Ci sono due tipi di artisti: quelli dai nomi risonanti, che da soli possono sostenere lo splendido isolamento di una retrospettiva. E quelli come Jan Gossaert (Mauberge, 1478 – Anversa, 1532), meno noti e che per questo necessitano di un’introduzione. E Jan Gossaert’s Renaissance, alla National Gallery, con le sue 80 opere, tra disegni e dipinti, incluse numerose incisioni e stampe di Albrech Dürer, Marcantonio Raimondi e Jacopo de’ Barbari, fa esattamente questo.
Jan Gossaert detto Mabuse è il primo artista a introdurre le architetture classiche e i nudi sensuali del Rinascimento italiano nelle Fiandre. Fattosi un nome lavorando per gli stravaganti membri della corte della Borgogna fiamminga, Gossaert lascia Anversa nel 1508 per seguire Filippo di Borgogna a Roma, in missione diplomatica per conto dell’imperatore Massimiliano d’Asburgo.
Filippo è un uomo di mondo. Desideroso di stabilire una corte umanistica nelle Fiandre, incoraggia Gossaert a disegnare rovine e sculture dell’antichità classica, tra cui Lo Spinario, e a fare scorta di motivi classici da riutilizzare poi nei suoi dipinti una volta ritornati nelle Fiandre. Gossaert non si fa pregare. E in Italia colleziona incisioni e stampe degli artisti italiani che ammira di più, tra cui spiccano i nomi di Raimondi e de’ Barbari.
Filippo di Borgogna era anche un grande amante delle donne, e al suo ritorno dall’Italia affida a Gossaert e allo stesso Jacopo de’ Barbari la creazione di una collezione di nudi erotici per il suo castello di Soubourg. Disegni ora perduti, ma di cui una serie dedicata ad Adamo ed Eva (che occupa un’intera sala della mostra) offre un’idea eloquente.
Pur introducendo corpi scolpiti, architetture classiche e prospettive sfuggenti nei suoi dipinti (come nella splendida Adorazione dei Magi del 1510-15, che unisce nella drammatica composizione il realismo nordico a una profonda conoscenza dell’antico), il dialogo di Gossaert non è tanto con il Rinascimento italiano quanto con il vocabolario iconografico di Dürer e Jan van Eyck. In bilico tra due culture, Gossaert pare destinato a rimanere sempre una figura di transizione, una vittima della geografia europea.
Ma le insicurezze e perplessità presenti in certi suoi dipinti (siano essi nudi erotici o una delle numerose Madonne con bambino) scompaiono del tutto nei ritratti. Qui i toni accesi degli sfondi monocromi e gli elementi architettonici e prospettici italianizzanti si amalgamano felicemente con il naturalismo e l’accuratezza del dettaglio della tradizione nordica. A dimostrare che, nonostante il fascino esercitato su di lui dal Rinascimento, Gossaert resta pur sempre, fondamentalmente, un fiammingo.
Paola Cacciari
dal 23 febbraio al 30 maggio 2011
Jan Gossaert’s Renaissance
a cura di Susan Foister
The National Gallery
Trafalgar Square – London WC2N 5DN
Orario: tutti i giorni ore 10-18; venerdì ore 10-21
Ingresso: intero £ 10; ridotti £ 9/5
Catalogo disponibile
Info: tel. +44 02077472885; [email protected]; www.nationalgallery.org.uk
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