“Le opere d’arte digitali di Rafaël sono snelle, accessibili, indistruttibili. Si piegano e si adattano e non si rompono mai. Sono l’esempio massimo del potere che deriva dalla leggerezza”. Sono le parole con cui Paola Antonelli introduce i lavori dell’olandese-brasiliano Rozendaal ora presente nella Lobby del MoMA. Antonelli, che ha curato anche nel nostro paese alcune straordinarie esposizioni, nata a Sassari e cresciuta a Milano, dal 1994 è in forza al MoMA dove svolge attualmente l’attività di curatrice senior del Dipartimento di architettura e design e direttrice Ricerca e sviluppo.
L’arte digitale al MoMA
È lei ad aver introdotto nel museo newyorkese un’esposizione permanente di videogiochi che considera una grande forma avanzata di design. Convinta che il digitale sia una frontiera del design degna della massima attenzione, ha fatto di una parte dell’ingresso un’area espositiva dedicata. Nel 2023 Refik Anadol ha esposto qui l’ormai celebre Unsupervised costruito con l’ausilio dell’AI per immergersi in 200 anni di storia dell’arte.
L’installazione “Light” di Rozendaal al MoMA
Light di Rafaël Rozendaal presenta ora una sequenza di 20 lavori ciascuno della lunghezza di due o tre minuti. Tutti nascono da storyboard progettati su carta, che vengono poi tradotti in un codice di pochi kilobyte (la dimensione totale del file della mostra è di 135 KB). Il risultato finale è un sito Web sostenuto da un algoritmo, che genera l’animazione in tempo reale. Rozendaal, che ora risiede a New York, ha iniziato a produrre lavori d’arte su internet nei primi Anni 2000. Da subito li ha progettati per resistere all’evoluzione sia dei software che degli hardware in modo da risultare ugualmente vividi a qualsiasi risoluzione. Si tratta di coloratissime animazioni che esplorano le possibilità estetiche e concettuali del codice, trattandolo come se fosse vernice. Si adattano a qualsiasi display, da quello di uno smartphone allo schermo LED ad alta risoluzione di quasi 8 metri su cui vengono ora proiettati nella lobby del MoMA.
I siti web di Rozendaal
Rozendaal vende i suoi siti web a collezionisti d’arte, che accettano di possedere il nome di dominio dell’opera senza per questo escluderne la visione a chiunque lo desideri. All’atto della vendita sia l’artista che il collezionista firmano un contratto in base al quale l’opera rimane accessibile al pubblico. Il nome del collezionista viene però inserito nel codice sorgente e nel titolo della pagina web. Nel 2013, www.ifnoyes.com di Rozendaal è stato venduto a un’asta di Phillips a New York per 3.500 dollari. Rozendaal ha inoltre creato l’Art Website Sales Contract che può essere utilizzato da qualsiasi artista o collezionista per la vendita di arte pubblica su siti web. “Ho sempre voluto realizzare opere che potessero essere viste da chiunque, ovunque, in qualsiasi momento. Volevo creare un’opera che desse all’osservatore una sensazione di possibilità”.
Aldo Premoli
Rafaël Rozendaal. Light
Agnes Gund Garden Lobby del MoMA
11 W 53rd St, New York, NY 10019
Fino alla primavera 2025
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