Trasformare Praga nella nuova “capitale” dell’arte digitale, contaminando la storia e la tradizione con le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie. Ha le idee chiare il Signal Festival, l’atteso appuntamento che ormai da 12 anni illumina le architetture e i luoghi simbolo della città ceca. Consolidatasi nel tempo come uno degli appuntamenti più attesi da artisti e appassionati di new media, la manifestazione avrà luogo dal 10 al 13 ottobre 2024, quando le ventidue installazioni scelte per questa edizione cambieranno il volto del centro storico praghese con un caleidoscopio di luci e colori in movimento.
Gli artisti del “Signal Festival” 2024
Curato da Pavel Mrkus, il festival trova la sua essenza nel tema Ecosystems II: Quest, un titolo che vuole rimarcare l’anima ibrida dell’evento, trasformando il contesto urbano in un ambiente nel quale realtà e artificio si intersecano in maniera fluida e sperimentale. Fulcro di questa ambizione sarà il Castello di Praga, il complesso fortificato risalente al IX Secolo e per la prima volta al centro del programma artistico. “Il ‘Signal Festival’ aspira da tempo a trasformare il castello, uno spazio unico dal punto di vista storico e architettonico; e dopo dodici anni questo sogno è diventato realtà”, ha dichiarato Martin Pošta, direttore artistico della kermesse. Il primo percorso espositivo a cielo aperto prende piede proprio nel quartiere che ospita l’antica struttura. Nella cerchia delle fortificazioni medievali troveranno spazio le proiezioni dell’artista Jiří Příhoda, che si serve dell’intelligenza artificiale per reinterpretare le tecniche pittoriche dei maestri del Rinascimento, e del graphic designer Filip Hodas, che sulla facciata esterna dell’Archbishop’s Palace proporrà un’installazione di videomapping intitolata Eternal Recurrence, sull’origine e l’evoluzione delle forme di vita. È invece lo studio londinese United Visual Artists (UVA) ad aggiudicarsi gli ambienti della Kunsthalle Praha: accolta nelle sale del centro multidisciplinare, l’installazione Strange Attractions, basata sull’imprevedibilità della teoria del caos, è una delle opere più attese e sperimentali di questa edizione.
Videomapping e installazioni digitali nel centro di Praga
Parallelamente, e in maniera complementare, il secondo percorso del festival esce dal quartiere più storico e turistico della capitale ceca per occupare i punti nevralgici della città, a partire dalla Biblioteca Comunale Mariánské náměstí: la facciata esterna dell’iconico palazzo sarà trasformata grazie al videomapping The Rhythm of the Ocean, firmato dal duo ispano-danese Desilence. Passato e presente si incontrano anche negli spazi del convento domenicano di St. Giles: il refettorio barocco della chiesa ospiterà l’installazione sonora Silent Echoes del pioniere della sound art Bill Fontana, creando un’atmosfera magica e fortemente suggestiva. A rappresentare l’Italia al Signal Festival 2024 sarà infine Quayola, artista di origine romana e tra i più importanti esponenti della media-art su scala internazionale. La sua serie di video intitolata Effets de Soir è un omaggio ad artisti del passato come Claude Monet e Vincent van Gogh, reinterpretati con le nuove tecnologie al CAMP – Center for Architecture and Metropolitan Planning. Abbiamo chiesto a Martin Pošta, direttore della manifestazione praghese, di fornirci qualche dettaglio in più sulla nuova edizione del festival.
L’intervista a Martin Pošta, fondatore del “Signal Festival”
Cosa vi ha spinto, ormai dodici anni fa, a intraprendere questa avventura? Quali erano all’epoca gli obiettivi?
Dodici anni fa eravamo parte di quella comunità che provava ad espandere i confini dell’arte, grazie al nostro studio The Macula, attivo a livello internazionale. A guidare le attività dello studio c’era la volontà di fondere arte e tecnologia, sfruttando in modi nuovi e immersivi il potenziale della luce come mezzo creativo. Il nostro obiettivo principale, all’epoca, era creare una piattaforma in cui gli artisti potessero sperimentare e il pubblico potesse confrontarsi con qualcosa di veramente innovativo. Volevamo rendere l’arte più accessibile, incoraggiando la creatività e l’innovazione su larga scala.
Quali sono invece le ambizioni del Signal Festival oggi, soprattutto in ottica internazionale?
Oggi le nostre ambizioni sono cresciute in modo significativo. Ci stiamo concentrando sull’espansione della nostra presenza a livello internazionale, puntando a rendere il festival uno degli eventi globali più importanti per le arti digitali e immersive. Vogliamo attrarre artisti e pubblico internazionali, promuovendo collaborazioni che colleghino città e culture di tutto il mondo. In altre parole, non si tratta più solo di mostrare arte, ma di stimolare confronti sul futuro della creatività, della tecnologia e degli spazi urbani.
Il traguardo più importante di questa edizione è aver trasformato lo storico Castello in un luogo aperto al contemporaneo. Cosa significa questo per voi, e più in generale per la città di Praga?
Trasformare l’iconico Castello di Praga in uno spazio per l’arte contemporanea rappresenta un grande risultato. Dal punto di vista del festival è una potente dichiarazione d’intenti sulla fusione di tradizione e modernità, dimostrando che anche i monumenti culturali più iconici possono evolversi, aprendosi al presente. Dal punto di vista della città, invece, dimostra l’apertura di Praga a nuove idee e il suo impegno a rimanere culturalmente rilevante. Rispettiamo il nostro patrimonio storico, ma siamo pronti ad abbracciare il futuro, mettendo Praga sulla mappa delle città più impegnate nel dialogo globale sull’arte contemporanea.
Alex Urso
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