Ci si dimentica, talora, dell’arte che sposa il fare. Ottimo promemoria, le skill grafiche di Karl Haendel (New York, 1976; vive a Los Angeles): maniacalità compiaciuta ma non esaurita nel virtuosismo, che si riscatta nella metalinguistica autoironia del mezzo – che disegna anche i suoi strumenti – e nel sincretismo postmoderno di un “flusso di coscienza iconografico”, che ritrae con allegra miscellanea, venata di Neopop, esistenzialismi individuali e sociali.
Non inganni neanche l’intimismo apparentemente di genere di Glenn Sorensen (Sydney, 1968; vive ad Åhus): più prossimo agli YBA che alle nature morte barocche del vicino Museo di Capodimonte, afferma l’ossimoro della crudeltà che fa capolino dalla bellezza, e sa come il suo chiaroscuro sia più fotografico che caravaggesco. Pittura e disegno si ricordano, ma non si replicano.
Diana Gianquitto
Napoli // fino al 29 aprile 2011
Glenn Sorensen – Geranium Empire
Karl Haendel – Fiddle the Cooperation
www.raucciesantamaria.com
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