Arte 2.0? Senza esagerare

Quando gli artisti diventano curatori, e soprattutto critici. Così si presenta, con le idee molto chiare, Miltos Manetas a Milano. Allestendo una gran bella mostra alla Gloria Maria Gallery. C’è tempo sino al 18 maggio. E qui trovate anche un bel Chiccera.

Non è un passo indietro, perché ormai il solco è tracciato e niente sarà più come prima. Ma il testo critico con cui Miltos Manetas, tra i più accreditati teorici (teologi?) della web art, accompagna Metascreen, prima collettiva di net artist inaugurata da Gloria Maria Gallery, suona come una raffica di puntini sulle i. Non più arte costruita direttamente in ambiente digitale o realizzata per l’ambiente digitale, ma opere che nascono nel virtuale per essere poi trasportate nella realtà sensibile. Ascoltando il “lamento del digitale, prossimo a divenire storia e passato”. Ecco allora le riflessioni sullo spazio (ir)reale di Andreas Angelidakis, che con Building an Electronic Ruin introduce l’archeologia su Second Life. Ecco le proiezioni di Travess Smalley ed ecco, soprattutto, le maxitele di Priscilla Tea, che elabora pattern su Mac e li traduce in acrilici violenti.

Francesco Sala

Il testo critico di Miltos Manetas: clicca qui per scaricarlo

Milano // fino al 18 maggio 2011
Metascreen
a cura di Miltos Manetas
www.gloriamariagallery.com

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Francesco Sala

Francesco Sala

Francesco Sala è nato un mesetto dopo la vittoria dei mondiali. Quelli fichi contro la Germania: non quelli ai rigori contro la Francia. Lo ha fatto (nascere) a Voghera, il che lo rende compaesano di Alberto Arbasino, del papà di…

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