Datameditation Resurrected. I dati come spazio di relazione nel progetto nato in pandemia

La storia dell’evoluzione umana altro non è che la storia della nostra danza intorno alle tecnologie. Dalla pandemia ad oggi, la storia e la risurrezione del progetto Datameditation degli artisti Oriana Persico e Salvatore Iaconesi, scomparso nel 2022. Verso un Nuovo Abitare

Datameditation nasce nel 2020, in piena pandemia. È l’opera-performance con cui Salvatore ed io abbiamo immaginato un modo diverso di vivere il lockdown, progettando un media che interpretasse il “distanziamento sociale” e i dati come spazio di relazione per alimentare nuove forme di “empatie digitali”. 

Datameditation: la separazione come spazio di contemplazione

In quel 2020 ci siamo dimenticati che nelle culture umane abbiamo usato la separazione non solo per recludere, ma anche per contemplare. Abbiamo inventato templi, monasteri, eremitaggi per questo. Datameditation è la ribellione ad un immaginazione sociale amputata del suo asse ascensionale, ad opera di due artisti la cui firma è diventata nel tempo un centro di ricerca dedicato alla “datapoiesi”: la capacità dei dati di renderci sensibili all’ambiente e unirci.
Con la nostra microscopica e visionaria istituzione abbiamo organizzato il nostro lockdown, che mi piace ricordare con uno stralcio dal suo Medium dello stesso anno: “un’occasione bellissima per raccogliersi, per stare un po’ in silenzio, in solitudine interconnessa alle altre, e trovare un nuovo senso”.
La chiave di volta nell’emergenza da affrontare erano, di nuovo, i dati.

Datameditation: risveglio nel mondo pandemico

Il seme di Datameditation nasce a Pozzilli, al Neuromed, fra il 2 e l’8 marzo: il tempo e il luogo dove per un soffio riusciamo a fare la seconda operazione al cervello, assistendo alla curva dei contagi e al susseguirsi spasmodico delle misure cautelari. Il progetto sboccia a Trento fra aprile e giugno: il tempo e il luogo della protonterapia, ospitati e protetti dal giardino di casa Zobele.

Nella foto, Salvatore seduto sul pavimento di casa Zobele (Trento, maggio:luglio 2022), prove di Datameditation, scatto di Oriana Persico
Nella foto, Salvatore seduto sul pavimento di casa Zobele (Trento, maggio:luglio 2022), prove di Datameditation, scatto di Oriana Persico

Datameditation: l’opera come totem di conoscenza

Mentre Sal riprende a fatica a parlare, il contatto forzato con gli schermi televisivi presenti ovunque è oggetto: assorbiamo tutta la violenza dell’infodemia, la comunicazione dei dati è una comunicazione di guerra, non abbiamo mai visto niente del genere. 
La nostra “arte open source” intanto si è evoluta. Non ci accontentiamo più di affiancare alle opere software, infoestetiche, workshop, pubblicazioni che trasmettano la conoscenza. Dal 2019, con i progetti IAQOS e Datapoiesis, concepiamo l’opera come un “totem di conoscenza” che include due dispositivi: i rituali e ruoli sociali. L’ultima fase della nostra produzione è il Nuovo Abitare: imparare a ballare intorno ai dati per creare senso e coesione, come abbiamo fatto riunendoci intorno al fuoco. La storia dell’evoluzione umana altro non è che la storia della nostra danza intorno alle tecnologie. Nuovo Abitare è la speranza e la coscienza che arte, scienza e tecnologia collaborino per alimentare il fuoco e la danza. L’estetica e la poetica, scaturite dall’amore fra un cyber-punk e una cyber-ecologista in quindici virgola cinque anni di simbiosi, si condensano in undici principi raccontati attraverso le opere che hanno segnato questo percorso: una la stringa di dna di una rotta che noi e altri possano proseguire, fissata nel tempo minacciato della recidiva.

Datameditation: il dato fantasmatico

Datameditation è una “ri-mediazione” tecnologica dell’antica pratica della meditazione. Nel corpo sociale segnato dal distanziamento, questo rituale datapoietico fa della rete e dei dati il dove e il quando per abilitare forme di incontro e com-presenza, che l’emergenza ha reso critiche, pericolose o vietate nel dominio analogico. Accoppiati casualmente e anonimamente attraverso una web app, i partecipanti generano dati fruiti sotto forma di suoni e visualizzazioni. Il rituale culmina nell’incontro con l’Altro con il disvelamento delle coppie. Il dato, parlando con McLuhan, diventa un media caldo: un dato “fantasmatico” da riempire con la nostra immaginazione. Un ambiente a prova di virus in cui l’Altro estende i suoi confini verso alterità non-umane: grazie ai sensori, possiamo datameditare con una pianta, un fiume, una piazza. Con il Covid-19 in persona.

Datameditation: dal concept all’azione

Da quando nasce il concept di Datameditation, una parte di angoscia verso quello che accade nel mondo si placa: abbiamo fatto il nostro dovere. Inizio addirittura a sognare la pandemia come un’immensa datameditazione globale. Non siamo condannati, basterebbe la volontà istituzionale e politica. 
Non essendo il governo né Google o Microsoft e l’occasione per passare all’azione ce la dà la Hackers & Designers Academy 2020: il workshop previsto ad Amsterdam, si svolge fra il 20 e il 25 luglio in remoto coinvolgendo 30 artisti, designer e pratictioner da ogni parte del mondo. Siamo a Trento sul finire della protonterapia, felici e pieni di energia: il rituale funziona, Sal sta bene e l’esperienza si rivela straordinaria per noi e i novelli datameditanti. 
Ci saranno, infatti, nuove edizioni nazionali e internazionali di Datameditation, e tre mostre in cui i dati generati durante il rituale diventano un artefatto culturale e artistico: una “storia di dati” collettiva e anonima che partecipanti e fruitori possono osservare, commentare e comprendere.

Vita dopo la morte 

Datameditation è la macrostoria che non abbiamo vissuto: un lockdown pensato dagli artisti. Ma è anche l’incipit di una storia tutta da scrivere: il primo codice recuperato e riportato in vita dalla morte di Salvatore è, di fatto, il primo passo che faccio per iniziare ad occuparmi del nostro archivio – L’Archivio di AOS e dei rituali del Nuovo Abitare.
La scintilla la accende il Festival Biblico circa un anno e mezzo fa. Mi cercano per la prima edizione tech, un evento che unisce spiritualità e tecnologia. Ricevo cura, fiducia, amore: decido di esserci. Dallo scorso inverno lavoro sul codice con Gianluca del Gobbo, compagno di sempre in arte, ricerca, attivismo sociale e politico. Al progetto si unisce l’iniziativa Educational.city nella splendida persona di Stefano Colarelli, ragionando fra codice, didattica, conservazione e trasmissione della conoscenza. Qualche mese dopo, la chiamata dell’Accademia di Reggio Calabria a condurre unasummer school, determina una svolta. Con i docenti Paola Bommarito e Giacomo Tufano e le ricercatrici Carmen Guarino e Debora Pizzimenti, decidiamo di unire le forze e di mettere Datameditation al centro del progetto.
Così, nella città in cui io nasco e Sal muore, come un reperto restituito dal mare il codice della Datameditatation riemerge dalle acque gorgoglianti dello Stretto. 
La school si chiama “SENSEABLE” e si svolge fra il 2 e il 5 settembre. È il 30 agosto quando Giacomo annuncia in chat il ritrovamento della funzione “loadData” e genera la visualizzazione originaria progettata da Sal (quella in verde sono io che esulto).
Accarezzo le sue parole, rido, piango: il codice è resuscitato. 

Screen
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Vita: il progetto Datameditation

La vita è un eccesso, una ridondanza refrattaria alla definizione come lo è il viaggio di questo codice – fiaba, poema epico, una nuova fase del lutto? La vita ci eccede, come questa storia eccede me. Continueranno a raccontarla Paola, Giacomo e i trenta partecipanti della school: i primi “Custodi del Codice”. 
La mia voce tornerà nell’ultima puntata, per parlare del nostro archivio e di un tema più grande: come si conserva e si tramanda un’opera d’arte tecnologica nell’era dei dati e dell’informazione?
Intanto il risultato di questo processo è che l’opera è viva. A Vicenza il 9 novembre, al Festival Biblico Tech, in circa trenta datamediteremo sull’Amore e io mi sento meglio. 
L’amore e la fiducia sono una cura.

Oriana Persico

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Oriana Persico

Oriana Persico

Cyberecologista e artista, dalla fine del 2006 si unisce a Salvatore Iaconesi, artista, compagno e simbionte della sua vita scomparso il 18 luglio 2022, formando il duo internazionale AOS - Art is Open Source. Insieme realizzano opere e performance che…

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