La sospensione come metodo per mettere in discussione la pesantezza, la monumentalità, l’appoggio a terra. È questo lo spunto che offre la mostra fiorentina, in occasione del secondo anno di attività dell’Ex3.
Sospensione non come categoria pura, ma ponte di transito per possibili riflessioni teoriche sul concetto temporale e spaziale, nonché metodo di sospensione concettuale di giudizio. La mostra pone il quesito dell’osservazione, della pausa saggia, della percezione creativa che travalica il problema fisico della gravità.
La figura umana è appena accennata, l’impatto visivo è il groviglio, l’intreccio di sensazioni, di poetiche, di materiali diversificati. Si avviluppano cavi elettrici, fili trasparenti, grovigli di idee.
Le installazioni evidenziano la precarietà rispetto alla stabilità, la levità in alternativa alla pesantezza. L’opera che esalta al massimo tali peculiarità è Clues di Franco Menicagli. Tensostruttura capace di resistere soltanto a sollecitazioni di trazione; non ingombra, non ha durata. Se viene meno, ricomporla vuol dire costruirne un’altra, diversa. Il gesto del cambiamento è nuova creazione. L’importanza sta nell’esperienza del fare, sempre diversa, sempre fluida, sempre magica.
Claire Morgan lavora sull’elemento distintivo dell’architettura vegetale. Ricorda molto le installazioni di Christiane Löhr, tuttavia la scultura esposta è meno rilassata, stilisticamente geometrica e ad effetto. In Garden, piccole foglie vengono inanellate su sottilissimi fili trasparenti, a creare una vera e propria gabbia. Una prigione modulare. Inseriti l’uno dentro l’altro, gli inconsistenti parallelepipedi delineano un’originale struttura architettonica componibile. La sensazione di celle, leggiadre ma pur sempre prigioni, è resa efficace dalla presenza, all’interno della struttura, di due uccelli morti. Morte naturale degli animali e imbalsamatura successiva introducono nell’opera una presenza inquietante in tanta aggraziata composizione.
Forte impatto di colore in Lapses di Alexandra Bircken, con vaghe forme antropomorfe che traspaiono dall’accozzaglia di stoffe e materiali d’uso comune. Non son certo da meno le installazioni di Cornelia Parker, Tomas Saraceno e Pae White, dislocate nelle sale laterali. È di Tobias Rehberger The Great Disarray Swindle, dove l’immersione è totale: nell’accumulo disordinato dei fili, il visitatore finalmente muove, tocca e ricompone il suo desiderio di essere artista.
Daniela Cresti
dal 19 febbraio all’8 maggio 2011
Suspense
a cura di Lorenzo Giusti e Arabella Natalini
Ex3 – Centro per l’Arte Contemporanea
Viale Donato Giannotti, 81 – 50126 Firenze
Orario: da mercoledì a domenica ore 11-19; venerdì ore 11-22
Ingresso libero
Info: tel. +39 0556288966; [email protected]; www.ex3.it
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