in qualche modo in secondo piano: Pisano la descrive come “il meglio delle interviste per gli utenti che hanno meno tempo e non sono interessati ad approfondire le singole figure”. In caso ci siano dubbi su fatti o affermazioni, Videogames Party si affida per le necessarie verifiche alla collaborazione dello storico statunitense Steven L. Kent, autore tra le altre cose dei due volumi The Ultimate History of Video Games.
I difficili equilibri di VGP Play
La prima stagione di Videogame Legends aveva il pregio di inserire la storia del videogioco nel contesto di quella dell’informatica, e anche VGP Play ha una sezione (“Rivoluzioni tecnologiche”) che guarda oltre il solo videogioco. Ma aveva destato qualche perplessità il taglio generale che, come spesso accade, sembra concentrarsi su opere di nicchia per persone super-appassionate. Pisano ci ha assicurato che su VGP Party vedremo trattare anche opere popolari e mainstream come Candy Crush di King, videogioco per smartphone scaricato tre miliardi di volte, ma i documentari iniziano proprio con la scritta “Attenzione: questo video è dedicato ai veri amanti dei videogiochi. Può causare nostalgia”.
VGP Play: celebrazione o autenticità?
Un altro aspetto che avevamo criticato (e che è alla fine legato alla questione precedente) è il tono celebrativo. “Noi di base non andiamo a cercare lo scandalo o la problematica” ha detto Pisano. “Cavalchiamo la nostalgia, cavalchiamo la passione delle persone”. Anche se Pisano sottolinea che questi video non sono realizzati in collaborazione con le compagnie trattate, VGP Play è un progetto che vuole portare visibilità e credibilità (e sponsor e pubblicità) a Videogames Party, cioè a un’agenzia che si occupa di eventi e comunicazione nel mondo dei videogiochi. “Non vogliamo entrare in conflitti che possono crearci problemi futuri con le aziende” ha spiegato Pisano, e quindi VGP Play viene sviluppato in equilibrio tra la necessità di rispettare richieste e paletti delle compagnie e la volontà di raccontare liberamente le storie della storia del videogioco. Come, va detto, capita anche nella stampa videoludica specializzata, spesso dipendente dalle opportunità (anteprime, interviste…) offerte dalle stesse compagnie che copre.
Matteo Lupetti
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